Compagni,
portiamo il saluto del Partito dei CARC e della Carovana del (n)PCI a questo incontro internazionale trattando due questioni che sono importanti per la rinascita del movimento comunista internazionale.
1. Situazione generale, repressione e prigionieri politici
La borghesia imperialista non ha alcuna possibilità di porre fine all’attuale crisi economica, ambientale, sanitaria, sociale e culturale, può solo continuare a travolgere il mondo con devastazioni e guerre, che pongono con sempre più urgenza la costruzione di un nuovo ordinamento sociale, il socialismo.
Nel nostro paese e in tutto il mondo le masse popolari resistono al procedere della crisi generale del sistema capitalista. Questa resistenza comprende sia la difesa delle conquiste strappate dai lavoratori durante la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale (1917-1976), sia la lotta contro i regimi della borghesia che devastano e distruggono, sia la lotta contro la repressione con cui questi stessi regimi cercano di soffocare individui e organizzazioni che sono alla testa della resistenza popolare e della rinascita del movimento comunista.
La borghesia per mantenere il suo dominio deve reprimere il più selettivamente possibile i comunisti: impedire a ogni costo che abbiano successo, quindi che moltiplichino la loro forza organizzandosi in partito; che elaborino e assimilino una concezione del mondo, un metodo di conoscenza e di lavoro e una strategia giusti; che svolgano un’attività efficace tra le masse; che reclutino e affermino la loro egemonia nella classe operaia.
Disgregare, corrompere e cooptare i comunisti, spezzare ed eliminare quelli che non si lasciano corrompere e cooptare è di vitale importanza per la borghesia imperialista. Per questo la borghesia ha costruito a livello mondiale e in ogni paese un articolato sistema di controrivoluzione preventiva: guerra al terrorismo con uccisione e incarcerazione di militanti politici, carceri speciali, torture e altre forme di annientamento fisico e psichico dei prigionieri politici, campagne mediatiche di intossicazione e diversione.
Con la controrivoluzione preventiva la borghesia cerca di impedire che si creino le condizioni soggettive della rivoluzione socialista: un certo livello di coscienza e un certo grado di organizzazione della classe operaia e delle masse popolari autonome dalla borghesia. O almeno impedire che la coscienza e l’organizzazione della classe operaia, del proletariato e delle masse popolari crescano oltre un certo livello.
La controrivoluzione preventiva richiede che i comunisti vi facciano fronte con principi, metodi e iniziative appropriati. Con la controrivoluzione preventiva la borghesia è finora riuscita a impedire la vittoria del movimento comunista nei paesi imperialisti principalmente perché il movimento comunista non era ideologicamente abbastanza avanzato per farvi fronte. Tuttavia la controrivoluzione preventiva è lungi dal garantire alla borghesia la sconfitta del movimento comunista e l’integrazione delle masse proletarie nel suo regime, come varie correnti disfattiste o militariste hanno sostenuto e sostengono. Essa ha solo segnato una nuova forma e una nuova fase, più avanzate e decisive, della lotta tra il proletariato e la borghesia.
A fronte del fallimento o dell’insufficienza della controrivoluzione preventiva, la borghesia imperialista dispone del ricorso alla mobilitazione reazionaria delle masse popolari.
Quando il suo Stato non è in grado di provvedere al benessere delle masse popolari, la borghesia deve mobilitare le masse in un guerra tra gruppi di masse popolari per aggredire, opprimere, rapinare e saccheggiare altri paesi, popoli e nazioni: la mobilitazione reazionaria delle masse popolari. Ma anche la mobilitazione reazionaria delle masse popolari (come la repressione) è un’arma a doppio taglio. Se non raggiunge il suo obiettivo, se i paesi, popoli e nazioni aggrediti resistono efficacemente, la mobilitazione reazionaria può trasformarsi in mobilitazione rivoluzionaria. Infine in ogni singolo paese la borghesia predispone mezzi, strumenti e strutture in vista della guerra civile, prepara la guerra civile. Perché farà ricorso a essa se falliranno gli altri sistemi impiegati per impedire la conquista del potere da parte della classe operaia e delle masse popolari.
