Un’iniziativa on line di informazione e confronto sulla situazione politica italiana e internazionale, con uno sguardo a come Cuba sta facendo fronte alla pandemia.
Il 7 aprile abbiamo tenuto un’iniziativa on line dal titolo Il socialismo è la cura. L’obiettivo era analizzare la situazione alla luce dell’evoluzione della pandemia, ma soprattutto il modo con cui le masse popolari possono farvi fronte, sia guardando a quanto accade a casa nostra, sia volgendo lo sguardo a quei paesi che ancora oggi presentano tratti dei sistemi socialisti.
Sono stati invitati a parlare compagni che hanno riportato esperienze diverse, ma tutte riconducibili alla necessità di costruire un sistema alternativo a quello imposto dalla classe dominante. Il nostro contributo alla discussione è consistito nell’affermare che non occorre solo guardare al socialismo come prospettiva di un futuro indefinito, ma iniziare a costruirlo qui e ora, facendo fronte comune con tutte le forze che si oppongono al governo Draghi e al sistema delle Larghe Intese.
Il dibattito purtroppo ha risentito di qualche problema tecnico di connessione e di ritardi nei collegamenti, per cui in alcuni casi non è stato possibile approfondire il confronto che ci ripromettiamo però di riprendere e sviluppare.
Riccardo Germani dell’ADL Cobas Milano è uno dei fondatori della Brigata Soccorso Rosso che ha già effettuato, solo in città, più di 4.000 tamponi e lotta per essere riconosciuta ufficialmente dall’Agenzia della Tutela della Salute lombarda. Il compagno è intervenuto riportando l’esperienza della brigata e della Tenda della Salute specificando che gli operatori sanitari e i medici che ne fanno parte non sono “volontari” ma militanti, perché la loro è una denuncia politica che parte sì dalla questione della sanità, ma si allarga poi all’intera gestione capitalista della società, una società in cui tutto è merce. Quella di Soccorso Rosso è un’esperienza “piccola”, ma che mostra bene di cosa sono capaci le masse popolari quando si organizzano.
È intervenuto poi Leonardo Sinigaglia di M-48 che ha portato le sue riflessioni sulla società italiana, tenendo a cardine del suo discorso la distinzione e la contrapposizione tra le classi. Infatti, è proprio in virtù di questa contraddizione che lo Stato inteso come istituzione non può essere neutro, ma fa inevitabilmente gli interessi della classe dominante. È quindi ovvio che non siamo mai stati “tutti sulla stessa barca”. Leonardo ha ribadito la necessità che i comunisti intervengano in tutte le mobilitazioni delle masse popolari che si oppongono alle misure del governo Draghi, anche in quelle promosse dalle P.IVA, dai commercianti, dai ristoratori, ecc.
A seguire, Francesco Cappuccio, operatore sanitario in pensione del SI Cobas, ha messo l’accento sul fatto che la “democrazia” nella quale viviamo è in realtà un sistema che fa gli interessi dei padroni e come tale va considerata, senza illuderci sul fatto che le cose possano cambiare tramite processi “democratici”. Analizzando la situazione sanitaria dal punto di vista dei lavoratori del comparto, il compagno ci ha descritto un quadro drammatico. Il Servizio Sanitario Nazionale, nel corso degli anni, ha subìto tagli e privatizzazioni di ogni tipo, e i lavoratori della sanità si sono trovati a combattere una guerra a mani nude: molti di loro soffrono livelli di stress enormi, alcuni hanno abbandonato la professione, altri si sono suicidati o sono morti a causa del virus.
Indira Pineda, sociologa cubana, ci ha invece inviato un contributo nel quale descrive il modo in cui il governo cubano ha fatto fronte alla pandemia. Quella di Cuba è oggi una delle esperienze più avanzate nella gestione del contagio, in virtù del fatto che il paese mantiene tratti del sistema socialista, come quello di una sanità pubblica e sganciata da ogni logica di profitto, che predilige la prevenzione alla cura (al contrario di quanto accade nei paesi capitalisti). È proprio questo fattore che ha permesso a Cuba di contenere al massimo i decessi per Covid-19: il contagio è stato arginato efficacemente educando le masse popolari alle misure di igiene e distanziamento e tracciando e isolando i malati grazie a una rete funzionante e capillare di medicina territoriale. Oltre a ciò, a Cuba la ricerca scientifica è finanziata per intero dallo Stato: questo ha permesso ai medici e scienziati cubani di mettere a punto un vaccino contro il Covid-19 e anche di esportarlo all’estero. I medici cubani hanno grandissime competenze che hanno messo al servizio di altri paesi, tra cui il nostro. Tutto questo, nonostante Cuba sia sottoposta a sanzioni internazionali, blocchi economici e boicottaggi di ogni tipo da parte dei paesi imperialisti. Cuba, col suo esempio, continua a essere un faro luminoso per il mondo intero!
In ultimo, Danilo Della Valle, redattore dell’Antidiplomatico ed esperto di relazioni internazionali, ci ha spiegato che nei paesi imperialisti le persone si fidano molto meno dei vaccini contro il Covid-19 di quanto accade, ad esempio, a Cuba o in Cina.
Questo perché le masse popolari non si fidano della classe dominante e di ciò che da essa deriva. Le sue speculazioni sui vaccini sono sotto gli occhi di tutti. Nel sistema capitalista la pandemia e le cure per farvi fronte sono galline dalle uova d’oro di cui approfittare per fare ulteriori profitti.
Da qui la guerra tra i gruppi imperialisti, le preferenze rivolte ad alcuni vaccini piuttosto che altri, i ritardi nelle forniture, i ricatti consentiti alle case farmaceutiche e la decisione politica di salvaguardare i brevetti.
Il socialismo è quindi la cura? Noi ne siamo certi e ogni giorno lottiamo per costruirlo, per diventare i “medici” capaci di estirpare il cancro che affligge l’umanità intera, il capitalismo.