Nelle ultime settimane i media di regime hanno messo in piedi un circo mediatico rispetto al DdL Zan. Tale DdL prevede l’inserimento dell’aggravante dell’omotransfobia nel codice penale, l’istituzione di una giornata nazionale contro l’omofobia e l’inserimento nei programmi scolastici del tema dell’omotransfobia. Tutto il fronte delle Larghe Intese, dalla Mussolini a Fratoianni, è concorde e si schiera con il DdL con solo alcuni esponenti della Lega e di Fratelli d’Italia a porre questa o quell’altra critica rispetto all’ipotetica apertura all’utero in affitto, la minaccia alla libertà d’insegnamento e obiezioni simili. Il tentativo è quindi quello di mettere in piedi un vero e proprio circo mediatico che gioca a dividere il mondo in pro e contro il DdL Zan.
La discussione tiene banco anche tra i compagni delle varie organizzazioni politiche che si rifanno al movimento comunista e i sindacati di base, oltre a buona parte delle organizzazioni popolari e associazioni che si battono per i diritti civili, l’emancipazione della donna, della comunità LGBTQ, degli immigrati, ecc. Le posizioni sono le più varie ma riconducibili essenzialmente a due correnti principali: chi si dice senza se e senza ma d’accordo con il DdL e chi, come il segretario di PC Marco Rizzo, gli va contro, finendo però per prestare il fianco alla parte più oscurantista e medievale del Vaticano e della trafila di associazioni e riviste che propagandano immondizia tra le masse popolari.
Rispetto a questo dibattito lo diciamo subito fuori dai denti, compagni: si tratta di un’opera di diversione, nient’altro che un modo per distogliere l’attenzione delle masse popolari dall’operato antipopolare e criminale del governo Draghi. Non bisogna scadere nei falsi schieramenti tra chi è a favore e chi è contro il decreto!
Il centro della questione non è l’opinione dei singoli dirigenti e organizzazioni su quanto scritto nel DdL, né tantomeno su quanto non è proprio citato nel DdL per raccattare qualche manciata di voti e simpatie in ambito ultracattolico, come fa, ad esempio, Rizzo quando si scaglia contro l’utero in affitto, la contrapposizione tra diritti civili e diritti sociali o l’istituzione della cultura “gender”.
Rispetto al DdL Zan, per esprimere un’idea compiuta e farne conseguire una prospettiva di lotta e rafforzamento delle condizioni della rivoluzione socialista nel nostro paese, bisogna tenere conto di almeno tre aspetti:
- il dibattito attorno al DdL, come detto, è un’operazione di diversione. È il solito giochino che i governi padronali fanno per distogliere le masse popolari dalle misure infami e criminali che portano avanti per spolpare e mettere in braghe di tela sempre più fasce e categorie della maggioranza della popolazione. Il governo Draghi con questa diversione ci va a nozze! Ci si accapigli sul DdL Zan o altre cose secondarie purché non si disturbi il manovratore nella sua opera di impiccagione degli interessi nazionali sull’altare dei grandi gruppi finanziari e speculativi dell’UE, della NATO, del Vaticano e delle organizzazioni criminali di cui questo governo è emanazione. In questo senso dividersi in tifoserie tra favorevoli e contrari al decreto significa intossicare ulteriormente il dibattito e fare un servigio a Draghi e ai suoi scagnozzi!
