[Internazionale] Joe Biden, la liberalizzazione dei vaccini e la fragilità della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti

Se anche Joe Biden, presidente USA che nulla ha di comunista, è costretto a spararla grossa sulla liberalizzazione dei brevetti sui vaccini, è il segno che la Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti non riesce, non può, risolvere l’acuirsi della crisi generale del capitalismo a causa dell’emergenza sanitaria.

Parole roboanti, quelle di Biden, che hanno scosso gran parte dei padroni, “investitori”, politici, aziende farmaceutiche e giornalisti che da ogni angolo del pianeta ci hanno tenuto a levare gli scudi a difesa dalla “sacra” proprietà privata: in molti hanno specificato che il problema non è la proprietà delle licenze e dei brevetti, delle tecnologie e conoscenze per produrre i vaccini, ma delle “scarse competenze” del pubblico, della ricerca che sta troppo indietro, della mancanza di strutture adeguate, di professionalità ecc.

Le dichiarazioni di BigPharma e dei CEO delle principali aziende farmaceutiche, però, e dei giornalisti che le difendono a spada tratta fanno a cazzotti con i/le migliaia di precari/e nell’ambito della ricerca scientifica che solo in Italia raggiungono cifre da 4 zeri; fanno a cazzotti con il fatto che un paese come l’India, che conta oggi oltre un miliardo di abitanti, produca circa 90 milioni di dosi di vaccino al giorno per conto delle multinazionali farmaceutiche americane ed europee ma nemmeno il 10% dei vaccini prodotti viene utilizzato per la distribuzione tra la popolazione per cercare di tamponare l’emergenza sanitaria. Un emergenza che cresce ogni giorno sempre di più e a cui il governo indiano non riesce a far fronte.

Joe Biden però non ha raccolto solo disappunti e mal di pancia, ma anche approvazione e consenso: insomma, le sue dichiarazioni hanno alimentato le contraddizioni già in essere tra i gruppi imperialisti USA e quelli europei in particolare, tanto è vero che Angela Merkel è subito corsa ai ripari dichiarandosi contro le liberalizzazioni, Macron oscilla perché indeciso a chi dare ragione, altri invece appoggiano la proposta “di buon senso” della Casa Bianca. Ma come orientarsi in tutto questo dibattito?

Le parole del presidente USA e le reazioni ottenute a livello internazionale dimostrano due cose:

– la prima, è che ogni questione urgente e sentita dalle masse popolari di ogni paese viene utilizzata per alimentare lo scontro politico ed economico nella guerra per bande in corso tra i vari gruppi imperialisti: ognuno cerca di approfittare della crisi generale per avvantaggiare i gruppi che sostiene e Joe Biden non è da meno di Angela Merkel e di altri. Dopo aver fatto fare miliardi sui vaccini alle case farmaceutiche di proprietà americana, vuole farsi una verginità con dichiarazioni da campagna elettorale che ben sa di non mantenere;

– la seconda, è che solo la proprietà pubblica dei principali mezzi di produzione è la soluzione per risolvere il grosso dei problemi delle masse popolari, ed è costretto anche Biden in qualche modo a riconoscerlo. La dimostrazione pratica di ciò che lui dice è rappresentata dai paesi che più di altri hanno affrontato positivamente l’emergenza sanitaria, ossia quei paesi come la Cina, il Vietnam, Cuba, la Corea del Nord, che facendosi forza del proprio sistema ancora in buona parte socialista, hanno potuto mettere mano agli effetti più gravi dell’emergenza sanitaria con misure socialiste (distribuzione di massa di DPI, costruzione di nuovi ospedali e potenziamento della sanità territoriale, organizzazione delle scuole per garantire la continuità didattica, chiusura forzata e prolungata delle aziende non essenziali e vasti investimenti a sostegno del reddito individuale ecc.) risultando oggi paesi praticamente Covid-free o comunque con numeri estremamente bassi di contagi e sicuramente meglio gestibili. La liberalizzazione dei brevetti sui vaccini, una misura che in molti rivendicano anche nel nostro paese (da Potere al Popolo che ha organizzato diverse iniziative e mobilitazioni di piazza a molti comitati in difesa della salute pubblica, e tanti altri) è sicuramente una delle parole d’ordine su cui costruire la mobilitazione per la salute pubblica e la protezione di intere fasce di popolazione dal Covid-19, ma questa rivendicazione è solo un pezzo della mobilitazione. Per pulirsi la coscienza anche Mario Draghi ha dichiarato di “essere in sintonia” con Joe Biden, ma la produzione pubblica e su vasta scala delle dosi di vaccino necessarie (ma più in generale è un criterio che vale per tutti quei farmaci che scarseggiano, come gli antitumorali, farmaci utili per la cura delle malattie rare ecc.) non va incontro solo al limite della proprietà dei brevetti, ma anche alla proprietà privata sulla produzione delle materie prime, alle difficoltà di distribuzione, alla professionalizzazione necessaria per le somministrazioni e alle carenze di strutture per via della sanità pubblica al collasso. Insomma, per attuare su vasta scala la liberalizzazione dei brevetti sui vaccini è necessaria l’esistenza di un governo che abbia la volontà di salvaguardare gli interessi delle masse popolari contro gli interessi della Comunità Internazionale, contro i vincoli di bilancio, contro i brevetti, contro gli sgambetti e i ricatti di banche, sanità privata e profittatori che sulla salute delle masse popolari stanno guadagnando miliardi di euro. Una cosa che Draghi con la sottoscrizione del PNRR ha deciso, ovviamente, di non fare: discorsi al vento quindi le sue dichiarazioni a favore della liberalizzazione dei vaccini.

