Elezioni presidenziali negli USA

Per specifiche caratteristiche e per il loro ruolo di baluardo del capitalismo a livello mondiale, gli USA sono il paese in cui gli effetti della crisi generale si manifestano prima e in modo più ampio e profondo.
La fase acuta della crisi del sistema politico della borghesia imperialista, che si è progressivamente aggravata su spinta della crisi economica, ha avuto una sua chiara manifestazione nella vittoria di Trump alle elezioni del 2016.

Nel momento in cui scriviamo non conosciamo i risultati delle elezioni, ma essi sono ininfluenti ai fini dello sviluppo della situazione.
La classe dominante USA si trova nel bel mezzo di una dispiegata guerra tra bande. È ormai a un punto di non ritorno e le elezioni presidenziali, quale che sia il loro esito, non potranno che aggravare la situazione.
Agli scontri tra fazioni della classe dominante si combina la mobilitazione delle masse popolari che si protrae ininterrottamente da mesi – vedi movimento Black Lives Matter o RemoveFascism – contro gli effetti della crisi, la gestione della pandemia, la repressione poliziesca, ecc.
Essa ha da tempo perso i connotati della “mobilitazione razziale” per acquisire, in maniera sempre più evidente, quelli più ampi dello scontro di classe che contrappone la borghesia imperialista al proletariato e alle masse popolari.

Gli USA sono nel pieno di una situazione rivoluzionaria in sviluppo come ogni paese imperialista, ma più degli altri, in ragione del ruolo che essi hanno a livello mondiale.
In questa situazione per le masse popolari statunitensi rivendicare migliori condizioni di vita non è più sufficiente, non è più possibile riformare lo stato di cose presenti, occorre un cambiamento radicale: il capitalismo non può essere migliorato, va abbattuto.
Per farlo non bastano le mobilitazioni, per quanto ampie e generose: è necessario un movimento comunista capace di guidare la classe operaia e le masse popolari verso la rivoluzione socialista.
Questo è il principale insegnamento che noi comunisti italiani dobbiamo trarre dalle rivolte che infiammano gli USA.

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