[Italia] Dopo lo sciopero generale del 29 gennaio, la lotta prosegue

Il 29 gennaio si è tenuto lo sciopero generale promosso dall’Assemblea nazionale Lavoratori e Lavoratrici Combattivi (ALC), SICOBAS e SLAI Cobas. Si sono tenuti presidi e manifestazioni in diverse città del paese tra cui Brescia, Napoli, Torino, Roma e Siena, dove lavoratori di diversi settori e studenti si sono mobilitati per rivendicare l’applicazione ferrea dei protocolli di sicurezza sui luoghi di lavoro, salari dignitosi e altri punti di una articolata piattaforma. In particolare, a Napoli è stato bloccato per circa 10 ore il Porto, che rappresenta uno dei principali centri economici della città, a sostegno della vertenza di alcuni lavoratori licenziati con motivi pretestuosi dal Consorzio Conateco; a Brescia è stato fatto un volantinaggio in solidarietà agli operai della Iveco, che gli Agnelli-Elkann intendono vendere mettendo di fatto a rischio il futuro di una delle aziende di maggiore importanza industriale, e anche storica, della città.

La giornata di lotta è stata importante come tappa di un percorso di coordinamento degli operai combattivi, giovani e militanti politici e di mobilitazione tramite la costituzione di ALC in diverse zone che prosegue da quasi un anno con questo obiettivo. Le ALC hanno in programma altre scadenze di mobilitazione per l’8 marzo e il Primo Maggio.

La vittoriosa battaglia degli operai FedEx/TNT di Piacenza, che hanno impedito i 300 licenziamenti che la multinazionale americana intendeva fare nel loro hub nonostante la dura repressione fatta delle ormai solite cariche dei celerini e la pioggia di lacrimogeni CS (gli stessi usati in Val di Susa e vietati dalle varie convenzioni), conferma che è possibile resistere agli attacchi, far fronte alla repressione e alle intimidazioni di padroni e polizia, che per sviluppare al meglio la lotta di classe, la classe operaia deve mettersi alla testa della costruzione di un fronte ampio di mobilitazione  e solidarietà.

Il percorso delle ALC rappresenta un passo in avanti nel darsi un piano di guerra contro le manovre della classe dominante, che in queste settimane si concretizzano nell’imposizione con un colpo di mano del governo Draghi e di un nuovo programma di macelleria sociale dei diritti e delle conquiste dei lavoratori: “gestione” delle risorse dello Stato e dei miliardi del Recovery Fund a totale beneficio di padroni, speculatori e loro sodali, nuovi attacchi alla classe operaia e alle masse popolari: maggiore libertà per i padrone nella gestione delle aziende, salari e condizioni di lavoro “flessibili” (riduzione dei salari con i “contratti di solidarietà” come indica Landini, licenziamenti, CIG di massa, contratti e orari ancora più flessibili, accettazione di lavorare in condizioni non sicure, ecc.).

Con il governo Draghi delle Larghe Intese (polo PD, polo Berlusconi e loro aggregati con in più il M5S che sosterrà il governo), i padroni tornano alla carica a tutto campo. Ma una parte di lavoratori e lavoratrici non si rassegna affatto a ciò, non intendono languire nell’immobilismo che contraddistingue la gran parte dei sindacati di regime e anche di alcuni sindacati di base e alternativi, cercano una via di riscatto e di riscossa, chiamando gli altri lavoratori e il resto delle masse popolari a mobilitarsi e a organizzare la resistenza contro il governo e il suo programma al servizio di finanzieri, padroni e speculatori.

Il Partito dei CARC ha aderito e partecipato ai vari presidi di piazza e alle mobilitazioni del 29 gennaio di Napoli e Brescia e abbiamo invitato a partecipare i lavoratori, studenti e disoccupati con cui abbiamo relazioni, con risultati interessanti come quello di Siena, dove sono scesi in piazza insegnanti delle scuole e giovani studenti come quelli organizzati da Cravos, ponendo le condizioni per la costruzione di altre ALC come sta negli obiettivi dichiarati dei promotori. Valorizziamo i primi passi e i piccoli ma importanti risultati che la mobilitazione del 29 gennaio ha prodotto per sviluppare le ALC dei vari territori, perché siamo convinti che le ALC possono diventare il contesto giusto dove alimentare coordinamento, unità di azione, mobilitazione e solidarietà di classe se i lavoratori che vi partecipano diventano i veri protagonisti e si contrasta il settarismo e il politicantismo degli esponenti che ne limitano raggio di azione e attività.

Le ALC possono e devono dare il loro contributo per rafforzare la lotta di classe nel nostro paese, l’organizzazione e il coordinamento di lavoratori, studenti e di altri elementi delle masse popolari che in questi giorni si mobilitano contro il governo Draghi, promuovere la lotta per la proroga a tempo indeterminato del blocco di licenziamenti (che scade a fine marzo) e degli sfratti (in scadenza a giugno), per creare posti di lavoro utili e dignitosi, per un salario dignitoso per tutti.

Usiamo in questa direzione le prossime mobilitazioni programmate dalle ALC, a partire dallo sciopero generale nella Giornata internazionale della donna dell’8 marzo, lanciato da Non Una Di Meno.

Compagni, è fondamentale allargare al massimo il fronte di coloro che si vogliono opporre ai peggiori effetti della crisi del sistema capitalista, che vogliono mandare gambe all’aria i progetti di Draghi e compari al seguito, è per questo che rilanciamo l’invito a partecipare alla mobilitazione di giovedì 18 febbraio 2021 alle ore 13.00 in piazza Montecitorio a Roma promossa dal Si Cobas contro il governo dei padroni e dei banchieri, per la costruzione  dell’opposizione operaia a Draghi!

Il futuro del nostro paese dipende dalla costruzione di una rete ampia di organizzazioni operaie e popolari che diventano gli artefici di un nuovo sistema di direzione del paese!

Che nascano e si sviluppino Assemblee dei Lavoratori e Lavoratrici Combattivi in ogni città!

Non sono i padroni e i loro sgherri a essere forti, sono i lavoratori e le masse popolari che devono organizzarsi e coordinarsi per far valere la loro forza!

Direzione Nazionale – P.CARC

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