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10, 100, 1000 mobilitazioni per imporre il governo di emergenza delle masse popolari organizzate
10, 100, 1000 mobilitazioni per cacciare il governo Draghi
Draghi e il suo governo hanno la maggioranza in Parlamento, ma hanno l’ostilità della maggioranza dei lavoratori e delle masse popolari. La retorica della propaganda borghese non riesce a nascondere la realtà dei fatti.
Con il governo Draghi i capitalisti puntano a riprendere su larga scala l’attacco dei diritti e delle tutele che i lavoratori e le masse popolari avevano conquistato quando il movimento comunista era forte.
Da destra a “sinistra” padroni, sindacalisti, giornalisti e “intellettuali” di regime gongolano per la nuova Santa Alleanza tra i vari schieramenti borghesi. Ma stanno facendo i conti senza l’oste, le masse popolari.
L’organizzazione e la mobilitazione delle masse popolari è l’aspetto capace di decidere le sorti del paese se i comunisti sono all’altezza dei propri compiti.
Essere all’altezza dei propri compiti significa
– fare di ogni mobilitazione uno strumento per costruire il fronte delle forze politiche, sindacali e sociali contro le Larghe Intese e il governo Draghi;
– promuovere la più ampia unità d’azione fra partiti e organizzazioni comuniste, base essenziale per rilanciare il confronto e il dibattito necessari a dare una alternativa di riscossa al nostro paese;
– sostenere tutti gli organismi operai e popolari affinché assumano un ruolo superiore nella promozione della mobilitazione e della lotta di classe per rendere ingovernabile il paese a Draghi e per imporre un governo di emergenza popolare.
Se è vero, come è vero, che la classe dominante non può esprimere un “governo amico” dei lavoratori e delle masse popolari, è vero che i lavoratori e le masse popolari hanno il compito di costituire un loro governo di emergenza e imporlo alla classe dominante con l’organizzazione e la mobilitazione.
Serve un governo deciso a rompere con i ricatti e della Comunità Internazionale del Vaticano, degli imperialisti UE, USA e sionisti, deciso a spazzare via i traffici degli innumerevoli comitati di affari, consorterie, cosche e clientele che operano da parassiti su ogni attività economica, politica e sociale, deciso a mettere al primo posto la difesa dei posti di lavoro esistenti e la creazione di nuovi, utili e dignitosi.
Questo orientamento si riassume in 7 misure:
1. Assegnare a ogni azienda compiti produttivi utili e adatti alla sua natura, secondo un piano nazionale. Nessuna azienda deve essere chiusa.
2. Distribuire i prodotti alle famiglie e agli individui, alle aziende e ad usi collettivi secondo piani e criteri chiari, universalmente noti e democraticamente decisi,
3. Assegnare a ogni individuo un lavoro socialmente utile e garantirgli, in cambio della sua scrupolosa esecuzione, le condizioni necessarie per una vita dignitosa e per la partecipazione alla gestione della società. Nessun lavoratore deve essere licenziato, ad ogni adulto un lavoro utile e dignitoso, nessun individuo deve essere emarginato,
4. Eliminare attività e produzioni inutili o dannose, assegnando alle aziende coinvolte altri compiti,
5. Avviare la riorganizzazione di tutte le altre relazioni sociali in conformità alla nuova base produttiva e al nuovo sistema di distribuzione,
6. Stabilire relazioni di solidarietà e collaborazione o di scambio con gli altri paesi disposti a stabilirle con noi,
7. Epurare gli alti dirigenti della Pubblica Amministrazione che sabotano la trasformazione del paese, conformare le Forze dell’Ordine, le Forze Armate e i Servizi d’Informazione allo spirito democratico della Costituzione del 1948 e ripristinare la partecipazione universale dei cittadini alle attività militari a difesa del paese e a tutela dell’ordine pubblico.
Il governo di cui ha bisogno il paese non può nascere dalle alchimie del teatrino della politica borghese (elezioni, maggioranze parlamentari, ecc.), ma dalla mobilitazione cosciente di quella parte di lavoratori e masse popolari già organizzate.
Questa è la strada che stiamo perseguendo e che chiamiamo le masse popolari a percorrere per avanzare nella rivoluzione socialista fino all’instaurazione del socialismo.
Cosa è il socialismo?
Il socialismo è il modo di produzione e il sistema di relazioni sociali di cui il capitalismo stesso ha creato i presupposti:
1. dittatura del proletariato: il potere politico nelle mani alla classe operaia e alle masse popolari organizzate;
2. collettivizzazione della produzione: produzione di tutti – e soltanto – i beni e i servizi necessari alla vita dignitosa della popolazione e ai rapporti di solidarietà, di collaborazione e di scambio con gli altri paesi;
3. partecipazione crescente di tutta la popolazione alla gestione, alla direzione e alla progettazione della vita sociale, al patrimonio culturale e al resto delle attività propriamente umane.
Le masse popolari sono in grado di compiere questo salto, ma solo sotto la direzione dei comunisti.