[Massa] Festa nazionale della Riscossa Popolare – organizzarsi in ogni azienda e in ogni territorio

La mattina del 31 luglio abbiamo tenuto una conferenza stampa nel piazzale della stazione ferroviaria, emblema dell’attuale corso imboccato dall’Amministrazione Persiani: una lunga lista di “lavori pubblici che cambieranno il volto della città” che convive con un evidente stato di abbandono del territorio.

Abbandono e degrado del territorio non è solo la totale mancanza di manutenzione ordinaria di strade e marciapiedi (in molte zone della città erbacce e arbusti rendono difficile camminare), non è solo la mancanza di manutenzione di parchi e giardini, per abbandono e degrado intendiamo soprattutto la totale assenza dell’amministrazione di fronte alle vere e proprie emergenze: mancanza di lavoro, sfruttamento dei lavoratori stagionali, speculazioni sulla salute pubblica e smantellamento della sanità pubblica, devastazione ambientale.

A fronte della crisi della maggioranza di governo della città (ormai Lista Persiani, Forza Italia, Lega e Fratelli d’Italia litigano su tutto: la maggioranza sta insieme con lo sputo), a fronte delle crescenti difficoltà di tenere fede anche a una minima parte delle promesse ei cambiamento fatte in campagna elettorale, a fronte del fatto che è praticamente già aperta la campagna elettorale per le prossime amministrative (che dovrebbero svolgersi nel 2023), le opere pubbliche fingono da arma di distrazione di massa.

A seguito della conferenza stampa, nel pomeriggio del 31 luglio, abbiamo organizzato due “percorsi” che, partendo da luoghi differenti, si sono idealmente incontrati al parco di Ricortola dove dal 5 all’8 agosto si svolge la Festa nazionale della Riscossa Popolare.

Un percorso ha attraversato le aziende del territorio, quelle che solo il giorno prima sono state interessate dallo sciopero indetto dai sindacati confederali “in difesa dei posti di lavoro”, quelle che continuano ad essere teatro di omicidi sul lavoro, quelle che rischiano – da un giorno all’altro – di essere chiuse per il profitto dei padroni.

https://youtu.be/ui5caf-xvXM

Un secondo percorso è stato dedicato ai problemi delle popolazioni della montagna: migliaia di persone che da decenni sono oggetto di promesse e impegni da politicanti di ogni schieramento politico, promesse e impegni che puntualmente rimangono disattesi. Qui di seguito ci soffermiamo su questo.

https://youtu.be/Mvp4PJ0ctsg

Siamo partiti da Guadine, abbiamo incontrato i residenti e parlato a lungo con loro. Tre cose sono emerse da tutti, con forza.

La prima è la diffidenza e la delusione: “se siete venuti a fare discorsi e promesse, potete riprendere subito la macchina e tornare a Massa”.

La seconda è la rassegnazione nei confronti della politica istituzionale. C’è chi nel 2018 aveva votato la Lega e Persiani, c’è chi aveva votato Forza Italia, c’è chi “sono comunista da sempre, ma avevo sperato che questa amministrazione cambiasse qualcosa”. Ora sono tutti concordi: “siamo stati ricoperti di promesse non mantenute, siamo stati presi in giro per tre anni”.

La terza è un’amara combattività: quella di chi non si è rassegnato a vivere da cittadino di serie B, combinata con la sfiducia nel fatto che le cose possano cambiare.

Abbiamo prima di tutto ascoltato. Non sono state “lamentele”, ma rivendicazioni:

“Ci dicono che le procedure per l’installazione dei ripetitori per la linea cellulare sono concluse e che a settembre le antenne saranno installate. Ma quale settembre? Abbiamo perso il conto dei rinvii… In un’epoca in cui i cellulari sono essenziali anche per chiamare i soccorsi in caso di bisogno, si può tollerare che ci siano zone popolate completamente isolate?”.

“Sono 16 mesi, ad essere ottimisti, che non viene fatta la pulizia dei cigli delle strade. Rovi e vegetazione hanno occupato la strada. Ci è stato detto che a settembre sarà fatta la pulizia, ma stiamo ragionando di organizzarci da soli: probabilmente dovremo occuparci noi di pulire le strade… a quel punto però, erbacce e arbusti li consegniamo sotto il Comune direttamente”.

“La mancata pulizia delle strade è diventata un problema, ma è secondaria rispetto alle frane. Ci sono chilometri di strada senza protezioni, sassi che piovono sulla strada, continue interruzioni per piccole frane mai rimosse. Tutte le mattine, per andare al lavoro, bisogna ripulire la strada”.

“In Comune parlano tanto di prevenire l’inquinamento… è venuto un assessore a ordinare che fosse rimossa una diga nel fiume – una di quelle che qui si costruiscono da decenni per far fare il bagno ai bambini del paese – perché c’era una parte in nylon. Quella diga è controllata e gestita dalla gente del paese, gli argini del fiume vengono tenuti puliti… perché il comune viene, per tre volte, a smantellare la diga e non dice una parola sullo sversamento continuo di marmettola?”.

“Nel 2021 viviamo senza fogne. La cosa non richiede particolari commenti, basta farsi un’idea di cosa possa voler dire”.

“Forse vi sembrerà strano, ma ci sono pure situazioni in cui qualcuno si è recintato un terreno demaniale, ha messo le telecamere, allontana le persone che trova a passeggiare nei dintorni e caccia i ragazzini che fanno il bagno nel fiume…. Possibile che vengano chiusi tutti e due gli occhi da parte delle istituzioni? Quando diciamo che siamo abbandonati, intendiamo anche questo!”.

Non abbiamo fatto promesse, abbiamo promosso la linea dell’organizzazione e della riscossa.

Paese per paese, gli abitanti sono pochi (nei più piccoli si arriva a 30 residenti), ma presi nel loro complesso (da Canevara a Resceto) sono migliaia! Migliaia di persone che hanno problemi particolari legati allo specifico paese, ma che hanno problemi generali legati allo stato di abbandono di tutto il territorio montano. Migliaia di persone che, indipendentemente dalle caratteristiche e interessi particolari di ognuno, possono essere mobilitate se anche una piccola parte si organizza e si fa promotrice di mettersene alla testa.

Da decenni e per decenni sono stati organizzati incontri più o meno ufficiali, dibattiti, tavoli di discussione che hanno messo in scena le “classiche promesse”. Bisogna rompere il meccanismo della delega in bianco, bisogna che siano le popolazioni della montagna a dettare i tempi e i modi con cui relazionarsi con le istituzioni. Il P.CARC sostiene e sosterrà tutti quelli che si mettono su questa strada.

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