Tutte le politiche e le misure che la borghesia mette in opera, sono armi a doppio taglio. Noi comunisti dobbiamo usare la repressione e la lotta contro la repressione per suscitare la solidarietà proletaria e per educare le masse alla lotta politica rivoluzionaria.
Queste sono le condizioni politiche che ogni partito comunista deve comprendere nelle linee generali e nei tratti specifici del paese in cui opera, far conoscere e denunciare pubblicamente. Un partito che trascura questi aspetti o che mantiene le masse popolari all’oscuro di essi, non è un partito comunista. Ma più importante ancora è che il partito comunista guidi la costruzione organizzativa e l’attività del movimento comunista cosciente e organizzato, e in primo luogo di se stesso, in modo da essere in grado di far fronte con successo a queste condizioni.
La Carovana del (n)PCI, di cui il P.CARC è parte, fin dalla sua origine (dal 1980) h fatto fronte alla repressione e ha considerato che la repressione è inevitabile per chi vuol cambiare le cose, e in modo particolare per chi vuole fare la rivoluzione socialista in un paese imperialista.
Abbiamo subito diversi attacchi repressivi con arresti, provocazioni poliziesche, intimidazioni, campagne mediatiche ma sempre abbiamo adottato e praticato la linea: essere contro la repressione, non temerla, combatterla e rovesciarla contro il nemico. Quando il nemico attacca, se l’organizzazione resiste e contrattacca facendo un’ampia campagna di denuncia e mobilitazione, limita lo sbandamento nelle sue file, aggrega nuove forze e diventa un punto di riferimento per quanti sono contro lo stato presente delle cose: per questo bisogna combattere e non lamentarsi della cattiveria del nemico!
Il compito dei comunisti è ridurre gli effetti negativi della repressione sulle organizzazioni popolari e di rivoltare contro il nemico i suoi attacchi, rafforzando la combattività e l’organizzazione delle masse popolari.
Dove c’è oppressione, ingiustizia c’è anche ribellione. La brace cova sotto la cenere nella società: in Italia sono in corso mobilitazioni dei lavoratori e delle varie classi proletarie contro la gestione criminale dell’emergenza sanitaria ed economica legata alla pandemia Covid-19, anche nelle carceri ci sono state rivolte contro la gestione della pandemia, tentativi di evasione di massa ed è in corso una mobilitazione per i diritti dei prigionieri politici e comuni. Queste mobilitazioni testimoniano che la resistenza delle masse popolari all’oppressione della borghesia e la lotta di classe esistono anche in carcere.
Per quanto riguarda i prigionieri politici essi sono rispettati da numerosi detenuti, perché vengono visti come coloro che hanno osato sfidare lo Stato e che per le loro idee hanno preferito fare il carcere anziché fare gli “infami” e tradire i propri compagni. Il rispetto e le connesse forme di sostegno aumentano tanto più quanto più la solidarietà all’esterno è forte ed “entra” nel carcere: manifestazioni fuori dal carcere, lettere e cartoline inviate al compagno detenuto, articoli, visite di parlamentari, ecc.
Il principio che ci guida è: la solidarietà rafforza i prigionieri politici, la resistenza dei prigionieri politici rafforza la lotta delle masse popolari.
2. La rinascita del movimento comunista e il contributo dato dal Partito Comunista del Perù e dal Presidente Gonzalo.
Il movimento rivoluzionario per vincere deve essere diretto da un partito comunista che applichi creativamente il bilancio dell’esperienza del primo movimento comunista internazionale (il marxismo-leninismo-maoismo) nella situazione particolare e concreta del movimento di rivoluzionamento del nostro e degli altri paesi.
Per questo abbiamo sempre riconosciuto il grande merito che ha avuto il Partito Comunista del Perù e il suo dirigente, il Presidente Gonzalo, che dal 1992 è rinchiuso nelle carceri nelle mani dei manutengoli peruviani dell’imperialismo, per aver fortemente contribuito ad affermare in tutto il mondo la tesi che il maoismo è la terza superiore tappa del pensiero comunista e a mostrare i nuovi apporti che esso dà al movimento comunista.
