No ai reati di opinione e alla limitazione della libertà di parola!
È di questi giorni la sentenza della Audencia Nacional spagnola (tribunale di radice franchista che si occupava principalmente di oppositori politici, primi fra tutti i comunisti) ai danni del rapper catalano Pablo Hasel, da sempre in prima linea con le sue canzoni politiche nel tenere alta la bandiera rossa, nel portare solidarietà ai prigionieri rivoluzionari di Partido Comunista de España (reconstituido), Grapo, ETA, al Venezuela Bolivariano e nell’accusare la borghesia e la Corona spagnole di infamie e corruzione.
Ebbene, dopo una prima condanna nel 2015 e alla conferma nel maggio 2020 da parte del Tribunal Supremo, Pablo Hasel è stato condannato a 9 mesi e 1 giorno di prigione per “apologia di terrorismo” e vilipendio della Monarchia e delle istituzioni dello Stato a partire da 64 tweets e una canzone postata su YouTube.
A Pablo Hasel è stato intimato di presentarsi volontariamente in carcere, cosa questa giustamente rifiutata: esprimiamo la nostra piena solidarietà internazionalista al compagno e a tutti coloro che vengono colpiti politicamente per aver detto la verità!
Una verità, quella scritta da Hasel, confermata anche dalle inchieste giudiziarie spagnole stesse sulla corruzione del re Juan Carlos de Borbon (e delle sue amanti) che dall’estate scorsa è scappato in un “esilio volontario”: quale altra prova della giustezza delle accuse?
Un attacco alla libertà di espressione che nello stato spagnolo ha già visto coinvolti collettivi di rapper politici come “Insurgencia” o il rapper Valtonic ora in esilio a Bruxelles.
In Italia, invece, a Nuoro in Sardegna, recentemente la repressione per gli artisti politicamente impegnati ha coinvolto il rapper Bakis Beks per le sue rime antimilitariste e a breve inizierà il processo per oltraggio a pubblico ufficiale: chiamiamo tutti ad esprimere piena solidarietà! Via i bavagli: viva gli artisti popolari e la loro opera di verità e giustizia!
Un processo politico, questo a Pablo Hasel, che ricorda molto il processo e la condanna contro l’operato del sito Vigilanza Democratica (e all’intestataria Rosalba Romano, membro del P. CARC), reo di aver detto e promosso la verità e la giustizia, contribuendo a smascherare il vero volto dello Stato Borghese, rispetto agli abusi di polizia e il ruolo delle catene di comando delle Forze dell’Ordine.
In entrambi i casi si tratta di condanne politiche che ledono e colpiscono la libertà di parola e di opinione (nel nostro caso l’articolo 21 della Costituzione) e che confermano d’altro canto la legittimità e la giustezza di queste operazioni: il nemico, la borghesia, ha timore della verità e soprattutto ha timore dell’organizzazione della classe operaia e del resto delle masse popolari.
La lotta alla repressione è un terreno particolarmente fertile per fomentare questa organizzazione, mettendo al centro la solidarietà di classe e accusando gli accusatori: infatti, a seguito del processo e della condanna a Pablo Hasel sono state numerose e sono in corso mobilitazioni e manifestazioni di solidarietà, in tutta la Spagna, da parte delle masse popolari e di altri artisti tramite presidi, prese di posizione, cortei e presidi.
Ciò che unisce Pablo Hasel e Rosalba Romano non è tanto e solo il piano giudiziario, l’accusa e la condanna, ma soprattutto il fatto che entrambi sono perseguitati perché comunisti: al di là delle specificità, delle veline, delle scuse la radice dell’attacco è questa e come tale va gestita.
Sebbene il regime di controrivoluzione preventiva è in evoluzione, la repressione selettiva delle avanguardie rivoluzionarie è sì sempre più affiancata dal ricorso crescente alla repressione dispiegata e di massa per fare fronte alla mobilitazione popolare ma non è scomparsa: i comunisti, raccolti in un Partito Comunista all’altezza del compito storico (e cioè fondato sulla Concezione Comunista del Mondo), sono il motore della rivoluzione socialista e per questo sono “fumo negli occhi” per la borghesia.
Oggi ci troviamo nella fase dell’accumulazione delle forze rivoluzionarie e la difesa di quelle esistenti è chiave per la vittoria (siamo nella prima fase della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata, la Difensiva Strategica) e per questo la costruzione di una rete solidale è fondamentale per rispedire l’attacco al nemico e fare quindi di questo stesso attacco fonte di nuova organizzazione, nuova forza e nuovi snodi del nuovo potere del proletariato.
Giù le mani dai comunisti, in Italia e nel resto del mondo!
Il primo paese imperialista che romperà le catene farà da esempio e sostengo per tutti i popoli del mondo, anche quello spagnolo! Facciamo dell’Italia un nuovo paese socialista!
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Continuiamo a sostenere Rosalba:
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