Era il 2009 quando l’allora Ministro dell’Interno Roberto Maroni introduceva nel suo “pacchetto sicurezza” le ronde di cittadini “contro l’immigrazione clandestina e il degrado”, una misura che di fatto sdoganava le squadracce fasciste e razziste e la caccia agli immigrati.
A luglio 2009, durante la Festa di Resistenza a Marina di Massa, la prima ronda locale di questo tipo, promossa da Stefano Benedetti, oggi Presidente del Consiglio Comunale di Massa, veniva respinta dalla ronda popolare antifascista e antirazzista promossa dal P.CARC, dall’Associazione di Solidarietà Proletaria e dal contributo di molte compagne e compagni del territorio.
Lo scontro tra ronde, condito da provocazioni poliziesche, portò all’arresto di tre antifascisti tra cui Alessandro Della Malva.
Il P.CARC si fece promotore della linea di organizzare “10, 100, 1000 ronde popolari antifasciste e antirazziste” e, in particolare in Toscana, ciò si tradusse nella creazione di nuovi organismi e coordinamenti di lotta.
A Pistoia, insieme ad altre organizzazioni toscane (oltre al P.CARC erano presenti compagni provenienti da Livorno, Prato e Firenze) si stava creando un coordinamento regionale contro le ronde. Nel pomeriggio dell’11 ottobre 2009, mentre si stava svolgendo una riunione presso il circolo 1° Maggio di Pistoia, entrano degli agenti della Digos e trattengono i presenti sul posto per diverse ore con la scusa di identificarli. Poco distante qualcuno aveva fatto irruzione nel covo fascista di Casa Pound dov’era presente l’attuale sindaco Alessandro Tomasi e Massimo Dessì, militante dei fascisti del terzo millennio. Ci furono dei vetri rotti e venne rovesciata una scrivania (https://www.arezzoweb.it/2009/pistoia-devastata-la-sede-di-casapound-italia-24357.html). Il questore Maurizio Manzo, aveva deciso di sfruttare questo episodio per assestare un duro colpo a chi si stava organizzando per bloccare il diffondersi delle ronde razziste e fasciste.
Per quanto riguarda le udienze che si susseguirono per tutto il 2010, ci fu una costante presenza in aula di Gianluca Casseri, il militante fascista di Casa Pound Pistoia che il 13 dicembre 2011 a Firenze, sparando tra la folla di un mercato cittadino, uccise a sangue freddo due persone e ne ferì altre per il solo fatto di avere la pelle nera ed essere immigrati poveri (https://www.repubblica.it/cronaca/2011/12/13/news/firenze_gianluca_casseri_killer_senegalesi_suicida-26554634/). Casa Pound non è mai stata messa sotto processo per la strage di Firenze.
I fatti del 2009 vengono ricordati per il carattere persecutorio nei confronti dei compagni del P.CARC e degli antifascisti in genere. Decine sono stati i processi orchestrati ad arte da questura e tribunali al solo scopo di colpire chi di fatto stava attuando le parti progressiste della costituzione del 1948.
Dopo 11 anni, a fronte della prescrizione dei reati, spunta “dal nulla” una condanna per via civile a risarcire i fascisti. Il 15 settembre scorso il Tribunale di Firenze ha confermato il risarcimento di 8.000 € all’associazione fascista Agogè e al suo militante Massimo Dessì: riconoscendo di fatto la piena legittimità e agibilità ai fascisti. Inoltre, il prossimo 28 dicembre, si svolgerà presso il tribunale di Pistoia l’ultimo atto del processo a carico di Cristian Boeri e Simone Niccolai, accusati dagli agenti della Digos Sandro Scaccia e Salvatore Principe di aver organizzato un presidio non autorizzato in opposizione all’apertura di una sede fascista.
