A seguito dell’articolo Speculare sugli immobili e stuprare bambini non è affarismo né pedofilia: è la misericordia della Chiesa si è aperto un acceso dibattito tra la base rossa riguardo all’atteggiamento che i comunisti devono assumere verso Bergoglio. Molti vedono nella propaganda “socialisteggiante” di Bergoglio e nel suo seguito una via per portare ampie masse verso il socialismo ed hanno quindi criticato il nostro attacco che mostrava la natura del Vaticano e le contraddizioni in cui è invischiato. Giusto utilizzare la propaganda e le azioni di Bergoglio ai fini della rivoluzione socialista, il punto è facendo cosa? Bene quindi che si promuova il dibattito franco e aperto. Bene che si vada a fondo su una questione troppo spesso sottaciuta e marginalizzata, quando marginale non è.
Bisogna prima di tutto intendersi: le masse popolari di religione cattolica non possono essere confuse con il Vaticano, la sua chiesa e il suo capo Bergoglio. Il Vaticano è la più vasta e potente organizzazione privata mai esistita. È contemporaneamente un grande gruppo imperialista di tipo particolare (cioè con importanti tratti specifici solo suoi) e un’importante forza politica nel mondo e, a maggior ragione, in Italia.
I comunisti non hanno niente a che fare con questa organizzazione e il loro compito oggi è quello di smascherare risolutamente, senza se e senza ma, il ruolo del Vaticano nel governo del paese, nelle relazioni con i gruppi imperialisti nazionali e internazionali e con le organizzazioni criminali, il suo ruolo di intossicazione di menti e cuori di fedeli.
Bergoglio dice che ci vorrebbe un mondo diverso, ma chi deve farlo? I suoi fedeli? No davvero! a loro chiede oggi la fiducia in attesa di un domani migliore. A loro al massimo il compito di adottare soluzioni individuali di carità. La rivoluzione promossa da Bergoglio gira a vuoto. Promuove rassegnazione, passività in attesa di un mondo migliore.
Critica gli eccessi del capitalismo e del neoliberismo, lo fa riempendosi la bocca di equa distribuzione. Critica e a parole attacca gli eccessi del capitalismo. È costretto a “rifare il trucco alla Chiesa” per occultare la contraddizione evidente tra ciò che il Vaticano è e le condizioni delle masse popolari. Basti solo pensare all’esenzione dalle tasse di cui si giova la Chiesa a fronte della condizione di migliaia di piccoli commercianti, ristoratori, partite IVA che devono continuare a pagarle pur non potendo lavorare. Bergoglio si lagna – sempre tutto a parole – del sistema che non va, per scaricare le responsabilità su chi governa apertamente il paese. Lo fa perché può farlo. Lo fa in pieno stile Repubblica Pontificia, con il suo sistema di governo occulto del paese. Ben si guarda dal prendersi la responsabilità della direzione del paese, pur governandolo nei fatti.
Sono tante le risorse che il Vaticano può e deve mettere subito a disposizione delle masse popolari perchè possano far fronte all’emergenza, se davvero questo con il suo capo Bergoglio volessero essere conseguenti ai loro proclami. Per fare solo alcuni esempi:
- In ogni città le strutture sanitarie private in mano alla chiesa devono essere messe a disposizione di tutte le masse popolari per dare loro la possibilità di essere curate, tutto il personale sanitario che è già impiegato in queste strutture deve poter lavorare per la salute collettiva, per alleggerire la pressione su un SSN devastato dalla classe dominante e togliere medici e infermieri dalla condizione di dover scegliere chi ricoverare, chi curare.
- In ogni città e paesino gli immobili che la Chiesa possiede – sono circa il 23% degli immobili totali – devono essere usati per attuare dal basso un piano di riapertura in sicurezza per le scuole abolendo le classi pollaio, vero nodo per la sicurezza e per le assunzioni del personale.
- Allo stesso modo i restanti edifici devono essere concesse gratuitamente o a prezzo calmierato a tutte quelle famiglie, a tutti quei singoli che non possono permettersi più (o non potevano permettersi già prima) di pagare un affitto.
I fedeli non hanno un ruolo marginale in questo, al contrario di quanto promuove il Vaticano con la sua opera. Loro possono e devono far pressione – con le buone o con le meno buone – su ogni uomo della chiesa presente sui loro territori perché risorse e strumenti siano messi a loro disposizione. È solo la loro mobilitazione diretta per prendere in mano queste misure che può dare loro la forza di imporle estorcendo o espropriando ai padroni e ai loro soci con il collarino gli strumenti necessari.
Ai comunisti il compito di mobilitare le masse popolari che sono credenti a svolgere questo ruolo di pressione e incalzo! Strappando risorse e strumenti faranno un passo avanti nel mettere mano concretamente alle loro condizioni di vita e di lotta, ad ogni modo sia che ottengano concessioni temporanee in alcune battaglie, sia che non ne ottengano nessuna sarà una scuola pratica per loro, per comprendere il ruolo e la natura del Vaticano e del suo papa. Che anche per i fedeli, quindi, la lotta di classe diventi un’arma per vivere fino in fondo gli aspetti sani e progressisti della propria fede, eliminando i privilegi di chi da secoli la sfrutta per alimentare il proprio ruolo da oppressore oscurantista e parassitario.
Ai comunisti spetta il compito di alimentare il distacco tra fedeli e Vaticano, non ricucirlo! Così i comunisti approfittano delle uscite e delle critiche di Bergoglio al sistema vigente!