In lotta fuori dalla fabbrica per il diritto allo studio e ai trasporti

L’esempio degli operai della FCA di Termoli

Per difendere i posti di lavoro e le conquiste frutto della prima ondata della rivoluzione proletaria è necessario che gli operai riprendano a organizzarsi nelle aziende. Costruire organizzazioni operaie significa occuparsi dell’azienda, esercitando un potere alternativo a quello del padrone sul posto di lavoro. Ne abbiamo trattato spesso su queste pagine, facendo anche esempi tratti dalla storia del movimento operaio e comunista italiano, primo fra tutti quello dei Consigli di Fabbrica degli anni ’70.

Tratto distintivo di quel movimento era il grado di coscienza politica, la ricerca dell’unità di classe a scapito delle divisioni sindacali, la mobilitazione e la direzione esercitata verso l’esterno, verso la società nel suo complesso. Questo è quello che serve ancora oggi, per cambiare radicalmente il nostro paese e imporre quel governo di emergenza popolare che farà avanzare la lotta per fare dell’Italia un nuovo paese socialista.

Ogni grande questione vive anche di esempi particolari. La lotta che sta conducendo il SOA (Sindacato Operai Autorganizzati, un’organizzazione presente nello stabilimento FCA di Termoli) per il diritto all’istruzione e alla mobilità nelle aree interne del Molise è uno di questi esempi.

A Lupara (CB) i bambini delle scuole dell’obbligo non hanno sul territorio comunale strutture scolastiche e sono costretti a frequentare istituti situati nei comuni limitrofi, in particolare l’istituto onnicomprensivo del comune di Casacalenda, distante una ventina di chilometri. Il disagio di questa situazione è aggravato dal fatto che non esiste un servizio di scuolabus. Con i contagi da Covid-19 che galoppano in tutta Italia, i genitori si sono ritrovati costretti a scegliere fra tre opzioni: mandare i figli a scuola con gli autobus di linea stracolmi, accompagnarli quotidianamente con l’auto oppure tenerli a casa. Questa situazione insostenibile ha spinto i genitori sulla via della lotta. A una prima lettera aperta indirizzata ai comuni di Lupara e Casacalenda, al provveditorato agli studi, alla regione Molise, al prefetto e al governo, ha fatto seguito la protesta.

Il SOA ha dato un contributo fondamentale per organizzare la protesta, partecipando allo sciopero di alunni e genitori, rilanciandolo e amplificandolo con comunicati fatti circolare sulla stampa locale. Gli operai sono anche cittadini che subiscono direttamente lo smantellamento dei servizi e vivono sulla loro pelle i problemi che si pongono fuori dalla loro fabbrica.

I presidi quotidiani nella piazza principale del paese non hanno ottenuto alcuna risposta dalle istituzioni. Il 14 ottobre il presidio si è quindi spostato sotto il palazzo del governo regionale. La determinazione della protesta ha costretto l’assessore ai trasporti e il presidente della regione a “scomodarsi” e a dichiarare che si impegneranno per risolvere il problema.

La lotta è in pieno svolgimento ma già da ora costituisce un importante esempio da propagandare ed emulare.

Il SOA esce dalla fabbrica mettendosi alla testa di quanti rivendicano il diritto alla mobilità e all’istruzione, smascherando le chiacchiere dei politicanti che cianciano di rilancio delle terre molisane vittime dello spopolamento e dell’abbandono.

Quando la classe operaia si muove, tutta la lotta di classe si eleva. Il SOA contribuisce così alla costruzione del nuovo potere delle masse popolari organizzate che, territorio per territorio, prenderà in mano la gestione dell’intero paese.

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