[Toscana] Intervista ai No Eolico Mugello: basta Grandi Opere inutili e dannose

Pubblichiamo un’intervista, in verità realizzata un pò di tempo fa, a Leonardo Romagnoli, consigliere alla Unione dei Comuni del Mugello che racconta le enormi problematiche e le devastazioni ampiamente previste per la realizzazione di un parco eolico sul crinale di Villore-Corella. Questo avviene in una terra già pesantemente colpita da Grandi Opere come il TAV e la Variante di Valico, che hanno provocato il disseccamento di torrenti e pozzi per decine di KM, un peggioramento dell’assetto idrogeologico in una delle zone a più elevato pericolo di terremoti, ettari di territorio persi per pochissimi posti di lavoro.

La pubblichiamo per dare continuità e sviluppo al dibattito sul Recovery Fund e le Grandi Opere, che il governo Draghi spinge per far partire e ripartire (grazie anche alla deregolamentazione criminogena del Codice degli Appalti) e di cui si è parlato il 18 giugno alla Festa della Riscossa Popolare con Alessandro Della Malva dei NO TAV della Val di Susa, che resistono ormai da trenta anni (trovate qui il video: https://www.facebook.com/361259347416492/videos/986359835467597). Sicuramente l’esperienza dei NO TAV della Val di Susa ha tanto da insegnare ai comitati del Mugello, è importante che si coordinino per darsi forza reciproca e alimentare il movimento popolare e dei lavoratori che serve per far saltare i piani criminali, basati solo sul profitto, delle “imprese” e dei loro servi della politica.

Buona lettura!

Cominciamo l’intervista con le presentazioni del nostro ospite e la descrizione delle principali questioni e contraddizioni che riguardano questa Grande Opera che minaccia il Mugello, già duramente provato in passato dal TAV e la Variante di Valico con annessi disastri.

Io sono Leonardo Romagnoli, sono un consigliere dell’Unione dei Comuni del Mugello per un gruppo composto da varie liste di sinistra. Mi sono occupato di questa cosa da quando fu presentato il progetto, nel corso del 2019, attraverso assemblee pubbliche delle due amministrazioni interessate di Vicchio e Dicomano. GSM è il soggetto industriale che ha proposto il parco eolico, ha realizzato anche il Carpinaccio a Firenzuola e altri in Toscana, è una società veronese. Ha realizzato anche il parco eolico a Rivoli Veronese, vicino a Verona, situato su una collina di 250 metri a 2 km dall’autostrada: adesso vogliono fare una cosa simile qui, anche se le condizioni sono notevolmente differenti.

Nel Mugello vogliono mettere 8 pale enormi che, compresi i rotori, arrivano a 160 metri. Verranno installate su un crinale dove non esiste nulla, ci passa solo uno dei sentieri escursionistici più importanti d’Italia (il celeberrimo “00”, ndr). Viene proposto in quel luogo incomprensibilmente, perché se uno va a vedere la carta del vento vede che questa non è una zona ventosa, ce ne sono molte altre nell’Appennino ma questa no. Quello che ha sconcertato dal mio punto di vista è che il progetto fin dall’inizio contrastava con alcune leggi regionali. Io trovo ancora più incomprensibile che si sia arrivati alla convocazione della conferenza di servizio dopo un anno di osservazione e discussioni che portassero a definire il contrario, a meno che non ci sia dietro un interesse da parte dell’amministrazione locale.

Questo progetto contrasta con quello che prevede per i crinali il piano di indirizzo territoriale e il piano paesaggistico della Regione Toscana, fatta dalla Commissione Marson (assessore che il PD si affrettò a cacciare perché evidentemente troppo ligia, ndr) qualche anno fa e che prevede la tutela del turismo dove ci sono luoghi  paesaggisticamente interessanti. Da ricordare che qua siamo di fronte al parco delle Foreste Casentinesi (di fronte si vede il monte Falterona che confina con il comune di San Godenzo, anzi interesserà anche la viabilità del comune di San Godenzo che fa parte del parco stesso). Se uno va a guardare lo stesso piano energetico regionale dove parla di eolico, mette tra le priorità di realizzazione luoghi che hanno già avuto un danno da un punto di vista ambientale (es. vecchie attività di cave), zone che comunque siano servite da infrastrutture che possono utilizzare subito questa energia (aree industriali). Qui siamo su un crinale dove vivono 1000 abitanti e non c’è letteralmente niente.

