Per la salute e sicurezza in fabbrica e fuori, per difendere i posti di lavoro e crearne di nuovi, per assicurare condizioni di vita dignitose a ogni proletario italiano e immigrato, per la riapertura in sicurezza delle scuole, per difendere e migliorare la sanità pubblica, per la tutela del territorio!
L’Assemblea nazionale dei Lavoratori e Lavoratrici Combattivi (ALC) che si è svolta sabato 16 gennaio ha rilanciato lo sciopero generale proclamato dal SI COBAS per venerdì 29 gennaio. Il dibattito e i quasi 50 interventi hanno confermato la giornata come tappa di un percorso iniziato quasi un anno fa e che si pone l’obiettivo di “ridare voce, peso e visibilità nazionale alle lotte dei lavoratori, coordinarle e rafforzarle a partire da una piattaforma rivendicativa comune, indipendentemente da ogni appartenenza di categoria o di sigla sindacale”, come si legge nel comunicato di lancio.
Il Partito dei CARC
* aderisce e partecipa allo sciopero generale e alle mobilitazioni che si svolgeranno nelle varie zone del paese
* chiama ad aderire e partecipare
– RSU e gruppi di lavoratori, a partire da quelli della sanità, in lotta per applicare le misure di prevenzione e sicurezza anti Covid,
– RSU e lavoratori in lotta per il rinnovo del CCNL, a partire da quello dei metalmeccanici,
– i lavoratori in lotta contro la chiusura-delocalizzazione-smantellamento delle aziende: dalla Whirlpool all’exILVA, alla ex Lucchini e all’AST di Terni, alla FCA e all’Iveco, alla Sanac, all’Alitalia,
– gli studenti e i genitori mobilitati per la riapertura in sicurezza delle scuole,
– i piccoli commercianti e ristoratori che lottano per non chiudere le loro attività,
– i multati per non aver rispettato la normativa repressiva del governo che limita l’azione e la mobilitazione delle masse popolari (i ricchi e i padroni possono muoversi come vogliono),
– i lavoratori sottoposti a provvedimenti disciplinari per l’obbligo di fedeltà aziendale,
– i comitati popolari in lotta contro le opere inutili e dannose come il TAV,
– le Brigate di solidarietà e sanitarie.
Nell’assemblea del 16 gennaio è stato deciso di rimandare a data da destinarsi la manifestazione nazionale del 30 gennaio stanti le restrizioni dovute alla pandemia da COVID e di concentrare le forze e le iniziative sulla giornata del 29 gennaio. È importante quindi adoperarsi affinché vengano organizzati presidi e manifestazioni nelle singole città in cui sono presenti i nodi locali delle ALC così da preparare il terreno per la manifestazione nazionale,
*facendo valere e propagandando il criterio che, come giustamente indicato da diversi lavoratori, “se posso lavorare nel magazzino o in catena, posso scioperare e manifestare in sicurezza”, alla faccia dei DPCM emanati dal governo Conte 2 e delle minacce di multe: in ballo non ci sono solo le rivendicazioni economiche indicate nella piattaforma del SICOBAS e dell’ALC, ma anche l’agibilità sindacale e politica che la classe dominante ha fortemente limitato prima con i Decreti Salvini e poi con il pretesto del COVID;
*estendendo gli esempi positivi delle manifestazioni dello scorso ottobre a Napoli, Milano e Firenze, delle mobilitazioni combattive dei lavoratori (senza conseguenze pecuniarie o penali, alla faccia dei Decreti Sicurezza di Salvini) come quelle degli operai dell’ILVA di Genova e della Whirlpool di Napoli, dei lavoratori della logistica in sciopero, delle mobilitazione di ristoratori e commercianti contro la chiusure imposte dal governo, degli studenti che occupano le scuole: ogni gruppo di lavoratori e di studenti che si organizza e mobilita senza farsi legare le mani dalle restrizioni governative, incoraggia gli altri e costringe padronato e istituzioni a fare retromarcia.
