Sul rimpasto nella Giunta regionale della Lombardia Meno uno! E adesso bastonare l’infame che annaspa!

In Lombardia abbiamo aperto il 2021 con un “bel botto”: la silurata a Gallera! Un botto carico di insegnamenti se lo analizziamo con “gli occhiali giusti” (la concezione comunista del mondo), che ci indicano sia a che punto siamo per cacciare questa Giunta di criminali, sia in che direzione dobbiamo proseguire.
L’8 gennaio, a seguito dell’ennesima figura barbina dell’assessore al Welfare Gallera (che aveva giustificato la lentezza nelle vaccinazioni con il fatto che medici e infermieri erano in ferie e non sarebbe stato lui a richiamarli…), Fontana ha indetto una conferenza stampa per annunciare un rimpasto in Giunta. Il rimpasto, però, si è rivelato qualcosa di più: Gallera è stato fatto fuori e al suo posto è stata nominata Letizia Moratti che ricopre pure la carica di vicepresidente della Giunta regionale.
Questa mossa dimostra che in Lombardia, epicentro della crisi, la guerra tra bande dei poteri forti legati al Vaticano e alle organizzazioni criminali che gestiscono le speculazioni sulla sanità (e non solo) si acuisce. La nomina della Moratti non è solo il ricorso “all’usato sicuro”, ma è anche la manifestazione di un sommovimento più profondo (qualcuno lo definisce “la messa sotto tutela” di Fontana da parte di Berlusconi): è indice delle enormi difficoltà a gestire la situazione mantenendo inalterati equilibri ormai decennali.
Ma la cacciata di Gallera dimostra anche che la mobilitazione delle masse popolari crea contraddizioni nel campo nemico pure quando apparentemente sembra che “non si muova foglia”. La gestione criminale della pandemia da parte della giunta Fontana-Gallera ha suscitato indignazione, rabbia e odio in settori estremamente ampi delle masse popolari. Anche gli storici elettori leghisti ne sono schifati. È vero che non c’è mai stato un “assedio popolare della Regione”, ma è anche vero che le proteste, le iniziative di lotta contro Fontana e Gallera sono state continue, capillari e hanno unito territori diversi e diversi settori popolari: dai comitati cittadini per la sanità come quello di Milano Sud-Ovest o la Rete Salute di Sesto San Giovanni alla rete dei familiari di NOI DENUNCEREMO, dagli infermieri e medici ai pendolari, dagli studenti ai ristoratori, dai tassisti agli ambulanti.

Senza tutte queste mobilitazioni, incalzi, denunce e accuse, Gallera sarebbe rimasto dov’era.

E adesso? Adesso bastonare l’infame che annaspa!

La Giunta regionale annaspa (passato uno scandalo già ne scoppia un altro). Fontana annaspa. Letizia Moratti annaspa, ma non molla. I criminali della sanità privata laica e clericale annaspano. Sono seduti su una pentola a pressione. Che essi facciano o non facciano è la stessa cosa: fra le masse popolari monta la ribellione. Lo scollamento fra masse popolari e istituzioni è ormai una voragine. È il momento di bastonare questi infami che annaspano e di cacciarli via.
Le vicende della Lombardia dimostrano che l’alternativa non è la cricca del PD, anzi dimostrano che la cricca del PD è da sempre profondamente legata alla cupola di Forza Italia e della Lega (c’è chi ruba, chi regge il sacco e c’è sempre anche chi chiude gli occhi). Le vicende della Calabria – così diversa e così lontana, ma anche così preziosa in termini di esperienze sui commissariamenti – dimostrano che l’alternativa non è il commissario mandato dal governo, sia che si tratti di un ex generale dei Carabinieri che di un ex Prefetto…
Se si guarda a “come andata fino a oggi” un’alternativa non la si trova. Se si guarda avanti invece appare bella chiara.
Sono le organizzazioni operaie e popolari che devono scrivere e attuare il piano per ricostruire dalle fondamenta il sistema sanitario nazionale: le risorse e i servizi vanno riorganizzati, le strutture pubbliche e private devono servire a garantire il diritto alla salute e non i profitti di cui, questi infami che annaspano, sono famelici. E se per far questo occorre contrariare gli Angelino Alfano e Roberto Maroni di turno che siedono nei consigli di amministrazione dei vari potentati della sanità privata… pazienza!
P.CARC – Segreteria Federale della Lombardia

Un parziale riassunto
27 maggio: presidio indetto dalla CUB e corteo spontaneo sotto i palazzi della Regione in difesa della sanità;
6 giugno: corteo per le vie di Milano contro Confindustria e in difesa dei diritti dei lavoratori del Patto d’azione;
20 giugno: manifestazione “Cacciamoli” delle brigate volontarie per l’emergenza sotto il palazzo della Regione;
20 giugno: presidio in Duomo di Milano 2030 per chiedere al governo il commissariamento della Giunta regionale;
4 luglio: corteo organizzato dalla CUB per difendere i diritti dei lavoratori, per l’ambiente e la sanità pubblica;
22 luglio: presidio indetto da USB per il commissariamento della Giunta e per la sanità pubblica…
…oltre agli scioperi degli operai di marzo, ai presidi dei ristoratori, dei familiari dei morti per Covid e agli esposti alla procura di cittadini, alle petizioni e alle scritte murarie contro l’operato della Giunta Fontana-Gallera…
8 settembre: presidio del P.CARC sotto la Regione in occasione della discussione della mozione di sfiducia a Fontana;
24 ottobre: presidio sotto la Prefettura del Patto d’azione;
26 ottobre: presidi dei tassisti e corteo notturno, spontaneo, da piazzale Loreto ai palazzi della Regione con scontri con la celere;
2 novembre: sciopero del personale sanitario indetto dal sindacato di categoria Nursing Up;
7 novembre: presidio dei lavoratori dello spettacolo sotto la Regione e dei comitati in difesa della sanità pubblica;
25 novembre: sciopero dei sanitari di USB;
14 dicembre: sciopero dei lavoratori degli ospedali del San Paolo e San Carlo di Milano…
…oltre alle mobilitazioni degli studenti, degli insegnanti, i flash mob di medici e infermieri sulle scalinate degli Ospedali Civili di Brescia e alle tantissime assemblee e iniziative sulla necessità di mobilitarsi e coordinarsi per una sanità pubblica, gratuita ed efficiente.

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