- se da un lato il DdL è un’operazione di diversione, bisogna tenere presente che questo DdL è frutto delle tante mobilitazioni (tra cui anche di cortei per il 25 aprile e simili) portate avanti negli ultimi anni dai comitati, associazioni e organismi della comunità LGBTQ e dei settori democratici e progressisti contro le violenze, le discriminazioni e l’emarginazione che omosessuali, trans e il resto degli esponenti delle masse popolari appartenenti alla comunità LGBTQ devono subire. Discriminazioni che si approfondiscono e aggravano tanto più si approfondisce e aggrava la crisi generale e l’abbrutimento che da essa deriva. Si tratta di condizioni rese ancora più critiche in un paese come il nostro, governato dal potere occulto e oscurantista del Vaticano. In tal senso i comunisti devono smascherare queste sporche e pretestuose manovre e dire a gran voce che il DdL Zan rispetto alle giuste rivendicazioni, esigenze e bisogni della comunità LGBTQ è insufficiente: non prevede reali misure per ridurre le forme d’oppressione e affermare diritti come l’assistenza sanitaria pubblica, tutele sulle disparità salariali e occupazionali (simili a quelle che esistono tra donne e uomini), ecc. Si tratta di misure necessarie ma totalmente mancanti nel DdL. Mancanze e vuoti che finiscono per alimentare l’oppressione degli operai, lavoratori e degli elementi delle masse popolari LGBTQ, che a differenza dei borghesi non possono acquistare e comprare quei diritti privatamente.
- sia tra i favorevoli che tra i contrari al DdL si parla di LGBTQ quasi come una classe sociale a sé o come un qualcosa che aleggi al di sopra delle classi sociali. Il ragionamento è sbagliato e fuorviante. Il terreno di conquista dei diritti civili è ambito in cui si mobilitano e organizzano migliaia di operai, infermieri, insegnanti, medici, dipendenti pubblici, commercianti, disoccupati e altri esponenti delle masse popolari del nostro paese! Queste giuste rivendicazioni e lotte vanno intese come ambito in cui pezzi delle masse popolari fanno esperienza di organizzazione e mobilitazione, della reale natura del sistema capitalista e del ruolo politico e nefasto che il Vaticano, governo di ultima istanza, svolge nel nostro paese. Le lotte per i diritti civili e i diritti sociali, quindi, non sono in contrapposizione, entrambe hanno un ruolo importante per lo sviluppo della rivoluzione socialista e per lo sviluppo della resistenza delle masse popolari al procedere della crisi. Un esempio di queste settimane è dato dal collettivo FEM.IN di Cosenza si sta battendo contro la malagestione della sanità calabrese fino ad occupare un ospedale del territorio portando la sua mobilitazione fino a Roma.
In definitiva, per lo più il DDL Zan sarà lettera morta se lasciato nelle mani chi oggi ne fa uno strumento per promuovere la diversione tra le masse popolari.
Come comunisti abbiamo il compito di sostenere e dare prospettiva a questi operai, lavoratori ed elementi delle masse popolari. Il DdL Zan sia solo un punto di partenza per creare un terreno favorevole di mobilitazioni, di lotta e di riscossa. Servono a poco le sceneggiate e i contentini dei padroni e dei loro governi. Che ogni associazione, comitato e organismo suoni la carica della riscossa, si leghi al resto del movimento di resistenza delle masse popolari alla crisi generale che i padroni hanno generato e si mobilitino per costruire una società diversa! Una società dove le libertà collettive sono la base e il presupposto delle libertà individuali; dove l’abolizione della divisione in classi e dello sfruttamento è la premessa per la conquista di eguaglianza sociale e civile; dove i rapporti tra le donne e gli uomini sono liberati dal condizionamento del potere oscurantista e medievale del Vaticano. Questa società è il socialismo, quella società per cui già da oggi è giusto lottare e di cui l’organizzazione, la lotta e la resistenza al procedere della crisi rappresenta la base e la premessa.
Non cediamo alla diversione e all’intossicazione, oggi il principale nemico alla liberazione della società ha un nome e cognome, è il gesuita Mario Draghi, il commissario inviato da UE, Vaticano e gli altri gruppi imperialisti per spolpare gli operai, i lavoratori e il resto delle masse popolari del nostro paese. Bisogna impedirglielo. Facciamo in modo che anche le mobilitazioni per la conquista di nuovi diritti siano una spina nel fianco di questo governo e dei partiti delle Larghe Intese. Uniamoci in un fronte unico per imporre le misure necessarie a fronteggiare l’emergenza economica e sanitaria in corso. Non vogliamo accontentarci delle poche briciole di un sistema morente, noi vogliamo il pane e le rose!