E’ urgente e necessario che la parte sana del paese si mobiliti per la costruzione di un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate. Solo un governo simile può:

– requisire i brevetti e le strutture private necessarie alla ricerca e produzione dei vaccini, requisire i depositi di merci necessari alla loro produzione senza dover passare per il ricatto del libero mercato;

– assumere in massa le decine di migliaia di precari tra ricercatori, infermieri e OSS che hanno le competenze e le capacità per risollevare il degrado del Sistema Sanitario Nazionale, mettere mano alla medicina territoriale e di base, alla chiusura di interi reparti e ospedali, allo spaventoso aumento di morti (+44% secondo i dati ISTAT gennaio 2021), malati cronici e persone che non possono avere accesso alle cure.

Senza la mobilitazione delle masse popolari e senza la creazione di un simile governo, ogni conquista ha un valore parziale o sarà, come è stato per i sussidi e gli “indennizzi” rilasciati dal governo Conte 2, briciole da dare ai piccioni. La lotta per l’attuazione di simili misure da parte di un governo che vuole far fronte agli effetti più gravi della crisi sarà la dimostrazione su ampia scala nel nostro paese che solo tramite l’attuazione di misure di stampo socialista è possibile uscire dalla crisi. Sarà una scuola di comunismo (di lotta, di organizzazione, di coscienza) per vasta parte delle masse popolari nel nostro paese. Sarà la dimostrazione su vasta scala che solo l’abolizione delle classi e la costruzione di un paese Socialista è la soluzione definitiva alla crisi del capitalismo.

La Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti è fragile e ha le fondamenta instabili: la guerra per bande divampa e tanti sono i segnali, in particolare la difficoltà degli imperialisti USA di tenere a freno le contraddizioni che con la loro opera alimentano (dalla richiesta del WTO di liberalizzare i brevetti spinti da India e Sudafrica, alla ripresa della resistenza anti-USA in Medio Oriente fino alle proteste in Cile, Colombia e in generale in America Latina e alla contrapposizione con Russia, Iran e Cina e il resto degli “stati canaglia” ecc.) e la difficoltà dell’UE di far attuare una politica unica sui vaccini ai propri paesi (guerra sulle importazioni e la suddivisione delle dosi, paesi che violano gli accordi presi in sede UE acquistando il vaccino da Russia e Cina ecc.) sono la dimostrazione della debolezza della classe dominante. In questo senso le condizioni generali sono favorevoli perché il nemico non è unito e compatto ma lacerato da tremende contraddizioni. E’ possibile quindi avanzare verso una nuova liberazione del paese: il primo paese che romperà le catene della Comunità Internazionale dei gruppi imperialisti darà impulso alle masse popolari degli altri paesi per fare lo stesso, ossia liberarsi dai lacci e laccioli imposti dal mercato, dal sistema finanziario e speculativo e fare ciò che per buon senso è necessario fare negli interessi delle masse popolari e di gran parte della popolazione.

Avanziamo nel coordinare e unire le decine, centinaia di mobilitazioni che ogni giorno animano il paese da nord a sud!

Avanti verso la costruzione di un governo d’emergenza delle masse popolari organizzate!

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