Il 22 aprile cade il centocinquantunesimo anniversario della nascita di Vladimir Il’č Ul’janov, detto Lenin (1870 – 1924).
L’apporto che ha dato al movimento comunista lo pone tra i suoi principali esponenti, con Marx, Engels, Stalin e Mao.
Il nome e l’immagine di Lenin, per quanto la borghesia si sforzi di nasconderli e rimuoverli dalla storia, sono ancora oggi simboli di speranza e riscossa per i proletari di ogni paese, la sua opera dimostrazione che è possibile il trionfo della rivoluzione socialista.
Lenin ha dato un contributo decisivo allo sviluppo teorico del marxismo, guidato dal principio che “senza teoria rivoluzionaria, non esiste movimento rivoluzionario”.
Ha scoperto, studiato e descritto la nuova fase in cui era entrato il capitalismo all’inizio del XX secolo, la fase dell’imperialismo, anticamera della rivoluzione socialista. Ha definito i principi organizzativi, il centralismo democratico, e il ruolo del partito comunista come reparto di avanguardia della classe operaia. Ha affrontato il tema del rapporto tra Stato e Rivoluzione, indicando che la macchina statale borghese doveva essere spezzata e sostituita dal potere sovietico. Ha individuato e perseguito la tattica dell’alleanza tra operai, contadini e soldati per fare la rivoluzione socialista nell’Impero zarista.
Quest’opera di elaborazione Lenin l’ha condotta nel fuoco della lotta. Lotta contro il governo zarista, che lo costrinse alla clandestinità e ad un lungo esilio, e lotta per affermare il carattere rivoluzionario del marxismo, contro il tradimento dei capi della Seconda Internazionale, che praticavano un’aperta politica di collaborazione con la borghesia. Quando i principali partiti socialdemocratici, e in primo luogo quello tedesco, votarono a favore della guerra mondiale, Lenin fu, nel movimento comunista internazionale, alla testa della corrente che tenne alta la bandiera della rivoluzione e dell’internazionalismo proletario contro ogni avversità e persecuzione.
Ma soprattutto Lenin, che per decenni procedette contro corrente, dimostrò la giustezza della sua elaborazione, dirigendo alla testa del partito bolscevico la prima rivoluzione socialista vittoriosa della storia dell’umanità, guidando il proletariato sovietico nei primi anni di edificazione del socialismo, promuovendo la formazione di partiti comunisti in tutto il mondo e avviando così la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale.
Con questa straordinaria conferma della sua elaborazione, il leninismo si affermò nel movimento comunista mondiale come seconda e superiore tappa del pensiero marxista, come sintesi delle leggi universali scoperte nell’esperienza della rivoluzione sovietica e come guida ideologica dei partiti comunisti di ogni paese.
La prima ondata della rivoluzione mondiale innescata dai bolscevichi di Lenin, e il movimento comunista mondiale fondato sul marxismo-leninismo che ne è stato alla guida, si sono oggi esauriti per limiti propri. Ma la crisi generale del capitalismo pone nuovamente la questione della rivoluzione socialista all’ordine del giorno.
Dobbiamo farci forti dell’esempio di Lenin e dei bolscevichi: un piccolo gruppo, perseguitato, controcorrente, che però, armato di coraggio, dedizione e soprattutto di una concezione e linea rivoluzionaria, ha cambiato il mondo. Oggi la concezione che deve guidarci è il marxismo-leninismo-maoismo. Il maoismo è, infatti, la terza e superiore tappa del pensiero comunista, sintesi degli insegnamenti della prima ondata della rivoluzione mondiale e della costruzione del socialismo, come il leninismo lo fu della rivoluzione sovietica. Su questa base il movimento comunista attuale, che alla pari del partito bolscevico di un tempo appare tanto piccolo, riprenderà il cammino interrotto della rivoluzione socialista e lo porterà a compimento instaurando il socialismo!