Lettera alla Redazione
Come guida turistica abilitata ho deciso di prendere parte a varie manifestazioni e presidi che si sono svolti a Milano da dicembre scorso a gennaio 2021. La prima è stata quella del 15 dicembre organizzata dalla Community Facebook “Mi riconosci? Sono un professionista dei beni culturali”. (…)
La seconda manifestazione, che ha avuto una risonanza ben più ampia, è stata la Cultural Mass del 16 gennaio organizzata dal gruppo Coordinamento Spettacolo Lombardia. Ho partecipato all’evento coinvolgendo alcune colleghe, facendo capire loro che era necessario mobilitarsi ancora per una ripartenza diffusa del settore e per ribadire che la cultura e i suoi lavoratori vanno tutelati e aiutati. Nonostante gli spostamenti in bici in massa con varie tappe dalla Triennale al teatro Arcimboldi, le guide turistiche non sono riuscite a prendere la parola, ma è stato comunque interessante per me riuscire a coinvolgere un maggior numero di colleghi e confrontarci sulla nostra difficile situazione.
Motivata e piena di entusiasmo, dopo la Cultural Mass, sempre navigando in Internet, ho trovato la locandina di un presidio organizzato dal “Comitato territoriale esercenti” che si è tenuto il 20 gennaio scorso. Ho pensato che se come categoria di guide turistiche ci fossimo uniti alla protesta di ristoratori, baristi, proprietari di palestre, saremmo riusciti a parlare e a rivendicare i nostri diritti sotto al Palazzo della Regione. Ho contattato quindi un ragazzo, gestore di un disco club di Milano, che ci ha accolti subito con piacere ringraziandoci del sostegno. Ho partecipato così al presidio insieme ad un numero più ampio di colleghi e con 2 striscioni, ho parlato in pubblico esponendo le nostre rivendicazioni e siamo riusciti a farci intervistare e fotografare da diversi giornalisti.
Sono scesa in piazza unendomi sia ai colleghi della cultura sia agli esercenti per rivendicare un diritto fondamentale per un paese civile e cioè IL DIRITTO AL LAVORO!!!
L’intento delle guide turistiche è stato quello di dimostrare che anche in una pandemia non basta procurarsi solo i beni di prima necessità per continuare a vivere… Noi siamo dei divulgatori di cultura, arte, bellezza di cui la società ha bisogno per continuare a star bene e siamo soprattutto dei professionisti che non lavorano per hobby! Abbiamo famiglie, figli e scadenze da rispettare.
Pretendiamo il rispetto che è mancato nei confronti della nostra categoria con le riaperture e chiusure dei musei a singhiozzo che, di fatto, ci impediscono ancora oggi di lavorare con continuità (i musei sono ancora chiusi nei week end) e indennizzi e ristori.
Quando ci hanno intervistato in piazza abbiamo fatto presente che alcune categorie di colleghi non hanno infatti beneficiato di quest’ultimi per problemi relativi ai codici Ateco o alla gestione della domanda stessa da parte di INPS o MIBACT (Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo-ndr) chiedendo di porre subito rimedio a queste defezioni e ribadendo la necessità di tornare al lavoro con una riapertura intelligente dei musei. (…)
LM – Milano