Il Partito Comunista del Perù, nel testo Guerra popular en el Perù – El pensamiento Gonzalo (ed. L.A. Borja, 1989), sintetizza questa tesi distinguendo tra maoismo (il sistema organico delle verità universali elaborate da Mao Tse-tung) e il pensiero di Mao Tse-tung (la linea del Partito comunista cinese, unione delle verità universali con la pratica specifica della rivoluzione cinese che Mao Tse-tung ha diretto). La distinzione è tanto più importante perché fino al 1956 (anno del ventesimo Congresso del PCUS che eresse il revisionismo moderno a “nuova linea generale del movimento comunista mondiale”) il PCC e Mao Tse-tung non svolsero un ruolo internazionale e quindi le verità universali del maoismo nelle opere di Mao Tse-tung nella maggior parte dei casi vengono enunciate nella forma concreta, applicata fino al 1949 alla rivoluzione di “nuova democrazia” e poi alla rivoluzione socialista del popolo cinese.
Il maoismo è diventata la teoria organica e universale delle esperienze accumulate dal movimento comunista internazionale dal suo inizio fino agli anni ’70 del secolo scorso, la sintesi più alta e più avanzata che finora ne è stata fatta. In questo senso il maoismo, come prima il marxismo e poi il leninismo, è il frutto (ultimo in ordine di tempo) di tutto il movimento comunista mondiale: in esso sono confluite le esperienze positive compiute da milioni di comunisti in tutto il mondo.
Il maoismo è quindi il più avanzato sistema organico delle verità universali finora elaborato in campo rivoluzionario (Terza e superiore tappa del movimento comunista cosciente ed organizzato). Nessuna avanguardia, di nessun paese, può prescindere da esso. I principali apporti del maoismo al pensiero comunista sono:
1. La guerra popolare rivoluzionaria di lunga durata è la strategia universale (cioè valida per tutti i paesi) della rivoluzione socialista.
2. La rivoluzione di nuova democrazia è la strategia dei comunisti nei paesi semifeudali oppressi dal sistema imperialista mondiale.
3. La linea di massa è principale metodo con cui il partito comunista dirige la classe operaia e le altre classi delle masse popolari.
4. La lotta tra le due linee nel partito è il principio che guida lo sviluppo del partito comunista e la sua difesa dall’influenza della borghesia e del clero.
5. La lotta di classe nella società socialista contro la nuova borghesia costituita dai dirigenti del partito, dello Stato e delle altre istituzioni sociali che frenano i passi avanti che concretamente le masse popolari possono fare di volta in volta verso il comunismo.
6. Il partito comunista non è solo soggetto (promotore e dirigente) della rivoluzione socialista, ma anche oggetto della rivoluzione socialista; ogni suo membro è non solo soggetto ma anche oggetto della rivoluzione socialista. Per approfondimenti rimandiamo a vari scritti fatti negli anni dal (n)PCI (vedi testi anche il castigliano: http://www.nuovopci.it/eile/sp/cuatro_temas/los_cuatro_temas.html, http://www.nuovopci.it/eile/sp/MPcast/MP_Castigliano, html http://www.nuovopci.it/scritti/sei_app/seiapmao.html,).
La teoria della Guerra Popolare Rivoluzionaria di Lunga Durata (GPR di LD) è uno dei principali apporti di Mao al pensiero comunista. L’adozione della GPR di LD come strategia universale per la rivoluzione proletaria, sia per la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti sia per la rivoluzione di nuova democrazia nei paesi semifeudali e semicoloniali, si impone tramite una lotta ideologica accanita per l’adozione del marxismo-leninismo-maoismo come base ideologica dei nuovi partiti comunisti.
Auguriamo che i lavori e il dibattito siano fecondi per la lotta in difesa della vita del Presidente Gonzalo e per la lotta che in ogni paese del mondo il proletariato sta affrontando per farla finita con il corso disastroso delle cose imposto da sistema imperialista, avanzando nel percorso per fare la rivoluzione socialista nei paesi imperialisti e rivoluzioni di nuova democrazia nei paesi oppressi dall’imperialismo.
W la rinascita del movimento comunista internazionale!
Direzione Nazionale Partito dei CARC