Soccorso Rosso: la brigata sanitaria di Milano continua la sua opera

Il mese scorso abbiamo salutato su queste pagine la nascita della brigata sanitaria “Soccorso Rosso” di Milano: una brigata composta da medici e infermieri, oltre che da varie “tipologie” di attivisti, che garantisce i tamponi (antigenici) a tutti, indipendentemente dal fatto che chi lo fa “possa pagare” oppure no (con la pratica del tampone sospeso: chi può sottoscrive anche per chi non ha i soldi e tutte le entrate economiche sono finalizzate a sviluppare l’attività della brigata).
Questa di “Soccorso Rosso” è un’esperienza d’avanguardia che deve essere d’esempio e stimolo per chi si vuole mobilitare per fare fronte alla pandemia. Riprendiamo l’argomento perché la ricca attività della brigata sanitaria sta concretamente aprendo una strada.
Nel mese di gennaio la brigata ha continuato ogni week-end la sua attività effettuando più di millecinquecento tamponi, tutti acquistati autofinanziandosi.
Con i soldi raccolti dalle donazioni la brigata ha comprato anche un’ambulanza con la quale porterà l’iniziativa dei tamponi sospesi in giro per la città: nei quartieri popolari, nelle scuole, nei luoghi di lavoro.
Questo apre la via a un maggiore coordinamento con le altre brigate e i comitati che operano nei vari quartieri: con la brigata di solidarietà popolare Milano Sud di Gratosoglio, ad esempio, o con il Comitato in difesa degli ospedali Santi Paolo e Carlo.

La prima Unità Mobile in via Padova – Milano, 30.01.2021

Non sono mancati atti di intimidazione contro la brigata: una notte di inizio anno il tendone sotto cui si effettuano i tamponi è stato tagliato in più punti. Un fatto che conferma il crescente ruolo di questa organizzazione che sicuramente preoccupa chi specula sulla sanità. Questo vile attacco però, non solo non ha fermato la brigata, ma le ha permesso anche di raccogliere la solidarietà di varie forze politiche e di alcune sezioni dell’ANPI.
A sua volta la brigata ha assunto un importante ruolo nella promozione della solidarietà popolare: lo ha fatto a suo modo, con messaggi sulle tute degli operatori e con cartelli e fotografie. Ha espresso solidarietà alla nostra compagna Rosalba che, in quanto infermiera, presta lei stessa servizio nella brigata, come pure al popolo Mapuche e alla Brigata Newen Mapuche del Cile che soccorre i manifestanti colpiti dalla feroce repressione del governo Piñera o ancora ai tredici detenuti ammazzati a seguito della brutale repressione con cui si è inteso “riportare l’ordine” nelle carceri italiane nel marzo scorso.

Un grandioso esempio di coordinamento con altre organizzazioni e lotte in corso è stata la campagna di tamponi agli studenti che hanno occupato il liceo Virgilio, a Milano: brigata e studenti hanno dimostrato che, insieme, dal basso si possono trovare e realizzare quelle soluzioni che task force, comitati scientifici, commissari straordinari e ministri, a un anno dall’inizio della pandemia, non hanno avuto la volontà di attuare per garantire il ritorno a scuola in sicurezza.

La brigata ha chiamato in causa anche le istituzioni. Prima di Natale ha invitato sindaco, assessori e consiglieri comunali e regionali a sostenere attivamente l’attività della brigata prestandosi come volontari.
Nei giorni successivi sono passati alla tenda alcuni consiglieri comunali e il senatore del Gruppo Misto (ex M5S) De Falco. Milano in Comune (PRC) e il M5S hanno presentato in Consiglio comunale un ordine del giorno, che verrà discusso nelle prossime settimane, per impegnare il Comune a organizzare a livello istituzionale iniziative per il tampone sospeso. De Falco ha presentato in Senato una risoluzione, poi approvata, per sostenere e agevolare le brigate.
Anche sul fronte istituzionale, quella della brigata Soccorso Rosso è quindi un’iniziativa d’avanguardia da emulare e portare ancora più a fondo.
Le istituzioni devono mettere subito a disposizione di tutta la cittadinanza tamponi rapidi a prezzi calmierati.
Anche l’attività della Brigata dimostra che è possibile obbligarli a farlo!

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