Il carattere persecutorio con cui questura e tribunali si sono accaniti contro gli antifascisti non ha certo fiaccato il movimento di lotta e resistenza alla repressione. Questo infatti ha preso consapevolezza dell’importanza di coordinarsi e rafforzarsi a prescindere dalle differenti aree politiche, pratiche di lotta e prospettive di cambiamento.
Oggi come ieri rappresentanti politici alla Eugenio Giani, Dario Nardella e compagnia, usano lo spauracchio del nuovo fascismo come argomento di campagna elettorale, con l’unico obiettivo di creare condizioni favorevoli a imporre alle masse popolari un governo “responsabile” e “democratico”: un governo che impone alle masse popolari il programma comune di speculatori e affaristi alla Marco Carrai interessati soltanto a valorizzare il proprio capitale. Questo è l’antifascismo padronale alla Massimo D’Alema, Matteo Renzi, Laura Boldrini e Nicola Zingaretti. Un antifascismo che fa leva sul “pericolo della Lega” e sul ritorno a “sistemi autoritari” per raccogliere consenso elettorale tra tanti antifascisti e sinceri democratici. Un antifascismo che però ha sdoganato i fascisti dandogli spazi, sedi, riconoscimenti pubblici e addirittura offerto la copertura mediatica ed elettorale; non ha preso posizione in sostegno e solidarietà agli 86 compagni del movimento fiorentino, agli antifascisti multati per al manifestazione che nel dicembre 2014 impedì il comizio di Forza Nuova alle Piagge, di quelli scesi in piazzalo scorso 25 aprile, durante il lockdown, per ribadire i valori della resistenza; che non fa nulla di quanto in loro potere per abrogare leggi anti operaie e repressive come il Decreto Sicurezza di Matteo Salvini.
Essere antifascisti significa mobilitarsi per imporre l’abolizione dei vincoli di fedeltà aziendale e promuovere l’organizzazione dei lavoratori nelle aziende pubbliche e capitaliste, è la lotta per il diritto allo studio in sicurezza e di qualità per studenti e insegnanti, è impedire che i padroni e i loro scagnozzi in giacca e cravatta impongano alle masse popolari le uniche misure a loro disposizione per continuare a fare profitti spremendo i lavoratori.
Promuovere il protagonismo delle masse popolari ed estendere la loro partecipazione alla vita sociale e politica del paese, significa sostenere e rafforzare gli embrioni di organismi operai e popolari che già oggi esistono nelle aziende pubbliche e capitaliste, nelle scuole, nei quartieri popolari e di periferia. Le Brigate di solidarietà sono un esempio positivo non solo perché mostra chiaramente la possibilità di estendere a tutti i settori delle masse popolari questo genere di attività pratiche, ma anche perché mettono in luce che soltanto le masse popolari organizzate possono trovare le soluzioni che servono per mettere fine agli effetti peggiori della crisi.
Aderiamo e invitiamo a partecipare al presidio indetto per sabato 12 dicembre alle ore 10:00 in Piazza Dalmazia a Firenze per non dimenticare la strage fascista del 2011 che ha visto l’uccisione di due lavoratori senegalesi: Samb Modou e Diop Mor. Rilanciamo inoltre l’appello alla solidarietà e al sostegno economico nei confronti di Cristian Boeri e Simone Niccolai, chiamati a rispondere nel processo di lunedì 28 dicembre perché antifascisti.
Chiunque voglia contribuire con messaggi di solidarietà può scrivere all’indirizzo di posta elettronica federazionetoscana@gmail.com oppure fare un versamento economico sull’IBAIN intestato a Renzo Gemmi (IT79 M030 6909 5511 0000 0003 018), scrivendo nell’intestazione solidarietà agli antifascisti toscani.
Avanti nella costruzione del Governo di Blocco Popolare, l’unico governo capace di mettere un freno agli effetti peggiori della crisi perché poggia la azione sulla forza delle Organizzazioni Operaie e Popolari!
Avanti nella costruzione di una società superiore a quella attuale ormai marcia e decadente, il socialismo!
Federazione Toscana del Partito dei CARC