Nei numeri precedenti abbiamo trattato dell’esperienza della brigata sanitaria Soccorso Rosso di Milano che ha inaugurato, nei mesi passati, l’iniziativa del “tampone sospeso” attraverso cui effettua gratuitamente i tamponi rapidi antigenici.
La brigata ha dimostrato col suo operato che contenere il contagio con un tracciamento di massa è perfettamente realizzabile e che il corso disastroso della pandemia è conseguenza di scelte politiche scellerate che hanno privilegiato i profitti di pochi rispetto alla salute di tutti. Ha, quindi, non solo indicato una soluzione al problema, ma l’ha finanche praticata.
Nel mese di febbraio la brigata ha compiuto un ulteriore passo avanti intervenendo in alcuni quartieri popolari della città grazie al coordinamento con le brigate e le realtà locali. Ha acquistato un’ambulanza per portare il “tampone sospeso” nei vari quartieri, dedicando a questa attività ogni sabato del mese.
Sabato 20 febbraio, la tenda del “tampone sospeso” si è però trasferita sotto la Regione Lombardia per prendere parte alla manifestazione regionale indetta dai comitati in difesa della sanità pubblica ad un anno dall’inizio della pandemia Nel suo intervento, la brigata ha additato la Giunta Fontana come principale responsabile del disastro prodotto dalla pandemia specificando che le conseguenze del suo operato non sono riconducibili solo a mera incapacità, ma al suo complice asservimento agli interessi di Confindustria e dei padroni della sanità privata.
Ogni domenica, Soccorso Rosso continua, invece, a eseguire i tamponi in piazza Baiamonti dove è diventata, ormai, un punto di riferimento per gli abitanti della zona.
L’iniziativa del “tampone sospeso” sta cominciando a prendere piede anche in altre città, a conferma che si tratta di un’iniziativa giusta, di cui le masse popolari hanno bisogno.
A Bologna, è stata promossa da ADL Cobas, Rider Union Bologna e dallo spazio sociale Làbas. Nasce sull’esempio di quella di Milano e a seguito dalle lotte dei ciclofattorini, che in questa città hanno avuto un importante ruolo nel mettere al centro, tra le altre cose, il tema della salute dei lavoratori. I tamponi vengono effettuati presso il Làbas dai sanitari del Laboratorio di Salute Popolare che ha lì la sua sede.
A Cosenza, l’iniziativa è stata promossa dall’Associazione “La terra di Piero” che, dopo essersi mobilitata nella distribuzione di generi di prima necessità nei mesi passati, ha ora organizzato una decina di medici e infermieri volontari per effettuare i tamponi gratuiti nelle piazze della città. Anche questa iniziativa trae ispirazione da quella di Milano.
Infine, sempre a Milano, il coordinamento delle brigate volontarie per l’emergenza ha cominciato, sabato 20 febbraio, assieme a Emergency, a effettuare i tamponi gratuiti presso l’Arci “L’Umanitaria”, rivolgendo il suo servizio anche a tutti i volontari delle brigate.
Prendono piede le brigate sanitarie, si sviluppa in generale la rete di realtà mobilitate per fare fronte all’emergenza sanitaria ed economica e alle manovre dei padroni per scaricarne gli effetti sulle masse popolari, avanza il coordinamento attorno a pratiche comuni. Si tratta di passi importanti. Realtà come queste rappresentano, infatti, l’unica alternativa concreta alla criminale gestione della pandemia voluta dalla classe dominante che con il governo Draghi rinnova la sua politica di lacrime e sangue. È l’avanzare di queste esperienze e del loro coordinamento che determinerà la sopravvivenza o meno del governo Draghi e il raggiungimento dell’obiettivo che ci prefiggiamo: l’imposizione di un governo di emergenza popolare.