In queste ore all’interno del M5S c’è un grande sommovimento. Il movimento si spacca sul dare o non dare l’appoggio a un governo di Draghi, un governo più nettamente asservito agli interessi di Confindustria e ai gruppi imperialisti nostrani e esteri. Da una parte c’è chi dice no senza se e senza ma e vede in questa posizione l’ultima possibilità per il Movimento di riprendere la rotta iniziale di opposizione alle vecchie politiche, ai partiti delle larghe intese e alle manovre fatte a suon di golpe per imporre misure di lacrime e sangue alle masse popolari. Dall’altra c’è chi dice nettamente “si” o “ni”, chi subordina l’appoggio o meno al governo di Draghi ai contenuti che vuol dare all’esecutivo, vincolando l’appoggio alla costituzione di un governo politico e non tecnico. Nelle prossime ore la spaccatura dentro il Movimento proseguirà perché il bivio che si è imposto con urgenza oggi è schierarsi dalla parte delle masse popolari o contro queste.
Il governo Draghi è un governo più asservito agli Agnelli-Elkann, ai Benetton e al resto della borghesia imperialista del nostro paese, all’UE e alla NATO. La via da perseguire e per cui lottare deve essere quella del no deciso, del sabotaggio all’ installazione di un simile governo con qualunque manovra e azione. Non è cosa fatta: il governo Draghi non si è installato e non reggerà se dovrà fronteggiare alla mobilitazione delle masse popolari.
Dare sostegno a Draghi, stare sui contenuti, non significa maturità ma ulteriore asservimento! Significa permettere l’ennesimo colpo di mano fatto per imporre politiche di lacrime e sangue alle masse popolari. Non significherà in nessun modo tutelare leggi e misure che rappresentavano i cavalli di battaglia del Movimento, come il Reddito di cittadinanza. Se i 5Stelle possono ricavare un insegnamento dal Governo Conte 1 e Conte 2 è proprio che quanto più mediano, quanto più scendono a patti con i partiti delle larghe intese tanto più finiscono sotto ricatto e schiacciati dalle manovre di sabotaggio di ogni misura proposta, in maniera aperta o camuffata tramite le posizioni di potere che questi mantengono all’interno della pubblica amministrazione.
Non serve un governo che fa gli interessi dei capitalisti, serve un governo che fa gli interessi delle masse popolari! Ogni eletto del 5Stelle in parlamento che vuole perseguire questa strada deve farlo con ogni mezzo, sabotando le manovre per la fiducia al governo. Ogni attivista deve fare altrettanto dando gambe concretamente al proposito del Movimento di rompere con le vecchie politiche, di porsi come forza in grado di fare gli interessi delle masse popolari. Se governo d’emergenza deve essere, allora deve essere un governo che sia espressione davvero delle masse popolari. E ora è il momento di fare un salto avanti nell’imporlo.
Bene fanno i meetup, come quelli di Quarto e Pozzuoli, che si stanno mobilitando nei loro territori per fare pressioni e per allargare la mobilitazione per il no. Bene fanno quegli eletti che stanno uscendo pubblicamente per ribadire il loro “no” a un simile governo. Nella battaglia per opporsi, sabotare e sviluppare il fronte del no a Draghi gli attivisti e gli eletti del 5Stelle possono appoggiarsi alle mobilitazioni che vari organismi hanno già annunciato e che stanno già promuovendo sui territori (qui un aggiornamento costante delle mobilitazioni).
Le manovre messe in campo oggi sono l’ennesimo tentativo di ristabilire un ordine all’interno delle istituzioni, all’interno del teatrino della politica che si era rotto con l’irruzione del 5Stelle che le masse popolari avevano imposto nel 2018. Ma la risposta, la possibilità di instaurare o non instaurare il governo Draghi, la possibilità di imporre un governo d’emergenza non negli interessi di Confindustria ma delle masse popolari, dipende anche da quello che eletti e attivisti del 5 stelle oggi scelgono di fare. Il ruolo che attivisti e elettori possono avere lo hanno sperimentato proprio nel 2018, quando la chiamata alla piazza è stata l’unica misura per impedire che il golpe si compiesse del tutto e che impedissero al 5 Stelle di governare pur avendo vinto le elezioni. È stato un risultato parziale, perché il movimento non ha avuto la forza di andare fino in fondo e imporre un suo governo di minoranza senza farsi legare mani e piedi dalla sottomissione prima a Lega e poi a PD, ma è stato il risultato del legame con le masse popolari e della loro mobilitazione.
Se non è la testa, se non sono gli eletti, a chiamare alla mobilitazione per impedire l’ennesimo colpo di mano, allora devono farlo proprio gli attivisti. Devono essere loro ad assumersi questa responsabilità e combattere per imporre con ogni forma il sabotaggio dell’installazione di questo governo.
Questo significa nelle prossime ore mettere in campo quanto necessario per impedire concretamente la formazione del governo. Per questo facciamo appello agli attivisti, agli elettori del M5S perché:
- organizzino iniziative, incontri, assemblee pubbliche, banchetti, volantinaggi e manifestazioni di piazza nei propri territori per denunciare le manovre sporche e il tentativo di “colpo di stato”, come fatto proprio dai meetup di Quarto e Pozzuoli;
- si leghino, sostengano e promuovano le mobilitazioni che in queste ore diverse organizzazioni operaie e popolari stanno promuovendo. Un esempio di queste mobilitazioni è quella promosso dal CALP di Genova, a cui altre organizzazioni stanno aderendo. Gli operai hanno dato dimostrazione negli scorsi mesi di come potersi mobilitare in sicurezza sia possibile e necessario per imporre le misure urgenti;
- si leghino alle mobilitazioni che metteranno in campo altri partiti, organismi e organizzazioni sindacali tra quelli che si oppongono alla vecchia politica dei partiti delle larghe intese per creare un fronte per il no a draghi. Esempio di questo sono già le mobilitazioni promosse da Potere al Popolo a Roma, dal PRC in varie città e dalla CUB per il prossimo 25 febbraio a Roma;
- continuino a far pressione sui propri eletti per spingerli a opporsi alla fiducia e a legarsi alle mobilitazioni che nei prossimi giorni saranno messe in campo.
Attivarsi in questo modo su ogni territorio e in tutto il paese, legarsi a chi si sta già mobilitando, è l’unica forza che può sabotare le manovre in atto e che dà anche la forza a quegli eletti che oggi tentennano per assumersi la responsabilità di agire in questo senso e passare ad azioni concrete contro le manovre delle larghe intese e dei loro padrini.
Non serve un governo Draghi, un governo che fa gli interessi dei capitalisti, ma un governo che fa gli interessi delle masse popolari! Il governo che serve non nascerà certo dalle alchimie del teatrino della politica borghese, deve essere imposto dal basso. Questa è la strada che è necessario perseguire, che stiamo perseguendo e che vi chiamiamo a perseguire.