Il prossimo 30 novembre scadono i termini della fidejussione a garanzia dell’acquisto di Sanac da parte di Arcelor Mittal Italia ma la situazione è completamente in alto mare. Il governo Conte non ha fatto praticamente nulla lasciando campo libero al padrone, che da una parte smantella gli stabilimenti cominciando col ridurre al minimo la manutenzione e l’efficienza degli impianti (con i tutti pericoli conseguenti) e dall’altra cerca di intimidire gli operai con licenziamenti e sanzioni, con l’obiettivo di preparare il terreno alle chiusure definitive: però la reazione degli operai di Cornigliano (GE) della settimana scorsa, che hanno attraversato in massa Genova e imposto il ritiro dei licenziamenti, gli indicano di essere più prudenti!
Anche a Massa sono arrivati procedimenti disciplinari a 7 operai per una partita di mattoni non uscita a dovere dalla produzione, cosa non strana quando si lavora in pessime condizioni materiali e morali, con ammodernamenti fermi da anni e lo spettro del licenziamento sulla testa! Le responsabilità per noi sono tutte in capo a chi ha portato a questa situazione, e quindi allo Stato che gestisce in amministrazione controllata l’azienda: altro che colpa degli operai!
Quanto succede da Massa a Taranto, passando per il deserto industriale della ex Lucchini di Piombino, è dimostrazione del fallimento di governo e istituzioni, dopo i 50mila morti dovuti all’incapacità di affrontare il COVID lasciano implodere il tessuto produttivo del paese, con i padroni liberi di andarsene dopo aver strappato soldi pubblici e marchi come hanno fatto gli americani di Whirlpool, la stessa manovra fatta dalla Eaton a suo tempo.
Questi sono alcuni degli effetti della crisi generale – intesa come economica, politica, ambientale e sociale oltre che sanitaria – del sistema capitalista giunta ormai alla sua fase acuta e terminale, il paese e il mondo intero sono squassati da questi sommovimenti e la sola risposta positiva può arrivare solo dalla classe operaia e dalle masse popolari, che devono prendersi l’onore e l’onere di governare!
Infatti sono gli operai che a marzo hanno imposto la chiusura delle aziende per le sanificazioni come alla Piaggio e alla GKN di Firenze oppure, come proprio nel caso della Sanac, hanno mantenuto la continuità produttiva imponendo le misure di sicurezza e igiene necessarie.
Sono gli operatori della sanità che si sono letteralmente sacrificati – con tanto di morti e feriti – per far fronte alla prima e ora alla seconda ondata, ampiamente prevedibile, del COVID, senza che Regioni, Comuni e governo abbiano fatto niente per prevenire questa situazione.
Sono le masse popolari, e in particolare i giovani, che si sono mosse subito costituendo brigate di solidarietà che hanno portato sostegno alimentare e anche psicologico a coloro che le cosiddette istituzioni avevano letteralmente abbandonato senza lavoro, senza CIG, con bonus affitti e spesa che sono stati elemosine di pochi spiccioli. Sono ancora loro che le stanno ripristinando, compreso Massa, per sostenere le masse popolari in difficoltà. Queste sono le vere autorità pubbliche che devono sostituire il vecchio, è il nuovo che vede la luce!
In questi giorni gli operai della Sanac si stanno confrontando sulle forme di lotta da mettere in campo, stanchi di aspettare dopo anni di tavoli di trattativa inconcludenti, anni di chiacchiere e promesse di istituzioni e sindacati che hanno portato al disastroso punto di oggi. Noi facciamo appello alle forze politiche, sindacali e sociali di Massa per essere concretamente al loro fianco e impedire con ogni mezzo la chiusura dell’ennesima azienda cittadina, la perdita di un altro polo di eccellenza industriale di un paese che si vuole definire avanzato: dopo Eaton, Dalmine e Rational è ora di dire basta a chi se ne fugge lasciandosi dietro cimiteri di capannoni e ettari di Siti di Interesse Nazionale da bonificare!
