«Io penso che le persone sono un po’ stanche, vorrebbero alla fine venirne fuori. E se qualcuno morirà, pazienza. Ma così diventa una situazione impossibile per tutti». Queste le parole pronunciate da Domenico Guzzini, presidente di Confindustria Macerata e della Fratelli Guzzini, nel corso dell’evento in streaming “Made in Italy per la moda” di lunedì 14 dicembre, organizzato proprio da Confindustria.
Che mangino le brioche – La dichiarazione ha suscitato grandi polemiche. Ma cosa ha detto Guzzini? Il presidente di Confindustria Macerata ha detto la verità, la verità dei padroni. È un classico della Repubblica Pontificia, ovvero dello Stato italiano e del connubio di poteri e di gruppi imperialisti (USA, UE, sionisti, Vaticano, organizzazioni criminali, Confindustria, ecc.) di cui è espressione. Una verità che esprime un concetto preciso: ai padroni della vita e della salute delle masse popolari non interessa proprio niente. E ancora: non si può conciliare la salute delle masse popolari con il profitto dei capitalisti, è una strada che non ha via di uscita. Due verità però che non si possono dire perché lo Stato dei padroni, per poter dirigere la società, ha bisogno del consenso, anche minimo, delle masse popolari. Sono le masse popolari e la fiducia che esse ripongono nei vertici della Repubblica Pontificia e nei suoi governi, la spina nel fianco dei padroni e dei loro servitori politici arruolati nelle file dei partiti delle Larghe Intese. Una fiducia che il sistema politico borghese perde giorno dopo giorno ed è destinata ad esaurirsi sempre di più.
Allora cosa fanno i padroni? Scaricano, alla maniera classica della doppia morale (vizi privati e pubbliche virtù) tipica della Repubblica Pontificia, tutte le responsabilità su Guzzini. Confindustria e le altre associazioni dei capitalisti per le masse popolari non sono altro che un covo di sfruttatori e parassiti: cosa che è via via più chiara agli operai costretti a lavorare in condizioni di sicurezza sempre più precarie, agli operatori sanitari buttati in pasto a una pandemia senza DPI, assunzioni necessarie e investimenti seri nella sanità pubblica, a tutte le altre categorie di lavoratori, precari e disoccupati del nostro paese, a cui non suona più il racconto della pandemia come una iattura per fronteggiare la quale non resta altro che affidarsi al padreterno, aspettare che passi e nel frattempo piangere la morte di parenti, amici e conoscenti.
Quello di Confindustria e dei teatranti della politica borghese non è sconcerto, indignazione e rabbia verso le parole del presidente di Confindustria Macerata, è un tentativo di coprirsi la faccia. La faccia di chi sta speculando sull’emergenza sanitaria e sulla vita delle masse popolari. Una faccia che non ha scoperto Guzzini con la sua dichiarazione ma le masse popolari con la loro rabbia e la montante insubordinazione alla borghesia. La dichiarazione di Guzzini mostra e conferma, semmai, la confusione e l’incapacità della borghesia di gestire la situazione. Il velo è squarciato: i gruppi che si presentano come “gente che produce la ricchezza del paese” sono in realtà recinti fangosi per maiali!
Da questi signori non c’è da aspettarsi proprio nulla. Confindustria, il Vaticano, i gruppi USA, UE e sionisti, le organizzazioni criminali e tutto il comitato d’affari padronale unitamente al loro teatrino politico e ai loro partiti (PD, Forza Italia, Lega, Fratelli d’Italia, ecc.) non vogliono e non possono dare risposte concrete e di prospettiva alle masse popolari del nostro paese e neanche vogliono e possono darsi un piano unitario per fronteggiare la crisi, tanto sono in concorrenza gli uni contro gli altri per valorizzare il proprio capitale e far prevalere i propri interessi sulla pelle degli altri capitalisti e soprattutto delle masse popolari.
