Il Congresso straordinario della Sezione di Siena

Il 6 e 7 marzo si svolge il Congresso straordinario della Sezione di Siena-Valdelsa. Una tappa importante in una Sezione che storicamente è sempre stata molto dinamica nella formazione di compagni che hanno assunto via via anche altri incarichi federali e nazionali, segno di un collettivo sempre in movimento, una cosa salutare!
Nell’ultimo anno, in particolare, si sono create le condizioni affinché venisse eletto un nuovo segretario.
In ragione del ruolo che ho assunto nella Segreteria Federale Toscana e del conseguente trasferimento da Siena a Firenze, da tempo stavo dirigendo la Sezione senza essere direttamente presente sul territorio. Questo è stato per certi versi un limite, ma per altri ha permesso che nel collettivo di Sezione emergesse una compagna che poteva essere formata per sostituirmi. Nei fatti, soprattutto negli ultimi mesi, è stata lei a dirigere gli altri compagni nelle attività, sperimentandosi sempre di più e cominciando a camminare con le sue gambe.

Oltre a questo, in Sezione è entrato un nuovo membro, il primo uomo adulto in un collettivo di compagne giovani.
Ciò ha cambiato gli equilibri e le dinamiche del collettivo e ha portato grande entusiasmo, mettendo anche noi nella condizione di doverci confrontare, formare e lavorare con un compagno con caratteristiche molto diverse dalle nostre. In un certo senso, l’entrata del compagno ha costretto il vecchio gruppo a rompere con le prassi e le consuetudini che derivavano dall’essere state fino a quel momento un collettivo omogeneo, di compagne che bene o male hanno un vissuto simile, che sono inserite in determinati contesti, vicine per età e dello stesso sesso.

L’aver accolto un compagno che non ha nessuna di queste caratteristiche – un uomo adulto, con una lunga esperienza alle spalle di militanza in contesti politici e sociali diversi, che però accetta di farsi dirigere e guidare da compagne che potrebbero essere sue figlie o addirittura nipoti – è stata già di per sé una lezione e una spinta per tutto il collettivo. Stiamo infatti mettendo meglio a fuoco cosa vuol dire costruire un collettivo di comunisti, uniti dagli obiettivi, dalla causa comune e non tanto dalle “affinità” oggettive e soggettive. Questo ci permette di fare un passo nella comprensione di cosa voglia dire allargare le fila del movimento comunista, valorizzare tutto quello che è valorizzabile, spingere sempre in avanti i compagni invece che cercare “il militante fatto e finito” o chi è simile a noi.

Nel 2020 c’è anche stato un grosso impulso al lavoro della Sezione sulle organizzazioni delle masse popolari e sulla classe operaia, in particolare nella zona della Valdelsa.
Questa zona è caratterizzata da una grande presenza di fabbriche e dal lascito storico del vecchio movimento comunista che ha sedimentato nelle masse popolari la necessità di organizzarsi in associazioni, comitati e simili che si occupano delle questioni locali più disparate, dall’ambiente alla socialità, dalla politica alla cultura.
È proprio grazie all’aver messo maggiormente “le mani in pasta” che anche noi ci siamo resi conto della ricchezza che avevamo attorno, della grande mobilitazione delle masse popolari che già esisteva.

In questo contesto una parte importante del nostro lavoro è stato il supporto alla costruzione della brigata Giovani in Solidarietà di Colle Val d’Elsa, della quale abbiamo scritto a più riprese anche sul giornale e della quale fa parte anche una compagna della Sezione. Questo ci ha permesso di interfacciarci di più anche con le istituzioni locali (delle quali prima avevamo una conoscenza solo parziale) e di coinvolgere molti giovani, in maggioranza studenti, e quindi di intervenire per portarli a organizzarsi all’interno delle scuole per la difesa del diritto allo studio.

L’aver cominciato a intervenire su un discreto numero di organizzazioni popolari e operaie, comitati e associazioni ci ha però anche messi di fronte a nuove contraddizioni. Una tendenza che infatti si è presentata è stata quella dello “scioglierci” negli organismi nei quali intervenivamo direttamente o indirettamente, e a operare solo come membri (per linee interne, come se fossimo esponenti avanzati delle masse popolari e non comunisti) e a non sviluppare parallelamente un legame di unità e lotta col Partito.

Aver compreso ciò ci ha anche mostrato che dovevamo rafforzarci e fare dei passi nella comprensione del ruolo che ha il partito comunista nel condurre le masse popolari a costruire la rivoluzione socialista, non viceversa. Le masse popolari organizzate, per quanto determinate e combattive, senza l’azione e la guida dei comunisti non possono ribaltare il sistema economico, politico e sociale nel quale viviamo. Per questo la fase congressuale è servita ad analizzare questo aspetto dell’attività dei comunisti, a comprendere cosa vuol dire utilizzare la linea di massa e dirigere a un livello superiore il movimento delle masse popolari legandosi indissolubilmente ad esse.
L’elezione a nuova segretaria di una giovane compagna apre nuove e superiori prospettive per la Sezione e per il Partito, avanti così!

La ex-segretaria
Gaia Dondoli

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