Su www.collettiva.it, sito della CGIL, è stato pubblicato un articolo in cui si rilancia un fatto accaduto presso il Carrefour di Torino. Giovedì 8 aprile 2021 i sindacati hanno convocato un presidio davanti al negozio per contestare la messa in cassa integrazione di quattro dipendenti, sostituiti con lavoratori di giornata. Il presidio è stato interrotto dal gestore del franchising, un imprenditore locale, che ha sbraitato e minacciato di morte i lavoratori e sindacalisti. Quanto racconta il sindacato è gravissimo e va contrastato con la lotta e la solidarietà di classe da parte dei lavoratori Carrefour ma anche di altre aziende ed esercizi commerciali.
Il Partito dei CARC esprime la propria solidarietà a questi lavoratori al fianco dei quali questa mattina siamo scesi in presidio. Si tratta di una vile aggressione contro lavoratori e sindacalisti che si sono giustamente mobilitati per contrastare questa gestione infame e vomitevole dell’azienda in questione. Mettere in cassa integrazione quattro lavoratori e sostituirli con altri quattro dipendenti con inquadramenti senza diritti e abbaiare perché si osa contestare, non è altro che il disvelamento della natura dei padroni e della crisi generale in cui è immersa la loro società.
Ogni lavoratore della Carrefour di Torino, degli altri punti vendita italiani e delle altre catene commerciali esprimano la loro solidarietà a questi lavoratori e alimentino la battaglia per ricacciare in bocca al padrone le offese e le minacce. Il caso di Torino non è un fatto isolato. Centinaia sono i licenziamenti, le intimidazioni e minacce quotidiane che i lavoratori di tutti i grandi centri commerciali subiscono in tutto il paese. È tempo di rialzare la testa!
Trasformiamo ogni attacco subito in un passo ulteriore di coordinamento tra operai di diverse aziende e al di là delle tessere sindacali o delle bandiere; che quest’aggressione diventi occasione di coordinamento con il resto dei lavoratori, di centri commerciali e non, nel resto del paese.
La forza della risposta operaia può trasformare ogni attacco in un’occasione di avanzamento nella loro lotta. Un’occasione per chiamare tutti gli altri settori della mobilitazione e della resistenza popolare diffusi in tutto il paese per rispedire indietro al nemico questi vili tentativi di intimidazione. Non è un caso che ci sia stata, dall’insediamento del governo Draghi, un’accelerazione degli attacchi repressivi e della protervia di imprenditori che si atteggiano a signorotti locali e danno addosso a chi produce la loro ricchezza. Sono tutti attacchi che non devono passare impuniti e ai quali bisogna rispondere con la costruzione di un fronte No Draghi. Che ogni luogo di lavoro, fabbrica, ospedale, officina, scuola e quartiere diventi un focolaio di ribellione ai padroni, a Draghi e la sua sporca cricca!
Ricacciamo in bocca ai padroni ogni aggressione, intimidazione e minaccia!
È tempo di resistenza e di solidarietà di classe. È tempo di riscossa!
Non un passo indietro! Toccano uno, toccano tutti!