Il 7 novembre sarebbe stata una data significativa per lo sviluppo della mobilitazione per la cacciata della giunta Fontana-Gallera e per il commissariamento della sanità lombarda, in ragione delle decine di migliaia di morti che ci sono stati e che continuano ad esserci. Fontana-Gallera e la loro banda di affaristi e mafiosi sono tra i principali responsabili e per questo vanno cacciati. Il “cordone sanitario” intorno alla Regione che si voleva promuovere per la mattinata del 7 novembre (anche per le quarantacinque adesioni ricevute da diverse associazioni, organizzazioni sindacali e politiche) sarebbe stato un passo concreto nella giusta direzione: dare fiducia a chi si sta battendo per una sanità pubblica, dare voce al personale ospedaliero sfruttato e mandato a morire in trincea e ai familiari delle vittime delle RSA o lasciate morire in casa abbandonate. Consapevoli che il 7 novembre non sarebbe stata la mobilitazione risolutiva, ma un avanzamento SI, verso lo sviluppo del tanto declamato coordinamento, dell’unità delle forze contro i reali responsabili della strage nella nostra regione.
Invece parte dei promotori, aderenti alla Campagna DICO 32 e Medicina Democratica, nel giro di qualche ora (poco prima si discuteva di cosa scrivere sull’autocertificazione) hanno deciso di annullarla per il nuovo lockdown, come si legge dalla pagina Facebook di Vittorio Agnoletto e di Medicina Democratica: si annulla una manifestazione indetta contro la cattiva gestione che ci ha portato all’ennesimo lockdown a causa del lockdown?! Questo nonostante tutte le aziende, i parrucchieri e i barbieri, le scuole fino alla seconda media sono aperte e nonostante la questura non ha posto divieti. Anzi, nel pomeriggio, alle h. 15, sotto la Regione Lombardia, ci sarà il presidio (autorizzato) dei Lavoratori e lavoratrici dello spettacolo. In alternativa faranno una Maratona web-Commissariare la sanità lombarda e abrogare la legge 23/15.
Questa decisione è profondamente sbagliata e nociva per la difesa degli interessi delle masse popolari, dei lavoratori che sono ormai carne da macello (la Lombardia durante il primo semestre dell’anno ha “vinto” il primato per il più alto numero di infurtuni per Covid19!); degli anziani e malati che sono di nuovo abbandonati a loro stessi; del personale sanitario che è costretto alla quarantena part time (sei potenzialmente positivo? Vai comunque a lavorare ma stai a casa e isolato nel tempo libero). Chi ha indetto quella manifestazione, con quelle parole d’ordine giuste e sacrosante, ha creato aspettative (45 adesioni di associazioni di questi tempi non è poca roba!) e soprattutto si è posto come riferimento per contrastare le politiche criminali di questi lupi famelici, che hanno l’unico obiettivo di garantire determinati interessi. Non si lascia un vuoto di potere! Ma si lascia campo libero ai Fontana-Gallera, nell’attesa che il lockdown finisca o, peggio, che la pandemia passi, dando l’illusione che tutto sommato questi criminali possano gestirla (nel peggiore dei modi, ma gestirla), che per ora non si può fare nulla e poi “vedremo” (anche se di spiragli di luce non se ne vedono).
Le motivazioni per cui “la gente non capirebbe” o “saremmo untori” sono proprio fuori luogo: le mobilitazioni che si sono susseguite nei mesi dopo la fine del primo lockdown e nelle settimane scorse (fino all’altro ieri, con gli scioperi e i presidi dei metalmeccanici) sono dimostrazione che 1. c’è disponibilità da parte di tante categorie di lavoratori e giovani a mobilitarsi e costruire qualcosa di alternativo a questo sistema e a queste cricche di speculatori; 2. che le masse popolari (al di là di qualche manifestazione di negazionismo a cui ovviamente la stampa di regime da un’importanza spropositata) sono perfettamente e responsabilmente in grado di tutelare la loro salute, anche durante le mobilitazioni.
Per questo pensiamo che l’annullamento della manifestazione sia stato un grosso e irresponsabile passo indietro, un’occasione mancata per avanzare non solo per cacciare la giunta Fontana-Gallera, ma anche per costruire (date le tante competenze, intelligenze, proposte che quella piazza avrebbe fatto emergere) una concreta alternativa.
I compagni e le compagne del Partito dei CARC della Lombardia chiamano tutte le associazioni che avevano aderito alla mobilitazione annullata a partecipare ai presidi sotto la Regione Lombardia di domani 7 novembre, h. 10 presidio in via Galvani indetto da Potere al Popolo e alle h. 15 dai Lavoratori e Lavoratrici delle spettacolo (qui il link dell’evento e l’autocertificazione da usare per il tragitto). Aderiamo e invitiamo a partecipare perché in questa fase è decisivo respingere tutti quei tentativi di limitare l’organizzazione, la mobilitazione e l’iniziativa delle masse popolari; non autolimitarsi (non solo le masse popolari responsabili di questo strage); non cedere alla propaganda di regime (agire con coscienza e responsabilità, ma agire!), perché se possiamo produrre in sicurezza allora possiamo anche manifestare in sicurezza.
Cacciamo la giunta Fontana-Gallera!
Per il commissariamento popolare della sanità! Costruiamo una giunta regionale d’emergenza popolare!
Tutto il potere agli operai e alle masse popolari organizzate!