STUDENTI, PROFESSORI E GENITORI UNITI
PER DIFENDERE IL DIRITTO ALL’ISTRUZIONE!
Siamo ormai a un mese dalla fine della scuola che ha riaperto a maggio dopo quasi 2 anni di sostanziali chiusure e limitazioni. Se facciamo un bilancio, l’unico dato certo che emerge è che i governi (prima Conte 2 e poi Draghi) non hanno voluto mettere mano davvero ai problemi della scuola pubblica e di chi la frequenta. Infatti il Covid ha solo fatto scoppiare i problemi che c’erano già prima, frutto dei tagli indiscriminati ai fondi e dello smantellamento dell’istruzione pubblica degli ultimi decenni.
Il governo Draghi usa la farsa della “riapertura” delle scuole (nell’ultimo mese di lezioni…) come pretesto per mantenere in piedi tutti gli strumenti didattici e di valutazione funzionali a piegare la scuola agli interessi dei privati, dai PCTO (Percorsi per le Competenze Trasversali e per l’Orientamento, l’ex Alternanza scuola-lavoro) ai test INVALSI e per alimentare ulteriormente la repressione e la selezione, con il ripristino delle bocciature (“segno che quest’anno la scuola c’è stata”, dice il ministro Bianchi!) e con un esame di maturità con tanto di prova scritta e orale, come se si trattasse di un anno come gli altri. Tutti questi strumenti, infatti, non vanno a migliorare la qualità dell’istruzione pubblica, ma la danneggiano ulteriormente!
Nell’ultimo anno, però, il mondo della scuola ha anche fatto sentire la sua voce forte e chiaro: dagli insegnanti e lavoratori che hanno scioperato per il trattamento riservato all’istruzione pubblica, agli studenti che hanno protestato e occupato scuole e istituti in sicurezza per chiederne la riapertura a determinate condizioni. Insomma, la scuola ha fatto vedere bene che chi è veramente interessato al suo funzionamento è chi ci vive e lavora tutti i giorni! In questo contesto di crisi economica, politica e sociale acuta, difendere l’istruzione e il diritto allo studio vuol dire rifondare la scuola pubblica!
Rifondarla dalle basi vuol dire innanzitutto organizzarsi a un livello superiore tra studenti, genitori e lavoratori della scuola (professori, personale ATA, personale tecnico, ecc.), partendo dalla necessità oggettiva di difendere i diritti delle masse popolari, primo tra tutti quello all’istruzione pubblica e gratuita. Organizzarsi ora significa innanzitutto:
1. Boicottare i test INVALSI, riprendendo le esperienze già fatte negli scorsi anni in numerose scuole e facendone una battaglia per imporre la definitiva abolizione dei quiz e in generale della “Buona Scuola” di Renzi;
2. Boicottare gli attuali PCTO, imponendo che sia eliminato ogni riferimento ad essi nella valutazione e coordinandosi con gli insegnanti e con i vari organismi presenti sui territori per realizzare dal basso dei progetti di alternanza scuola– lavoro effettivamente rispondenti alle esigenze formative degli studenti;
3. Imporre che l’esame di maturità si svolga esclusivamente con un colloquio orale, come chiedono numerosi organismi studenteschi, che la valutazione sia basata sul percorso compiuto dagli studenti nel triennio e che non siano ripristinate le bocciature;
4. Cominciare a realizzare dal basso un piano per la sicurezza delle scuole e per l’assunzione del personale precario.
Ognuno può fare la sua parte, iniziando a occuparsi di quello che succede dentro e fuori la sua scuola e organizzandosi per mettere mano in autonomia dalle istituzioni e dal governo alle cose che non vanno. È necessario che gli studenti insieme ai professori e genitori si adoperino in prima persona per la salvaguardia e ricostruzione della scuola pubblica.
Fuori hanno tanti, tantissimi alleati! Perché non c’è da rimettere in piedi solo la scuola, ma anche il servizio sanitario, i trasporti, il mondo del lavoro e tutto il paese. Le istituzioni locali, nazionali ed europee hanno dimostrato nella pratica che non hanno interesse a farlo. Solo le masse popolari che si organizzano nelle scuole, nelle aziende e nei quartieri possono e devono mettere mano allo sfacelo in cui viviamo, imponendo dal basso un loro governo di emergenza.
Solo così potranno avanzare nella lotta per il socialismo, il sistema sociale che la farà finita con la barbarie del capitalismo e metterà autenticamente la scuola e l’istruzione a disposizione della crescita dei giovani delle masse popolari.