[Bergamo] Solidarietà a MPia e Gianfranco

Bergamo, 12 marzo 2021

SOLIDARIETA’ A MARIA PIA E GIANFRANCO DI BERGAMO

Esprimiamo solidarietà alla compagna Maria Pia Panseri di Rifondazione Comunista e al compagno Gianfranco del Comitato popolare verità e giustizia per le vittime da COVID 19, compagni di Bergamo che in questi giorni hanno subito la repressione borghese con perquisizioni domiciliari da parte della questura cittadina.

Vengono accusati di atti di violenza e minacce a cui si dichiarano totalmente estranei, nell’ambito delle mobilitazioni popolari contro la gestione della pandemia da parte del governo regionale lombardo. Nei fatti ciò che viene preso di mira è il ruolo di sostegno e di organizzazione, nelle mobilitazioni di denuncia della gestione della pandemia da parte della classe al potere che questi compagni hanno espresso in questi mesi. Si perseguono le lotte e le opinioni espresse contro la classe dominante mentre gli esponenti della stessa classe vengono assolti!

Non bisogna disturbare il manovratore con le proteste contro la gestione criminale della pandemia che ha ormai fatto più di centomila morti e sta ingrassando faccendieri e imprese capitaliste di ogni tipo; è in corso una guerra per accaparrarsi e spartirsi fette delle ingenti risorse rapinate alle masse popolari e ai lavoratori, per ridisegnare la mappa del potere economico del paese, per assecondare gli interessi del capitale finanziario internazionale che ha commissariato direttamente il nostro paese attraverso Draghi, suo esponente di fiducia: vogliono fare in Italia quanto fatto patire al popolo greco, ma più in grande. Alle masse popolari, nelle loro intenzioni, resta il compito di accettare le condizioni definite. L’importante è far ripartire la produzione e anche se qualcuno morirà … pazienza! Così si espresse Guzzini di Confindustria Macerata e nella sostanza così si sono espressi i vari capoccia di Confindustria del paese e molti loro servi nel teatrino della politica ed è per questo che ci troviamo ancora nel centro dell’epidemia e nel caos organizzativo: la classe al potere e le sue istituzioni hanno fallito e non riscuotono più credibilità agli occhi delle masse!

Anni di smantellamento del servizio pubblico sanitario istituito nel 1978 sull’onda delle mobilitazioni popolari di quegli anni, hanno prodotto questo scempio che i Maroni, Fontana, Gallera, Moratti, col faccendiere Bertolaso rappresentano in Lombardia.

La situazione di unità nazionale chiamata dalla classe al potere per gestire le vaste risorse del paese messe a disposizione anche a livello internazionale per far fronte alla pandemia in corso si mostra già da tempo sul piano repressivo delle mobilitazioni popolari contro la sua gestione. Le recenti persecuzioni delle mobilitazioni torinesi dell’ottobre 2020, di quelle fiorentine, il fermo dei giovani del PCI mentre si recavano ad una manifestazione, la prosecuzione degli sgomberi degli spazi sociali autogestiti e delle case occupate da chi ha necessità di un tetto, la persecuzione delle lotte operaie della logistica il cui esempio di Piacenza è recentissimo e vittorioso, le centinaia di migliaia di posti di lavoro cancellati e quelli altrettanto in programma di esserlo danno la misura della debolezza della classe al potere che, impotente a risolvere in modo positivo per le masse i pesanti effetti determinati dallo sviluppo della crisi generale in corso, aggravate dalla pandemia, attua la repressione sempre più vasta.

Draghi ha la fiducia della UE, delle banche, di Confindustria, dei vertici dei sindacati di regime e della maggioranza del parlamento, ma non ha né la fiducia né il sostegno dei lavoratori e delle masse popolari. Anzi, la sua installazione ha già provocato proteste e mobilitazioni che sono destinate ad allargarsi. Sono vari i fronti di lotta aperti dai lavoratori dipendenti e autonomi, precari e stabili, da giovani e studenti con le Brigate di Solidarietà e con il volontariato diffuso, dagli immigrati per rivendicare una vita dignitosa all’altezza delle conquiste di progresso, delle conoscenze scientifiche e tecnologiche, delle capacità organizzative raggiunte dall’opera delle masse popolari in ogni ambito della società. Oggi abbiamo la capacità e possibilità di risolvere la quasi totalità dei problemi dell’esistenza ma ci troviamo di fronte a milioni di persone delle masse popolari che muoiono per malattie curabili, per fame, per emigrazione alla ricerca di una vita migliore, per guerre dirette e su commissione delle varie potenze imperialiste, a causa della subordinazione delle condizioni per l’esistenza alla logica del profitto, come mostra il caso della produzione e distribuzione dei vaccini anticovid 19.

Abbiamo il compito oggi di estendere, organizzare e coordinare queste mobilitazioni per cacciare dal governo del paese questa classe di occupanti che non può altro che peggiorare le condizioni di vita delle masse popolari e dei lavoratori tutti. Dobbiamo sostituirla con un governo che sia espressione delle masse popolari organizzate: il Governo di Blocco Popolare.

La repressione non impedisce la possibilità di vittoria: lottare è giusto, osare vincere è giusto e la repressione come “reazione” alla vittoria è il proseguimento, è parte della stessa lotta della classe operaia.

Promuovere organizzazione, coordinamento, scambio di esperienze, solidarietà e sostegno reciproci è un passo in avanti nel passare dalla resistenza all’offensiva!

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