Pubblichiamo di seguito l’appello che come sez. di Pisa del P.CARC abbiamo sottoscritto insieme ad altre realtà cittadine per promuovere la partecipazione al presidio davanti all’ospedale di Cisanello sabato 1 maggio dalle 11:30.
Per un 1^ Maggio di lotta! Difendiamo salute, occupazione e sicurezza!
A un anno dall’esplosione della pandemia dovuta al COVID, siamo ancora in una situazione di piena emergenza in cui si continuano a contare a decine i morti e i contagiati e la crisi sociale ed economica sta provocando un aumento delle diseguaglianze e delle ingiustizie. A fronte di superprofitti di alcune aziende che stanno “sfruttando” l’emergenza, si riducono le tutele per i lavoratori e le lavoratrici, aumentando precarietà e sfruttamento.Le multinazionali delle piattaforme digitali, della logistica, della grande distribuzione alimentare, alcuni settori produttivi in ambito sanitario hanno avuto un incremento di volumi e di profitti a cui non è seguito un corrispondente miglioramento occupazionale, salariale, di diritti: la pandemia (o meglio, sindemia, crisi epidemiologica e sociale) sta provocando una compressione sulle condizioni di lavoratori e lavoratrici del settore privato, in buona parte delle aziende in appalto per servizi ai settori pubblici, ma anche di lavoratori e lavoratrici del settore sanitario.
Sicuramente i lavoratori assunti a nero nei vari settori del turismo, dell’agricoltura, dell’edilizia, ad oggi sono coloro che più hanno pagato i fermi dovuti alla pandemia, ma questo esercito di “invisibili” è destinato a crescere quando cadrà il blocco dei licenziamenti. Anche molti lavoratori, specialmente nel settore del turismo e dell’intrattenimento sono da mesi cassa integrazione, a causa della pandemia, senza sapere se e quando torneranno a lavorare.
Le mobilitazioni di questi mesi dei lavoratori della logistica, dei riders, dei lavoratori e delle lavoratrici dello spettacolo, del mondo della scuola (contro le “classi pollaio” e per il
potenziamento del trasporto pubblico locale, per un efficace tracciamento), della galassia degli appalti sono stato un segnale importante di conflitto che va generalizzato ed esteso, viste le intenzioni del governo Draghi di assecondare sempre più le richieste di Confindustria a partire dal non rinnovo del blocco dei licenziamenti.
Nei prossimi mesi assisteremo ad un aggravamento della situazione sociale ed economica, cioè quando le imprese potranno tornare a licenziare e, per riconvertirsi e ristrutturarsi in vista dei fondi del Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza (PNRR), investiranno in automazione, digitalizzazione, formazione di nuove professionalità: anche il settore della Pubblica Amministrazione sarà investito da queste trasformazioni e vi sarà un profondo rimodellamento del lavoro con l’estensione massiccia dello smart working, con conseguenti ricadute sul piano lavorativo e occupazionale e probabili tentativi di stravolgimento (o addirittura di demolizione) dei contratti nazionali.
Anche nella nostra città tante sono le vertenze aperte che coinvolgono centinaia di lavoratori e lavoratrici dai lavoratori di Toscana Aeroporti, a quelli dell’Ids, da Amazon alla Worsp, da Avr alle cooperative di servizio nelle strutture pubbliche, ospedaliere e scolastiche in particolare (pulizie, mense, vigilanza): la mobilitazione di oggi ha l’obiettivo di evidenziare, far emergere, provare a collegare e connettere la molteplicità delle situazioni, per contribuire a ricostruire una unità del movimento di lavoratori e lavoratrici, innanzitutto con l’obiettivo di superare le differenze di trattamento (salariale, di diritti e di garanzie anche tra chi svolge mansioni uguali, ma con diversi inquadramenti contrattuali) e da cui sempre più spesso assistiamo a causa del sistema degli appalti in vigore.
Nel settore della sanità gli operatori le operatrici sanitarie e tutto il personale ospedaliero si sono prodigati per far fronte a un disastro, frutto delle privatizzazioni e dei tagli che si sono succeduti per anni da parte di governi nazionali e regionali di ogni tipo. Come se non bastasse, oltre a dover sottostare a turni massacranti, carenze di organico, mancanza di DPI e confusione organizzativa, quando questi gravi limiti sono stati denunciati gli “angeli” si sono trasformati in bersagli da colpire e da mettere a tacere. Vogliamo lanciare a gran voce la richiesta di assunzioni di medici, infermieri, operatori/trici socio-sanitari, barellieri, personale di pulizie e vigilanza, e che vi siano riconoscimenti economici (statali e regionali) corrispondenti alla mole di lavoro e di responsabilità che hanno sopportato in questi mesi, e nei prossimi. Soprattutto, deve essere potenziata la Medicina Territoriale e di Base, più colpita dalle “razionalizzazioni”, che già prima della pandemia mostrava gravi difficoltà a garantire una efficace sorveglianza sanitaria ordinaria.
Tuttavia, niente è stato fatto in un anno per invertire la rotta, non vi sono stati investimenti per assumere personale sanitario (se non in forma precaria e con contratti spesso indecenti), non sono stati potenziati i Dipartimenti Territoriali, anzi l’emergenza sanitaria è diventata un vero e proprio campo di speculazione: sui DPI e le mascherine, prima, sui vaccini oggi (di cui chiediamo la socializzazione, la produzione e la distribuzione pubblica, e l’abolizione della proprietà intellettuale dei brevetti) e a pagarne il prezzo sono i lavoratori e le masse popolari.
Il Primo Maggio è la giornata di lavoratori e lavoratrici: quest’anno più che mai deve essere una giornata di lotta per invertire la direzione e fermare l’ingerenza dei grandi potentati economico- finanziari sui settori subalterni della società.
W IL 1° MAGGIO
W LE LAVORATRICI E I LAVORATORI
Lavoratori Worsp, COBAS, CUB, FSI, P. CARC, PRC federazione Pisa, Una Città in Comune