Comunicato della Segreteria federale Lombardia rispetto all’intervento delle forze di polizia ai presidi organizzati in occasione dello sciopero della sanità del 25/11
Mercoledì 25/11, in occasione dello sciopero della sanità indetto dall’USB, abbiamo organizzato diffusioni solidali fuori dall’ospedale San Paolo di Milano e dall’ospedale Papa Giovanni XXIII di Bergamo, per sostenere la mobilitazione dei lavoratori (su quanto sta accadendo al San Paolo vedi comunicato) e portare la linea del commissariamento popolare della sanità lombarda.
In entrambi i casi siamo stati oggetto di attenzioni da parte prima dei vigilantes dell’ospedale, che al San Paolo si è premurato addirittura di rimuovere tutti i volantini che avevamo messo sulle macchine del parcheggio del P.S., e in seguito della Digos, che ha tentato in vari modi di intimidirci, di impedirci di distribuire volantini, esporre bandiere, striscioni e cartelloni. In entrambi i casi le intimidazioni sono state respinte, continuando nella nostra attività di volantinaggio e propaganda, denunciando ciò che stava accadendo agli infermieri e ai passanti.
Questi fatti mostrano come quello della sanità sia il principale nervo scoperto nella nostra Regione, su cui dobbiamo continuare a battere. La Giunta da mesi cerca di insabbiare le proprie responsabilità rispetto al disastro della sanità e da mandato alle direzioni di ospedali e RSA di reprimere i lavoratori che denunciano la situazione, come già accaduto al Pio Albergo Trivulzio, all’ospedale di Merate e di Legnano. Paradossalmente le indagini sulle situazioni denunciate sono poi svolte dalle stesse direzioni sanitarie colpevoli della disastrosa situazione attuale. Le forze di polizia, invece di indagare sui responsabili delle decine di migliaia di morti nella nostra regione e arrestare i politici e dirigenti colpevoli, si muovono in forze per stroncare la solidarietà popolare e il rafforzamento del fronte tra lavoratori e utenti. La giunta regionale, direttori sanitari e forze di polizia sono unite nel tentativo di reprimere il dissenso e stroncare qualsiasi forma di mobilitazione. Non dobbiamo permetterglielo!
Lavoratori, utenti: non lasciatevi intimidire dalla repressione!
Siamo in milioni ad aver interesse a farla finita con questa gestione criminale che mette al centro il profitto della sanità.
Sviluppando l’organizzazione in ogni ospedale e struttura sanitaria tra utenti e lavoratori, sviluppando la solidarietà e il coordinamento, riusciremo a far valere sempre di più questa nostra forza.
Se Regione e direzioni mostrano i muscoli a fronte della mobilitazione popolare e delle lettere di denuncia dei lavoratori è perché sanno di aver perso la fiducia delle masse popolari, sentono le loro sedie che scricchiolano, avvertono di essere dalla parte sbagliata della storia.
E’ il momento di passare all’attacco! non basta più limitarsi a rivendicare questa o quella misure, dobbiamo mettere in discussione l’intero modello di gestione della sanità in Lombardia e nel paese!
Bisogna sviluppare e allargare la mobilitazione per il diritto alla salute, mettendo in campo dal basso risposte alle problematiche che decenni di tagli alla sanità hanno causato e con mille manifestazioni, presidi, iniziative, fino a farne un problema di ordine pubblico.
Chiamiamo a sostenere ed emulare esperienze che si organizzano per dare risposte sul territorio, come la brigata sanitaria nata a Milano, le brigate di solidarietà, le iniziative per fare tamponi gratuiti o a presso di costo; ad organizzare presidi davanti agli ospedali pubblici e privati per raccogliere e denunciare le problematiche esistenti e sviluppare l’unità tra lavoratori ed utenti; a moltiplicare le denunce, le proteste, gli scioperi e le iniziative di lotta dentro e fuori le strutture sanitarie.
Basta con la sfiducia e la rassegnazione! La repressione con cui rispondono non è segno di forza, ma di debolezza, è segno che è possibile cacciare questi criminali in giacca e cravatta e rompere la cupola di interessi che ha determinato lo sfascio della sanità pubblica nella nostra Regione!
E’ possibile imporre un commissariamento dal basso della sanità lombarda, “nominare” e imporre dal basso quegli esponenti che hanno dimostrato di essere al servizio degli interessi e della salute delle masse popolari. Nominiamo Gino Strada a Commissario straordinario della sanità lombarda, insieme ai medici di Emergency, ai lavoratori e attivisti dei sindacati combattivi, delle brigate per l’emergenza, delle associazioni come Medicina Democratica e il Comitato in difesa del San Paolo e San Carlo. Loro conoscono bene le misure urgenti da prendere per una sanità gratuita, accessibile ed efficiente.
Cacciamo Fontana e Gallera! Avanti per il commissariamento popolare della sanità in Lombardia!