Gli squarci nel velo già mostrano alle masse popolari questa verità e con essa si sviluppa il malcontento, la rabbia e l’insubordinazione. Il sistema politico borghese nel nostro paese è ai minimi termini, non è più capace di dare copertura agli affari e allo sfruttamento, non è più capace di mostrare un volto rassicurante o quanto meno affidabile ma solo quello di un mostruoso nemico contro cui battersi per cacciarlo via a calci nel sedere.
E se muore il capitalismo? Non la prenderemo con “pazienza”, è quello che serve! – L’unica soluzione realistica e di prospettiva per le masse popolari del nostro paese non può venire dai Renzi, Berlusconi e Zingaretti, né tantomeno dai Bergoglio, Bonomi, Agnelli e altri. La soluzione per il futuro delle masse popolari sta nella loro forza, nella capacità che devono acquisire, e che in decine di esperienze stanno acquisendo, di costruire insieme al movimento comunista che rinasce, il proprio sistema di governo; un sistema di governo che va costruito e imposto con la lotta, con l’organizzazione e il coordinamento. Un sistema di governo che si fonda sulla necessità per le masse di imporre le misure necessarie a fronteggiare la crisi generale del capitalismo, ulteriormente approfondita dall’emergenza sanitaria, sia in autorganizzazione (organizzarsi per fare direttamente dal basso quello che è necessario fare) sia imponendo le misure che servono a comuni, regioni e al governo centrale.
Un sistema di governo che negli ultimi mesi si è rafforzato, che vive nelle centinaia di esperienze di lotta e di autorganizzazione diffuse in tutto il paese (dalle brigate di solidarietà ai comitati per la sanità pubblica, dalle lotte operaie ai comitati che si organizzano per il diritto alla casa, all’istruzione, al lavoro, ecc.). Un sistema di governo delle masse popolari organizzate che è destinato a crescere, rafforzare la propria influenza fino a imporre un proprio governo, un governo di emergenza popolare. Un governo che non passerà dalle elezioni e che sarà formato da uomini e donne espressione delle masse popolari organizzate. Un governo con cui le masse popolari imporranno a un livello superiore le misure che servono per fare fronte alla crisi generale del capitalismo. Un governo che rappresenterà la scuola pratica in cui imparare a governare il paese, alimentare la rinascita del movimento comunista e l’avanzata della rivoluzione socialista.
Solo organizzandosi in comitati, organismi, collettivi e gruppi in ogni azienda, ospedale, scuola e quartiere e coordinando tali forze perché impongano le misure necessarie e prendano in mano la direzione delle aziende e dei territori sarà possibile imporre tale governo, il Governo di Emergenza Popolare. Si tratta di un progetto ambizioso? Sì. È difficile? Dipende da noi e dalla fiducia che dobbiamo acquisire nella nostra forza, una forza che se organizzata è capace di spostare le montagne, decidere il flusso dei fiumi e cambiare il mondo.
La situazione è favorevole allo sviluppo del potere delle masse popolari organizzate. Abbiamo molto da imparare e da fare, ma la vittoria è possibile. La borghesia non ha futuro. La pandemia da coronavirus Covid-19 è un esempio di quello che essa porta all’umanità: distruzione dell’ambiente, inquinamento, povertà, disoccupazione, abbrutimento, guerre e miseria. Imporre un governo espressione delle masse popolari e far avanzare la rivoluzione socialista è la sola via per evitare il disastro. Ogni operaio, ogni lavoratore, ogni donna, ogni compagno, ogni disoccupato e immigrato del paese è chiamato a contribuire a questo progetto, a dare senso ai propri giorni e alla propria esistenza, a costruire il migliore dei mondi possibili. E se muore il capitalismo? Non la prenderemo con “pazienza”, è esattamente ciò che vogliamo e che è necessario fare. Quello che sappiamo è che il capitalismo è destinato ad andare sempre più alla malora ma non morirà definitivamente se non per mano nostra.