Chiamiamo a schierarsi con gli operai Sanac i “vicini” del Pignone, che spesso si sono trovati insieme nei cortei cittadini e in altre lotte e vertenze come quelle della Rational, dei Nuovi Cantieri Apuani, in presidio al NOA a sostegno degli operatori sanitari: facciamo valere la forza della solidarietà fra lavoratori, partecipando alle iniziative che verranno fatte, costringiamo i sindacati – tutti – a darsi una svegliata se non vogliono essere travolti anche loro da questa catastrofe!
Chiamiamo a schierarsi con gli operai Sanac i commercianti, a partire da quelli che hanno generosamente contribuito alla riuscita della Festa nazionale della Riscossa Popolare di agosto, che subirebbero un altro colpo devastante dalla chiusura perché oltre cento famiglie si troverebbero sul lastrico con gli ovvi tagli sugli acquisti.
Si deve schierare anche l’amministrazione comunale, sapientemente nascosta nell’ombra in tutti questi mesi ma che è politicamente responsabile di cosa succede sul suo territorio: il tempo delle chiacchiere e delle scuse sul “si decide altrove” è finito! Ci ricordiamo bene le parole del consigliere di FdI Amorese del primo ottobre dello scorso anno: “Io se fossi un operaio Sanac oggi non ignorerei l’ipotesi, a un certo punto, di arrivare a occupare la fabbrica. Se questo dovesse succedere io credo che tutti noi dovremmo dormire la prima notte dentro la fabbrica.” Siamo sicuri che se le ricordano, e gliele ricorderanno molto presto, gli stessi operai Sanac: è passato un anno e non hanno mosso una virgola.
Ci aspettiamo di vedere ai cancelli della fabbrica i candidati alle recenti elezioni regionali che a settembre hanno firmato una lettera in cui si impegnavano a sostenere la lotta operaia qualunque via essa avrebbe preso, quindi rilanciamo l’invito a Salvatore Catello e Marco Rizzo del Partito Comunista, Luigi Gariano e Francesca Conti di SI Toscana – Potere al popolo. Lo vogliamo estendere anche a coloro che al tempo si sono rifiutati di firmarlo, come Irene Galletti e Andrea Quartini del M5S, all’altra consigliera regionale neoeletta Silvia Noferi affinchè non facciano mancare il sostegno e la vicinanza del primo partito dell’attuale governo, quel Movimento che esprime il ministro dello Sviluppo Economico che questa estate si è guardato bene dal rispondere alla lettera pubblica inviatagli questa estate da operai di vari stabilimenti siderurgici del paese (compresi Sanac, Mittal e AST di Terni, altra fabbrica a rischio di chiusura).
Ci aspettiamo di vedere cosa farà la deputata massese Nardi, presidente della commissione Attività Produttive, Commercio e Turismo (altri due settori massacrati pesantemente a livello locale dalla crisi), dopo le tante promesse di “risolvere la situazione” dall’alto della sua carica istituzionale: ad oggi i risultati sono zero, per la Sanac!
La pratica di chi si schiererà mettendosi a disposizione con persone, contatti, relazioni e soldi, mostrerà chi ha realmente a cuore il futuro degli operai Sanac, della classe operaia e delle masse popolari di Massa e del paese; così si distinguerà chi sono i reali “amici” degli operai e del popolo da chi non lo è: il tempo delle chiacchiere è agli sgoccioli e chi non fa gli interessi popolari e dei lavoratori, li fa della borghesia e della classe dominante che sempre più evidentemente non ha soluzioni positive ma solo miseria, devastazione di ogni genere e guerra tra poveri condita da ogni tipo di intossicazione.
Difendere la Sanac e l’apparato produttivo del paese contro smantellamenti e delocalizzazioni!
Imporre un governo di emergenza che adotta tutte le misure che servono, a costo di rompere con prassi e rituali delle istituzioni borghesi e della UE: nessun posto di lavoro deve essere più perso!
La Segreteria Federale Toscana del P.CARC