Per portare dalla vetta della montagna la corrente per allacciarsi, deve essere fatto un nuovo percorso con uno scavo fino in fondo alla valle (a Contea), con il rischio di incrociare il gasdotto della Snam che passa nella zona. Se poi uno va a leggere il primo parere espresso dall’ufficio urbanistico della Regione che si occupa del paesaggio, viene scritto che “se queste sono le condizioni, l’impianto sembra incompatibile con il nostro piano”. Poi le cose sono andate avanti e ci sono stati altri pareri. Per portare questo materiale dall’autostrada a Dicomano devono raddrizzare curve, rotonde e devono poi da Dicomano arrivare a Corella (la vetta) per quello che oggi è un sentiero di 2 metri di larghezza, con delle pendenze in alcuni casi del 28%. Questo vuol dire che con questa strada devono disfare circa 90 ettari di bosco dove sono presenti castagneti (unico prodotto IGP della zona del Mugello), che verranno ripristinati con degli inerbimenti. Arrivati in cima, dovranno fare un cantiere uguale a 15 campi di calcio per fare il cemento. Dovranno sfasciare un monte che, già da un punto di vista geologico per le cose che dice il piano strutturale dell’Unione dei comuni, è delicato. Sono tutti temi che lasciano interdetti.

Durante l’ultima riunione pubblica, fatta online durante la pandemia (io faccio delle osservazioni generali, ma ci sono delle analisi più specifiche fatte da tecnici che però non posso spiegare io) c’è stato il parere nettamente contrario del direttore del parco delle Foreste Casentinesi e delle due sovrintendenze, Forlì da una parte e Firenze dall’altra: si spera che questi siano sufficienti per poi in fase di discussione avere un peso. Nel corso dell’inchiesta pubblica invece di discutere del progetto, nello specifico del suo impatto ambientale, è stata portata la discussione da parte dei proponenti su “energie rinnovabili sì” o “energie rinnovabili no”. Sono stati fatti intervenire nell’inchiesta pubblica alcuni professori universitari, il presidente dell’Enea, alcuni esponenti di Legambiente che parlavano in termini generali di cambiamenti climatici e dell’importanza della trasformazione energetica rinnovabile: ma alcune di queste persone non sapevo nemmeno dove era il posto. Questo progetto rappresenterebbe lo 0,00 qualcosa per cento del fabbisogno energetico, se investissero quei 35 milioni di euro nel risparmio energetico si avrebbe lo stesso risultato: tranne che per l’incasso della GSM.
Ci sarebbero tecniche più avanzate, ad esempio la costruzione di una comunità di impianti eolici o solari, producendo energia da utilizzare subito, riversando quella in eccesso nella rete. Questa versione della riconversione energetica è scomoda in quanto è più “democratica” (incontrerebbe molte persone a fare investimenti per fare impianti energetici), scontrandosi con gli interessi dei gruppi capitalisti che investono solo per far entrare più denaro nelle loro tasche. Esiste anche una legge nazionale che parla della riconversione energetica nelle comunità. La logica dei mega impianti fatti in posti davvero non idonei come questo, persegue solo la logica delle aziende che fanno profitto.

Queste sono state le obiezioni fatte, poi ce ne sono state altre più specifiche soprattutto sull’aspetto geologico perché è davvero inquietante pensare di fare un impianto di questa natura su un crinale a 1000 metri di altezza, dove se vai a guardare la carta geologica ci sono una serie di questioni che lasciano perplessi, sapendo la strada che deve essere fatta per far passare i mezzi pesanti. A fine 2020 dopo che GSM aveva mandato delle osservazioni sul piano molti hanno risposto, alcuni Comuni si sono dichiarati soddisfatti altri invece no. Nelle osservazioni dei vari comuni ci sono stati i geologi che hanno scritto varie osservazioni per quanto riguarda la struttura della montagna. Un’altra cosa che mi ha lasciato perplesso è vedere nel documento del SIA (studio dell’impatto ambientale) un capitolo “compensazione e contropartite”; era scritto che questo lavoro porterà 12 milioni di euro alle aziende locali perché questa opera porta lavoro. Queste argomentazioni devono essere discusse una volta approvato il progetto, perché prima devono essere presi in considerazioni i danni… vederlo nella fase preliminare mi ha lasciato perplesso.

