Reggio Emilia è conosciuta per essere “La città delle persone”: questo sulla carta perché nella realtà è terreno di speculazione per un sistema di potere al cui vertice c’è il Partito Democratico, protettore delle scorribande della multi-utility IREN (di cui il Comune detiene il 6,4% del capitale sociale complessivo).
In un momento di crisi economica e sociale come questo, sia a livello territoriale che nazionale, IREN ha avuto l’ardire, dimostrando la sua vera natura predatoria e anti popolare, di inviare raffiche di bollette gonfiate per il consumo del gas domestico, gravando ulteriormente sulle finanze di migliaia di famiglie. Un evento questo che ricorda molto le “bollette pazze” del 2011 e che quindi non è un episodio isolato: per IREN (e quindi per il Comune a guida PD che piagnucola) le masse popolari reggiane non sono altro che un bacino di speculazione e predazione. Il nomignolo che la compagnia si è guadagnata – VampIren – è più che azzeccato!
In questo senso, le veline per mezzo stampa e i maldestri tentativi di “ripulirsi la faccia” del sindaco Luca Vecchi sono una toppa peggiore del buco: interessi sempre più inconciliabili e sempre meno controllabili, come la protesta davanti agli uffici di IREN di fine gennaio e i continui ricorsi a Federconsumatori da parte dei cittadini lo dimostrano.
I fatti hanno la testa dura: “Le bollette non si riferiscono affatto all’ultimo bimestre ma effettuano un ricalcolo dei consumi precedenti, una sorta di conguaglio, passando dalla fatturazione a rata costante verso quella a consumo effettivo. Un primo aspetto, non chiarito dall’azienda, è pertanto la verifica che i consumi rilevati siano corretti. Se, come pare, in molti casi sono stimati e non effettivi, il cliente ha un problema essendo probabile che la previsione sia superiore a quanto effettivamente consumato” scrive Francesco Fantuzzi (Reggio città aperta).
Il sodalizio con il PD locale non si esaurisce nel poter fare cassa sulla pelle dei cittadini, ma anche nella possibilità di speculazioni sul territorio, in particolar modo attraverso STU Reggiane S.p.a, la società partecipata dal Comune di Reggio Emilia (70%) e IREN Rinnovabili Srl (30%) che si occupa della riqualificazione dell’area delle Officine Meccaniche Reggiane. Un “investimento” di oltre 50 milioni di euro (i cui tentacoli arrivano fino a via Turri) che, a una lettura non ingenua, rappresenta la contro-partita per la realizzazione del mega impianto a biometano a Gavassa. Cioè il Comune ottiene i soldi per le ex Reggiane e in cambio permette a IREN di costruire un impianto dannoso, oltre che inutile, per la salute delle persone e del territorio come da anni dimostrano i Comitati Ambiente e Salute – Reggio Emilia. Questi comitati sono l’argine contro la deriva predatoria di questi soggetti e per questo sono sotto continuo attacco (come il patetico pignoramento, durato 6 giorni, del conto corrente dei Comitati da parte di IREN, una vera e propria rappresaglia per la lotta dei Comitati). Per questo sono un esempio luminoso di difesa degli interessi della popolazione e dell’ambiente.
Di fronte a questo scempio e per far valere gli interessi dei lavoratori e della popolazione reggiani bisogna evitare la trappola di IREN che propone di rateizzare gli importi non dovuti: prima di tutto bisogna pretendere che IREN corregga i consumi (cioè basarsi sui consumi reali e non sulle stime arbitrarie) e rifiutarsi collettivamente di pagare le bollette fino a quando ciò non avverrà. Perché pagare cifre non corrispondenti alla realtà? Perché dover rateizzare qualcosa che non gli è dovuto?
Inoltre, serve 1. fare pressione sull’Amministrazione Comunale, a partire dai Consiglieri del M5S, per creare pressioni politiche e costringere l’azienda e l’Amministrazione a dover rivedere le bollette e 2. unirsi ai lavoratori di IREN che vivono una condizione di lavoro degradata (fatti di tentativi di cambi di appalto a ribasso, contratti capestri, smart working oltre gli orari concordati, ecc.). I lavoratori sono potenziali e utili alleati!
Come sezione “Lidia Lanzi” del P. CARC siamo a completa disposizione nel sostenere qualsiasi azione legittima serva intraprendere per tutelare gli interessi del nostro territorio e delle masse popolari che ci vivono!
Costruire dal basso una rete di organismi operai e popolari che si coordinano per gestire di fatto la città così da evitare che i nostri quartieri diventino occasioni per ulteriori opere inutili e dannose come sta avvenendo con la costruzione di una maxi antenna a ridosso delle abitazioni alla Canalina! Bene hanno fatto i residenti a organizzarsi: ora legarsi al resto delle mobilitazioni in città, dai presidi contro il governo Draghi agli studenti in lotta per il diritto allo studio in sicurezza fino ai metalmeccanici alle prese con il rinnovo del CCNL!
Solo un’Amministrazione basata sulle organizzazioni operaie e popolari toglierà il profitto dai beni comuni (acqua e gas in primis): è una questione di governo e gestione diretta del territorio, qui e ora!