Il 10 aprile, le Sezioni dell’area metropolitana milanese del P.CARC hanno partecipato ad un presidio sotto gli uffici della Pfizer assieme alle altre realtà che in questi mesi hanno dato vita alla Brigata Soccorso Rosso. Era presente anche il Comitato di difesa della salute pubblica di Milano Sud-Ovest e una delegazione del Laboratorio Salute Popolare di Bologna.
Il presidio è stato indetto per rivendicare il diritto a vaccini pubblici e gratuiti per tutti, per denunciare la sudditanza del governo alle multinazionali del farmaco e le speculazioni sulla pelle delle masse popolari. È stata una mobilitazione importante, perché nel caos che regna sui vaccini, ha indicato chiaramente i responsabili di questa situazione: non i giovani che fanno gli aperitivi, non i no vax, ma le multinazionali del farmaco, il governo, la giunta Fontana-Moratti che specula sulla campagna di vaccinazione (11 milioni spesi per il servizio di prenotazione gestito dagli amici di Fontana interni ad Aria, che dopo mesi di inefficienza ha dovuto chiudere).
L’esperienza di Cuba che produce vaccini pubblici e gratuiti, ricordata da Medicina Solidale nel suo intervento, mostra a tutti che un altro tipo di sanità è possibile, se si mette al centro il diritto alla salute delle masse popolari. A Cuba la sanità gratuita e pubblica è stata una conquista ottenuta con la rivoluzione.
Da questa esperienza dobbiamo trarre esempio, perché per uscire da questa pandemia dobbiamo rimettere al centro il diritto alla salute. In Lombardia questo significa, innanzitutto, costruire un fronte di organismi popolari che si mobilitano per il diritto alla salute e che si sviluppa fino a cacciare la giunta Fontana-Moratti.
L’iniziativa del 10 aprile è stata un’ulteriore passo in questa direzione. Bisogna moltiplicare mobilitazioni come questa, ma anche estendere pratiche come il tampone sospeso e le tende della salute, le assemblee e i momenti di confronto, l’inchiesta. È dando risposte concrete, come fa la Brigata Soccorso Rosso, alle problematiche più sentite dalle masse popolari, ragionando sulle possibili soluzioni e traducendole in iniziative, che questa rete di organizzazioni può diventare un punto di riferimento per milioni di persone a cui la gestione criminale della pandemia ha sconvolto la vita. In questo modo, essa può arrivare a cacciare i responsabili di questa situazione e rifondare la sanità pubblica.