[Reggio Emilia] “Siamo sospesi da un anno”. Solidarietà alle e agli occupanti del liceo Canossa sotto attacco!

Il 3 marzo scorso, ultimo giorno di lezioni in presenza, il collettivo Studenti Autorganizzati e altri studenti solidali hanno occupato il “Canossa” nel polo liceale di via Makallè: hanno fatto bene! Tutto ciò che va negli interessi degli studenti e del personale scolastico è legittimo anche se illegale!

Questo perché zona rossa significa unicamente tutela dei profitti dei padroni: la chiusura delle scuole e la misura della DAD sono plateale manifestazione dei reali interessi che le amministrazioni locale, regionale (entrambe a guida PD) e nazionale (il banchiere-boia Draghi e la sua accozzaglia di criminali) perseguono!

Le occupazioni degli Istituti scolastici, le lezioni all’aperto, le reti di solidarietà digitale che sono sorte negli ultimi mesi in diversi angoli del nostro paese sono parte della più generale lotta per imporre gli interessi degli studenti, dei lavoratori e delle masse popolari a fronte dell’azione degli sciacalli che dirigono la società. Attengono cioè alla lotta per costruire un futuro degno alle nuove e vecchie generazioni!

Siamo sospesi da un anno!”. Dopo tre settimane dall’occupazione, non è tardata la rappresaglia istituzionale: tre giorni di sospensione. Nella Città delle persone, la repressione in risposta all’azione di lotta al “Canossa” è ancora più intollerabile. Non solo, ma il preside D. Cottafavi, che più che un preside ricorda un Amministratore Delegato o uno sceriffo (a seconda della fase), vorrebbe “rieducare”, ventilando anche incontri con gli psicologi, queste studentesse e questi studenti: alle degradanti richieste di pentimento del preside gli studenti non hanno chinato la testa, rilanciando e continuando invece la mobilitazione con presidi solidali, conferenze stampa e comunicati. Avanti fino al ritiro delle sanzioni disciplinari!

I fatti hanno la testa dura. Le scuole chiuse sono un danno incalcolabile per studenti e famiglie: di quanti attacchi di ansia e casi di autolesionismo i nostri giovani sono oggetto negli ultimi mesi? Quanti giovani sono a rischio abbandono scolastico? Quante madri e quanti padri hanno dovuto mettersi in aspettativa o rinunciare al lavoro per seguire i figli in DAD? Quante famiglie non hanno accesso economico ad internet e a computer sufficienti per genitori e figli, chi in smart working e chi in DAD?

Questa è la realtà dei fatti. Questa è la battaglia di dignità, che in piccolo, l’occupazione del “Canossa” rappresenta perché, in fin dei conti, a chi affidarsi per una soluzione?

A P. Bianchi, ministro dell’Istruzione sostenitore della Buona Scuola di Renzi? O forse a R. Brunetta della Pubblica Amministrazione? O a quella M. S. Gelmini che ha ancora le mani sporche del sangue della devastazione dell’Istruzione pubblica di quando era alla corte di Berlusconi? O ci affidiamo a S. Bonaccini e L. Vecchi, troppo impegnati a speculare sul consumo di suolo e a difendere la Sanità privata?

La soluzione a questa emergenza sanitaria e a questa crisi generale non può arrivare dall’alto, né nelle scuole né altrove (nelle fabbriche, negli ospedali, nei magazzini, ecc.)!

Che fare? Una scuola pubblica spolpata che la DAD ha contribuito ad affossare: è tempo di passare dalla sola difesa del diritto allo studio ad un ripensamento complessivo della scuola nel suo insieme. Questa la prospettiva costruttiva che è necessario adottare: rifondare la scuola e questo lo possono fare solo gli studenti, gli insegnanti, il personale ATA e i genitori insieme, unendosi alle altre categorie di lavoratori perché il sistema in cui viviamo non è fatto a compartimenti stagni. Ogni ingranaggio, se non funziona, incide sull’intero sistema!

Tutte le masse popolari hanno interesse a costruire un sistema di istruzione che funzioni, un sistema formativo, multidisciplinare e polivalente così come in grande insegna l’esperienza dei primi paesi socialisti, prima fra tutti l’Unione Sovietica!

Per ricostruire e ripensare la scuola gli studenti hanno bisogno di alleati in città, dandosi i mezzi per vincere:

– promuovere il coordinamento con Priorità alla Scuola e altre realtà simili come avvenuto nelle ultime settimane iniziando a mappare gli edifici sfitti in città e dimostrando che gli spazi per riaprire in sicurezza ci sono! Non solo, fare propria la battaglia contro la precarietà dei docenti (fino ad imporre nuove assunzioni)!

– promuovere la sinergia con le Brigate Mediche di Solidarietà e le Tende della Salute così da creare, nella pratica, una rete di sostegno reciproco, mondo della scuola e mondo della sanità. La rete è il primo passo per poi ragionare insieme sulle misure da prendere e in caso di bisogno non aspettare più la soluzione dall’alto ma costruendola insieme. Ad esempio, nelle scuole serve elevare lo screening e il tracciamento del virus: ci sono centinaia di infermieri precari, la lotta del personale socio sanitario e del personale scolastico uniti può imporre l’adozione di questa misura atta alla reale tutela della salute!

Piena solidarietà alle e agli occupanti del “Canossa”: avanti a testa alta!

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