Che lo sciopero generaledel 29 gennaio sia una tappa della riscossa dei lavoratori!
Che nascano e si sviluppino Assemblee dei Lavoratori e delle lavoratrici Combattive in ogni città!
La crisi politica, economica, sociale e ambientale del sistema capitalista si aggrava giorno dopo giorno. La classe dominante è sempre più incapace di gestire la situazione e di dare un corso coerente alle attività della società. Lo dicono gli oltre 85mila morti per il Covid-19, le migliaia di aziende sull’orlo della chiusura, la precarietà e la disoccupazione di massa, lo stato pietoso in cui versano la sanità, la scuola e i trasporti, il degrado ambientale e culturale.
Una situazione prodotta da decenni di attuazione del programma comune della borghesia e del clero portati avanti dai governi delle Larghe Intese (polo PD e polo Berlusconi e loro gregari).
La pandemia Covid-19 ha accelerato il corso disastroso che era già in corso, mettendone a nudo le falle, inasprendo la lotta fra le classi. Aumenta, si espande e si eleva la resistenza spontanea che i lavoratori e le masse popolari oppongono alla situazione disastrosa in cui siamo sempre più immersi.
Solo i lavoratori e le masse popolari organizzati possono invertire il corso disastroso delle cose!
Organizziamoci per far valere la nostra forza!
La classe operaia e le masse popolari devono organizzarsi per imporre dal basso le misure di emergenza che servono e farle ingoiare a Confindustria, al governo, al Vaticano e a tutti i loro servi. La classe operaia deve organizzarsi per instaurare un suo governo di emergenza, l’unico in grado di fermare lo sfascio e di avviare la ricostruzione del Paese. Dalla sanità alla scuola alle infrastrutture e i trasporti, le cose da fare sono tantissime (altro che “manca il lavoro”!) e le organizzazioni operaie e popolari devono cominciare a intervenire dove governo e istituzioni hanno fallito per prendere in mano la sorte del Paese e avanzare nella lotta per il socialismo, il sistema economico e sociale che la farà finita con la barbarie del capitalismo. A cento anni dalla fondazione del PCI, questo è il luminoso traguardo da raggiungere.
Non sono i padroni a essere forti, sono i lavoratori e le masse popolari che devono organizzarsi e coordinarsi per far valere la loro forza!
Il P.CARC aderisce e partecipa allo sciopero generale del 29 gennaio promosso dalle Assemblee dei Lavoratori e Lavoratrici Combattivi (ALC), partecipa alle mobilitazioni che si svolgeranno nelle varie zone del paese con l’obiettivo di contribuire a “ridare voce, peso e visibilità nazionale alle lotte dei lavoratori, coordinarle e rafforzarle a partire da una piattaforma rivendicativa comune, indipendentemente da ogni appartenenza di categoria o di sigla sindacale”, come si legge nell’appello dei promotori. E’ con questo spirito che in queste settimane
– abbiamo propagandato questa giornata di lotta davanti ai cancelli delle fabbriche, delle scuole superiori, degli ospedali e nei quartieri dove interveniamo;
– abbiamo spinto delegati di RSU, collettivi di fabbrica, lavoratori e studenti ad aderire e partecipare allo sciopero generale.
Lavoratori,
oltre a bloccare la produzione e colpire il padrone dove gli fa più male e lottare per la salute e la sicurezza, occorre uscire dalle aziende per occuparsi della scuola, della sanità e della vita nei quartieri.
Dobbiamo coinvolgere gli altri strati popolari nella lotta di classe contro padroni e governo: dagli studenti ai precari e disoccupati alle donne e agli immigrati.
Usiamo questa giornata di sciopero per darci un nostro “piano di guerra” che faccia fronte alla grave situazione sanitaria, economica e sociale del Paese. Lottiamo per la proroga a tempo indeterminato del blocco di licenziamenti (che scade a fine marzo) e degli sfratti (in scadenza a giugno), per creare posti di lavoro utili e dignitosi, per un salario dignitoso per tutti.
Le Assemblee dei Lavoratori e Lavoratrici Combattivi possono essere il contesto giusto alimentare coordinamento, unità di azione, mobilitazione e solidarietà di classe.
Lo sciopero generale deve servire per rafforzare la lotta di classe nel nostro paese, l’organizzazione e il coordinamento dei lavoratori e il loro orientamento a prendere in mano le redini del paese.