[Milano] Solidarietà ai lavoratori degli ospedali santi Carlo e Paolo: i lavoratori e gli utenti non sono carne da macello!

Cacciare Fontana-Gallera e i loro zerbini!

Sui giornali prosegue il balletto sui colori delle regioni e si discute di portare la Lombardia da zona rossa ad arancione,. Nel contempo una cinquantina tra medici d’urgenza e rianimatori degli ospedali San Carlo e San Paolo di Milano, in una lettera pubblicata sul Fatto Quotidiano, hanno denunciato la disastrosa situazione negli ospedali dove lavorano, con reparti al collasso. E’ stato anche proclamato dall’USI lo stato di agitazione, che culminerà il 14 dicembre in uno sciopero. Mercoledì 25/11 ci sarà invece lo sciopero indetto a livello nazionale dall’USB.

Nella lettera i lavoratori denunciano in sintesi di dover dilazionare l’accesso alle cure dei pazienti (cioè non curano i pazienti quando gli serve, ma quando si liberano i posti per poterlo fare) a causa della carenza di posti letto e di personale adeguatamente formato. Infine individuano chiaramente le responsabilità dei vertici aziendali nominati dalla Regione, i quali: “(…)avrebbe potuto decidere, e non ha deciso per tempo, anzi, con dovuto anticipo, di riorganizzare, di richiamare più personale formato, di aprire più posti letto monitorati per pazienti affetti da covid”. Infine chiudono chiedendo: più attenzione alle necessità di ricovero urgente dei pazienti critici e una maggiore tutela qualora ci vedessimo costretti ad operare scelte dettate da condizioni che trascendono la cura dei malati stessi. Chiediamo, inoltre, un’urgente e sostanziale implementazione dell’organico di Pronto Soccorso e dei reparti di Area Critica, che da troppo tempo lavorano in condizioni di costante sovraccarico, ulteriormente aggravato dall’attuale emergenza. Chiediamo, infine, più attenzione alle esigenze di cura e di ricovero per tutti i pazienti che accompagniamo nelle fasi ultime di malattia e che hanno diritto di ricevere una ancor più doverosa e dignitosa assistenza nel fine vita (qui il link dall’articolo pubblicato sul Fatto quotidiano).

E’ evidente come la situazione creatasi non cada dal cielo, ma sia frutto di precise politiche della dirigenza, che a sua volta si inquadra nella gestione criminale e mafiosa della sanità Lombarda. Un sistema che da decenni specula sulla salute dei cittadini e favorisce i grandi gruppi della sanità privata a discapito della sanità pubblica, che pure viene gestita sempre più secondo logiche aziendali e di profitto, invece che in funzione dell’esclusiva salute dei cittadini. Fontana e Gallera sono solo gli ultimi agenti di questo sistema criminale, di cui la pandemia Covid 19 ha mostrato chiaramente i risultati agli occhi di tutti: la Lombardia dell’eccellenza sanitaria è la regione più colpita al mondo, i morti si contano in decine di migliaia, le strutture e il personale sanitario sono al collasso, mentre i privati continuano a macinare altissimi profitti speculando sulla situazione.

Per costruire una sanità veramente pubblica e al servizio dei cittadini dobbiamo far saltare questo sistema, cacciare la giunta Fontana-Gallera, i suoi agenti negli ospedali come il direttore Stocco, e commissariare dal basso la sanità, valorizzando nella sua gestione tutte le forze sane che in questi mesi si sono mobilitate per fare fronte all’emergenza. Farlo è possibile: si tratta di far valere il ruolo dei lavoratori coscienti e i sindacati combattivi della sanità, delle organizzazioni popolari come le brigate presenti capillarmente sul territorio e che oggi cominciano ad occuparsi anche di questioni sanitarie, di organizzazioni come Emergency e Medicina Democratica che hanno capacità e competenze che stanno già mettendo a disposizione per fare fronte all’emergenza nell’interesse delle masse popolari.

Le stesse recenti vicende del rocambolesco avvicendarsi di commissari per la sanità in Calabria, dove sono stati sostituiti tre commissari e per un certo periodo è sembrato dovesse assumere il ruolo Gino Strada, fondatore di Emergency, indicano che quella del commissariamento popolare è una soluzione che sta nell’ordine delle cose, perché la classe dominante non ha altre soluzioni. Sta alle organizzazioni operaie e popolari mobilitarsi per imporla!

Come sezione di Milano Sud del P.CARC sosteniamo quindi, e chiamiamo tutti a sostenere, la denuncia e la mobilitazione dei lavoratori, anche contro le sicure rappresaglie della direzione, che punirà gli autori della lettera come ha già fatto con la primaria d’urgenza, rimossa dall’incarico come capro espiatorio (nonostante avesse segnalato un mese fa la situazione critica e avesse accettato di dissociarsi dalla lettera come richiesto dalla direzione a lei e agli altri primari).

Sosteniamo e invitiamo a contattarci anche ogni lavoratore e gruppo di lavoratori deciso a passare dalla denuncia all’azione, ad organizzarsi e mobilitarsi al di la delle sigle sindacali per imporre l’adozione delle misure indicate nella lettera: assunzione di nuovo personale adeguatamente formato, più posti letto e più materiali e strumentazioni per poter garantire a tutti le cure necessarie.

Qui il comunicato video: https://fb.watch/1XMiBNXvSI/

Mercoledì 25/11, in occasione dello sciopero indetto da USB, saremo presenti dalle 12 per sostenere e rilanciare la mobilitazione dei lavoratori.

Sabato 28/11 con la Brigata di solidarietà popolare Milano Sud e il comitato in difesa degli ospedali Santi Paolo e Carloe domenica 29/11 in via Padova due “tende della salute” per parlare di prevenzione del contagio e sanità.

Domenica 6/12 assemblea operaia sul tema della salute e della sanità

Rilanciamo inoltre alle date del:

  • Mercoledì 9/12, sciopero nazionale della funzione pubblica;

  • Lunedì 14/12, sciopero dei lavoratori del San Paolo e San Carlo;

e invitiamo a partecipare alla brigata medica “Soccorso Rosso” che si ritrova presso la Camera del non lavoro in Via Porta volta 22.

Invitiamo gli utenti degli ospedali e semplici cittadini a partecipare alle attività del Comitato in difesa degli ospedali santi Carlo e Paolo (tutelasanitapubblicalombardia@gmail.com cell: 3395373470 – 3477168596) di cui alleghiamo il comunicato.

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