Il vento della restaurazione soffia in tutto il paese. È l’effetto della temporanea chiusura della breccia (vedi “Chiusa una porta si apre un portone” su Resistenza n. 4/2021) che le Larghe Intese hanno ottenuto con l’installazione di Draghi al governo. I risultati sono visibili a occhio nudo.
La china disastrosa del M5S, spinto da Grillo, Di Maio e Crimi a sostenere la Troika e Draghi, ha portato in dote il ripristino dei vitalizi a esponenti di primo piano del mondo parassitario e criminale della borghesia italiana, a partire da Formigoni. A poco serve il ricorso del Senato alla Corte dei Conti per impugnare la decisione: il messaggio è chiaro e forte.
Anche la militarizzazione della Val Susa, i lacrimogeni sparati in faccia ai manifestanti, le botte, le rappresaglie poliziesche contro gli abitanti, l’esautoramento del potere dei sindaci a colpi di celere e carabinieri, ecc. sono un altro messaggio chiaro.
L’eliminazione di Quota 100 – annunciata, anche se non ancora deliberata – è un antipasto delle manovre che seguiranno per smantellare tutte le misure “popolari”, anche se contraddittorie e parziali, che i governi Conte avevano adottato (in particolare il Conte 1, quello con la partecipazione leghista, a conferma che il PD è persino più a destra di Salvini!), come il Reddito di Cittadinanza e il Decreto Dignità.
Tornare all’età pensionabile di 67 anni “senza colpo ferire”, con la complicità dei sindacati di regime e degli stessi partiti che avevano promosso Quota 100 è la dimostrazione dei tempi correnti: tutte le fazioni della borghesia, tutti i comitati di affari e il Vaticano, collaborano attivamente all’operazione Draghi.
A fronte di ciò, tutte le forze popolari, politiche e sindacali e gli organismi di base sono chiamate a opporsi senza se e senza ma ai tentativi di restaurazione in atto!
Impedire il consolidamento del governo Draghi è la strada per impedire la ripresa dell’attuazione su ampia scala del programma comune della classe dominante, un programma di lacrime e sangue per le masse popolari!
Al programma della classe dominante opponiamo il programma del governo di emergenza della masse popolari organizzate:
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale. Nessuna azienda deve essere chiusa.
2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi.
3. Assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società. Nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato.
4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose, assegnando alle aziende coinvolte altri compiti.
5. Avviare la riorganizzazione di tutte le altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione.
6. Stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi.
7. Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese, conformare le Forze dell’Ordine, le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 e ripristinare la partecipazione universale dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico.
Respingere i tentativi restaurazione, avanzare per dare al paese il governo che serve!