Un altro tema “caldo” trattato nell’assemblea è stato il blocco dei licenziamenti che scade il 31 marzo: i partecipanti hanno concordato sulla necessità di preparare la lotta per impedire ai padroni di avere mano libera e incalzare di fatto il governo Conte a prorogare la misura.
Aldo Milani, coordinatore nazionale del SI COBAS, si è spinto anche oltre la scadenza del 29 gennaio indicando le date dell’8 Marzo e del Primo Maggio come tappe successive di questo percorso di lotta, in cui costruire altri scioperi e mobilitazioni che non siano le passeggiate alla maniera dei sindacati di regime, ma che raccolgano lavoratori, disoccupati e precari che si guardano attorno alla ricerca di soluzioni, che vogliono resistere alla crisi e passare al contrattacco. Per dare seguito pratico a questa proposta è determinante coinvolgere quanto prima e concretamente altri lavoratori al di là dell’organizzazione sindacale di appartenenza e altri sindacati alternativi e di base nella riuscita dello sciopero generale del 29 gennaio e nelle prossime Assemblee Lavoratori Combattivi provinciali, per organizzare insieme queste e altre giornate di lotta che altrimenti rimarrebbero “lo sciopero del SI COBAS”, come da più parti viene considerato quello del 29 gennaio.
La mobilitazione di operai e altri lavoratori tramite le ALC è, come ha detto un lavoratore del SI COBAS dell’Emilia Romagna, un antidoto per superare arretratezze e scazzi fra strutture sindacali e organizzazioni politiche che sono dannosi soprattutto in questa fase politica e storica e sempre meno comprensibili alla larga maggioranza dei lavoratori che chiedono di essere uniti contro la crisi e i padroni: l’unione fa la forza! Questo concetto lo ha scritto a chiare lettere nella chat della riunione un nostro compagno operaio della FCA di Cassino, a cui è stata negata la parola perché “gli operai FCA avevano già parlato” e poi invece è intervenuto un collega del medesimo stabilimento. Ribadiamo che questi e simili atteggiamenti (vedi l’esclusione di un nostro compagno dall’ALC di Torino con la ridicola accusa che il P.CARC sarebbe sostenitore del “trumpismo”!!!) danneggiano il percorso di costruzione delle ALC e sconfessano il proposito di allargare il fronte dei lavoratori che partecipano alle ALC così come l’intento di allargare la partecipazione allo sciopero del 29 gennaio.
Come Partito dei CARC promuoveremo la giornata di lotta del 29 gennaio con le attività che facciamo in modo ordinario davanti a fabbriche, scuole e ospedali e nei quartieri e chiameremo a partecipare a presidi e manifestazioni le RSU, gli operai, le avanguardie di lotta con cui siamo in relazione e a cui lo sciopero generale fornisce la copertura per portare avanti le rivendicazioni specifiche. Lo sciopero generale è uno strumento importante, oltre che per bloccare la produzione e colpire il padrone dove gli fa più male, per allargare la rete delle relazioni e alimentare lo scambio di esperienze fra lavoratori di diverse categorie, per ribadire la priorità della sicurezza e della salute dei lavoratori e delle masse popolari sul profitto, per coinvolgere gli altri strati della società nella lotta di classe: gli studenti, i precari e i disoccupati, le donne e gli immigrati. In sostanza per rafforzare la lotta di classe nel nostro paese, l’organizzazione e il coordinamento dei lavoratori, il loro orientamento a prendere in mano le redini del paese.
Il futuro del nostro paese dipende dalla costruzione di una rete ampia di organizzazioni operaie e popolari che diventano gli artefici di un nuovo sistema di direzione del paese!
Che nascano e si sviluppino Assemblee dei Lavoratori e Lavoratrici Combattivi in ogni città!
Non sono i padroni e i loro sgherri a essere forti, sono i lavoratori e le masse popolari che devono organizzarsi e coordinarsi per far valere la loro forza!
Fare dello sciopero generale 29 gennaio una tappa della riscossa proletaria!
Direzione Nazionale del Partito dei CARC
Settore Lavoro Operaio e Sindacale