Nonostante la prima ondata del virus abbia mostrato con evidenza lo stato disastroso del nostro SSN, in estate non è stato fatto assolutamente niente per rimediare e adesso siamo in questa situazione, peggiore di quella della scorsa primavera.
La sanità pubblica è in ginocchio a causa dell’incapacità, della criminalità e dell’irresponsabilità politica del governo centrale e dei governi regionali che cercano di scaricare sulle masse popolari le responsabilità dell’aumento dei contagi e del peggioramento della situazione sanitaria, ma non hanno fatto nulla per rimediare ad anni di tagli alla sanità pubblica, di chiusura degli ospedali, di sfascio della medicina territoriale e di base.
In questo, il Partito Democratico emiliano si è distinto negli anni (basti pensare ai 2094 posti letto tagliati dal 2012 al 2018), fino al governo della premiata ditta Bonaccini-Donini, paladini del profitto privato: ecco i veri responsabili della drammatica situazione attuale!
Ultimo esempio a Bologna è la recente inaugurazione della prima struttura privata CRA Covid “Santa Caterina” per gli anziani contagiati, a marzo sospettata di essere un focolaio, e per la quale (cioè il sostegno alla mangiatoia della sanità privata) la Regione ha stanziato 32 milioni di euro.
Infatti, dal mese di maggio ad oggi non hanno rinforzato i presidi ospedalieri e non ne hanno aperti di nuovi (procedendo invece nel restringere le disponibilità di degenza, come al S. Orsola); non hanno provveduto alle assunzioni mediante scorrimento delle graduatorie, indizione di nuovi concorsi e stabilizzazione di precari e partite IVA; non hanno rafforzato la medicina territoriale e avviato fino in fondo le USCA.
Nulla di quello che serviva ai lavoratori e alle masse popolari è stato fatto.
Le istituzioni borghesi hanno fallito e non sono minimamente in grado di porre rimedio alla situazione, men che meno di garantire il diritto alla salute delle masse popolari.
L’unico motivo per cui non è andato tutto a catafascio è l’ampiezza dell’organizzazione dal basso insieme all’abnegazione del personale medico che ha lavorato pur essendo stato mandato allo sbaraglio, che a volte ha denunciato e fatto venire allo scoperto situazioni critiche (disobbedendo all’infame vincolo di fedeltà aziendale), che si è messo a disposizione anche per il supporto psicologico e talvolta medico alle tante persone che ne avevano bisogno, anche oltre il loro orario di lavoro.
Solo le masse popolari organizzate possono far fronte all’emergenza: lo dimostra l’Assemblea per la Salute del Territorio che sta mettendo in campo diverse iniziative a partire dalle assemblee pubbliche con cui ha sviluppato il dialogo e il confronto dal basso, per arrivare, insieme a Zic.it, allo sviluppo di una vera e propria inchiesta popolare sul servizio sanitario locale: quest’esperienza è un caso positivo di mobilitazione dal basso per prendersi cura del territorio e far fronte all’emergenza.
Prendendo esempio da altre realtà nate per far valere gli interessi delle masse popolari, prima fra tutte la Consulta Popolare Salute e Sanità di Napoli, una linea di sviluppo per quest’inchiesta popolare può essere una mappatura della sanità privata in città, individuando e mappando, tramite anche la mobilitazione dei lavoratori della Sanità privata, i posti letto delle cliniche private.
Quest’operazione consente di dimostrare che i posti letto non mancano, come invece Governo e Regioni vogliono farci credere: anni di tagli alla sanità pubblica hanno alimentato il privato, andando ad ingrossare le tasche di speculatori e affaristi.
Devono essere la masse popolari organizzate a prendere le misure necessarie per rimediare ad anni di incompetenza dei vari Governi, cominciando col mobilitarsi in prima persona per ricostruire la medicina territoriale dal basso: costruire in ogni piazza e quartiere Tende della Salute, come quelle di Napoli e Milano, col supporto di personale sanitario e abitanti del quartiere per diffondere corrette informazioni sul Covid-19 e sulle giuste pratiche di prevenzione; dare chiare indicazioni ai lavoratori per il contenimento e la prevenzione del contagio nelle proprie aziende; conoscere i problemi sanitari, economici, psicologici che gli abitanti del nostro quartiere stanno affrontando in solitudine fin dall’inizio dell’emergenza, indirizzando a percorsi di supporto.
Non solo, promuovere Brigate mediche e sanitarie di solidarietà, prendendo come esempio il Laboratorio Salute Popolare, è ulteriore esperienza di prospettiva per cominciare ad occuparsi del territorio e dalla salute di tutte e tutti dal basso!
Invitiamo quindi a partecipare alla manifestazione di sabato 12 dicembre (concentramento ore 14:30 in piazza San Domenico di fronte all’ASL), promossa dall’Assemblea per la Salute del Territorio per poter procedere nella costruzione di una rete cittadina che attui le misure necessarie per porre fine all’emergenza sanitaria!
Scendiamo in piazza per la salute! Ricostruire dal basso la medicina territoriale!