Molti pensano che se passa questa proposta in un luogo così non idoneo, probabilmente l’Appennino anche in Toscana subirà altri interventi di questo tipo in zone magari più ventose, ma anche più pregiate da un punto di vista ambientale. Non penso che questa sia la transizione energetica del futuro. Sono tematiche che dovrebbero essere affrontate da un punto di vista territoriale “il Mugello che cosa deve fare?”… nel piano parla di una multi proposta che va dalle biomasse, al vento, al sole e all’acqua. Tutto quello che comporta fare energia è scritto nel piano struttura strutturale intercomunale. Nel corso della discussione due comuni, i quali hanno dato un parere positivo (Vicchio e Dicomano), hanno citato l’articolo 53 del Piano di indirizzo dell’Unione dei comuni del Mugello che dice esattamente il contrario di quello che dicono loro. Nell’articolo 53 si dice “considerato che il piano strutturale intercomunale del Mugello inserisce l’area all’interno delle UTOE (unità territoriali omogenee) nella valle del Sieve, che al senso dell’articolo 53 dell’elaborato del Piano, l’intervento risulta coerente con gli obiettivi relativi con la disciplina della risorsa ambientale ed energia, fra cui sono contemplati la riduzione delle emissioni di gas serra, la razionalizzazione dei consumi energetici e l’ aumento delle percentuali delle energie provenienti da fonti rinnovabili. Allora, qui si sta parlando di 8 palle di 150 metri e in questo caso l’articolo 53 dice che A. in tali ambiti, (quello che si fa dopo il piano strutturale) potrà permettere la realizzazione di impianti per la riduzione del fabbisogno o l’autosufficienza energetica degli edifici e dei complessi edilizi mediante l’installazione di impianti solari, termici e fotovoltaici. Il piano operativo deve elaborare una normativa specifica finalizzata a prevedere che, negli insediamenti e nei compensi di edilizi di valore storico e paesaggistico, l’istallazione sia integrata nella copertura degli edifici, adottando ogni possibile soluzione tecnica per armonizzare l’impatto visivo unicamente al conseguimento della maggiore efficienza energetica. B. negli insediamenti e nei complessi edilizi diversi da quelli precedenti, l’istallazione si avvalga di tecniche e materiali, che unitamente al conseguimento della maggiore efficienza energetica assicurino una soluzione architettonica ottimale, C. ove l’istallazione sia prevista a terra siano attuate soluzioni progettuali atte a garantire un corretto inserimento paesaggistico anche in presenza di luoghi storici architettonici presenti nell’edificato circostante, nonché armonizzare l’impatto visivo.

Hanno citato questo articolo ma non c’entra niente con il progetto che vogliono realizzare, in quanto in questo articolo vengono indicati i piani per le realizzazioni per il fabbisogno energetico edilizio.

Nell’ambito della mobilitazione popolare sono nati comitati?

Si è costituito un comitato soprattutto nel comune di Vicchio e a Villore, poi c’è un’associazione che si chiama “Italia nostra” che sono stati in prima fila nelle manifestazioni, flash mob, raccolta di firme eccetera, in maniera molto limitata.
Non è un aspetto che possa adesso rappresentare un peso determinante per la decisione. Le mobilitazioni qua in zona è sempre molto difficile su certe questioni, uno sembra indifferente. L’esperienza di Petrona un po’ ci insegna il valore della resistenza di un comitato (che fece saltare di fatto la realizzazione dell’impianto a biomasse fortemenete voluto dal comune di San Piero e Scarperia, ndr). Anche se il contesto era differente in quanto il TAR si era espresso chiaramente.

Quali sono gli schieramenti politici che si sono espressi a favore o contro del progetto?

Ci sono alcuni comuni che evitano proprio di parlarne a parte i due comuni interessati, però anche lì non c’è stato un pronunciamento da parte delle forze di maggioranza a parte alcuni sindaci che sono più apprezzabili (quelli che dicono fin dall’inizio che secondo loro è un investimento utile e ti dice il perché) più che quello che dice “aspetto il tecnico che si pronuncerà”: essi sgravano la responsabilità politica ed è inaccettabile.

Non c’è un documento da parte dei partiti politici, a parte noi che abbiamo fatto dei documenti scritti. La Lega si è pronunciata contro, anche lì è una cosa abbastanza curiosa visto che sono due consiglieri di Borgo S. Lorenzo che si sono pronunciati contro e hanno firmato anche quello che abbiamo scritto noi, dove ci sono 150 persone contro questa opera. L’hanno firmata loro due e la consigliera regionale di Reggello. Nella stessa lista c’era anche il sindaco di Firenzuola Scarpelli che intervenne durante l’inchiesta pubblica a favore del progetto. Prima, quando c’era nella sinistra Tommaso Fattori loro si erano espressi contrari a quest’opera durante la campagna elettorale. I comuni non si schierano a favore o contro l’opera perché pensano di non avere un peso nella realizzazione (ci penserà la Regione), quando invece è già successo che i comuni siano riusciti a bloccare dei progetti.

È stata fatta una campagna di sensibilizzazione e mobilitazione territoriale. Secondo te può rappresentare un appoggio, nel costruire un fronte più o meno unitario, contro questa opera?

Ci sono stati esponenti provenienti dal basso: dalla Casa di Caccia, ai gruppi ambientalisti che si occupano della montagna.
E’ un percorso che interessa varie realtà, è un percorso trasversale che prima ha visto crearsi un comitato di zona, poi sono stati coinvolti altri e ora la discussione deve essere portata anche a livello regionale perché devono essere fatte delle modifiche alle leggi, visto che diventa difficile parlare di questi argomenti anche in un caso come questo in cui l’aspetto ambientale dell’inquinamento sembra abbastanza palese. Si parla di un impatto negativo sotto tutti i punti di vista, è necessario utilizzare delle soluzioni diverse da quelle che ci sono attualmente. Però penso di sì, intanto le persone hanno iniziato a discutere di queste cose. Diventa sempre difficile influenzare l’opinione pubblica perché fanno leva sulla necessità delle energie rinnovabili e questo è un modo scorretto di presentare i progetti.

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