Oggi, Primo Maggio, scendiamo in piazza per affermare la centralità dei lavoratori nel nostro paese e la necessità che siano loro a prenderne in mano le sorti.
A più di un anno dall’inizio della pandemia e della sua disastrosa gestione da parte della classe dominante, si è visto bene come il tema del lavoro sia sempre di più centrale: da chi non ha mai smesso di lavorare per far fare profitto ai padroni (e non stiamo parlando solo dei lavori “essenziali”), a chi il lavoro lo ha perso o fa fatica a mantenerselo (i lavoratori stagionali e con contratti a termine, ma anche le tante piccole attività autonome e partite IVA).
In tutti questi mesi i governi che si sono succeduti non hanno preso nessuna misura veramente a favore dei lavoratori, né in materia di tutela della salute, né per quello che riguarda le condizioni di lavoro, anzi! Il governo Draghi ha anche recentemente deciso di eliminare Quota 100 e di procedere con lo sblocco dei licenziamenti, oltre ovviamente a non tutelare tutte quelle attività che sono ancora chiuse o fortemente limitate, i “ristori” sono solo briciole rispetto a quanto servirebbe.
Ma tutto il paese è attraversato da un capo all’altro da proteste di tutte le categorie, che sempre di più stanno entrando nell’ottica di fare fronte comune contro le misure della classe dominante. È chiaro che nessuna soluzione potrà arrivare dagli stessi che ci hanno sprofondato in questa situazione e la posta in gioco adesso è la presa del potere politico da parte dei lavoratori e del resto delle masse popolari.
La pandemia che le popolazioni di tutti i paesi imperialisti subiscono da oltre un anno ha peggiorato la situazione: ha fatto esplodere le contraddizioni che la crisi generale del capitalismo aveva già determinato. Ha mostrato che l’attuale classe dominante, pur avendone i mezzi, non ha la volontà politica di porre rimedio all’emergenza e non ne ha la possibilità: risolvere la pandemia significa trasformare radicalmente la società, superare il capitalismo e instaurare un nuovo e superiore modo di produzione e di gestione della società, il socialismo.
L’unica strada positiva è la ribellione, l’organizzazione e la mobilitazione per rovesciare il governo della classe dominante e installare un governo di emergenza popolare. Non importa se, al momento, mille fattori alimentano nelle masse popolari scetticismo e sfiducia rispetto alla possibilità di perseguire questa strada. Dobbiamo imparare a far valere la forza delle masse popolari organizzate, insegnare loro a contare sulle proprie forze e a combattere fino all’instaurazione del socialismo. Nel nostro paese abbiamo gli esempi del Biennio Rosso e della Resistenza: momenti nei quali i lavoratori giocarono un ruolo decisivo nel cambiare le sorti del paese.
Riprendere il cammino dei soviet in Russia, dei nostri partigiani e dei Consigli di Fabbrica per costituire un governo di emergenza e avanzare verso il socialismo: l’unico modo per sconfiggere la pandemia e la soluzione definitiva alla crisi del capitalismo!