Abbiamo appreso, insieme alle altre realtà politiche e associative operative alla casa del popolo “Il Campino” di via Caccini, della decisione del Ministero dell’Interno di procedere alla chiusura forzata dei circoli ARCI (e crediamo di tutti quelli ricreativi e di libera associazione) in nome della lotta alla pandemia. Giusto lo scorso 16 ottobre abbiamo diffuso un appello pubblico in cui invitavamo questi enti e le sedi di partito, associazioni e centri di aggregazione vari a non cedere alla paura (https://www.carc.it/2020/10/16/appello-ai-circoli-alle-sezioni-alle-associazioni-e-ai-centri-di-aggregazione-teniamo-aperti-in-sicurezza-gli-spazi-ai-lavoratori-e-alle-masse-popolari/) ma mantenere aperti quelli che storicamente sono stati, e devono tornare ad esserlo sempre più, i centri di aggregazione e organizzazione dei lavoratori, degli studenti e dei pensionati, dei giovani. Lo abbiamo steso e diffuso non perché siamo veggenti, è l’analisi concreta della situazione che ci dice che la classe dominante, a fronte della sua esponenziale difficoltà nel fare ingoiare alle masse popolari le misure lacrime e sangue con cui vuole “affrontare” il COVID, passa al massacro di interi settori e categorie economiche e sociali (alla faccia dei “ristori”, abbiamo già visto con la CIG che per mesi non arriverà nulla) mentre altri come le multinazionali e i grandi gruppi tipo FCA sono lasciati tranquillamente aperti, nella GDO non esiste contingentamento di ingressi e presenze, se possibile ATAF, tranvia e treni locali viaggiano anche meno di prima!
Per noi quell’appello rimane valido e anzi ci adopereremo nei prossimi giorni per promuovere come e più di prima l’aggregazione e la partecipazione degli abitanti di Rifredi alle attività che decideremo di mettere comunque in campo, a partire dal rilancio della Brigata di Solidarietà. Questo passo si rende urgente come e più della prima ondata della pandemia da COVID-19 visti i tanti e tante costretti in quarantena perché positivi, oppure in attesa di un tampone che devono combattere per fare e senza essere pagati (chi ha un lavoro) se rimangono in autoisolamento. Infatti, fra i “brillanti” provvedimenti del governo PD-M5S, come il bonus vacanze e gli incentivi per i monopattini elettrici, c’è il non pagamento per chi resta a casa per giorni proprio in nome della tanto decantata “responsabilità individuale” che si assumono per arginare eventuali contagi: così si bruciano permessi e ferie. Ci sono quindi, di nuovo, centinaia di persone abbandonate a sé stesse e nel migliore dei casi sostenute dalla rete di amici e parenti che per ovvi motivi fanno e faranno sempre più difficoltà a sostenerli.
Invitiamo a mobilitarsi e a prendere immediatamente posizione parlamentari, consiglieri regionali e comunali del PD e del M5S di fronte a questo scempio, a partire dalla senatrice Di Giorgi tesserata del circolo, i consiglieri del Quartiere 5 Pizzolo di SI Toscana, Spennati e Romanelli del M5S, Zerini del PD che questo posto lo frequentano: è il momento di dimostrare concretamente il vostro attaccamento a questo come agli altri circoli colpiti da questo provvedimento fascista, di dimostrare alle masse popolari di Rifredi e non solo che non vi si vede solo per le passerelle elettorali (che negli anni non sono mancate) ma che sostenete la sana e sacrosanta aggregazione popolare.
Li invitiamo a far valere le proprie relazioni e contatti affinché quella schifezza di circolare sia immediatamente modificata e permettere ai bambini del teatro, agli anziani che giocano a carte, agli studenti alla ricerca disperata di un’aula studio (proprio in questi giorni in fase di rifinitura) di poter usufruire degli spazi del circolo, in sicurezza e serenità come è stato fino a ieri, con notevole dispendio economico per adeguarsi alle (giuste) norme individuate per tutelare tutti dal contagio del virus. Il governo alimenta la contraddizione tra tutela della salute e lavoro, tutela della salute e socialità, tutela della salute e possibilità di organizzarsi: la verità è che agisce solo e soltanto in funzione del garantire i profitti a Confindustria e soci, scaricando il peso della diffusione del virus sui comportamenti individuali (con misure farlocche e strumentali tipo le cosiddette misure anti movida!) tutto nell’ottica di ostacolare il più possibile l’organizzazione delle masse popolari. La verità è che oggi più di prima c’è bisogno di incontrarsi, organizzarsi, difendere e conquistare nuovi spazi di agibilità politica: farlo in sicurezza è possibile e l’esempio delle Brigate di Solidarietà di questi mesi sta lì a dimostracelo! Siamo convinti che le masse popolari di certo non saranno più al sicuro al chiuso nelle case popolari fatiscenti e in nuclei familiari numerosi, ammassati nei centri commerciali senza sapere cosa fare, senza un soldo da spendere perché la crisi economica comincia a picchiare duro in una città che vede saltare migliaia di posti di lavoro proprio nei settori della ristorazione che in questi giorni stanno giustamente manifestando in tutto il paese contro quella che per loro è una condanna a morte. A loro, come ai baristi del circolo che avevano appena rilevato l’attività e ci avevano investito non poco, va la nostra solidarietà e l’invito a organizzarsi e coordinarsi al meglio con gli altri lavoratori autonomi e partite IVA colpiti da queste misure infami creando una rete di solidarietà tra i commercianti e il resto delle masse popolari a partire dal nostro quartiere. Una rete a supporto di iniziative contro il pagamento di tasse, cartelle esattoriali, formazioni di casse di resistenza, comitati per far fronte all’eventuale repressione pecuniaria, ecc.!
Ancora oggi siamo chiamati a difendere le case del popolo dalla chiusura che la classe dominante vuole imporre non certo per tutelare la nostra salute ma per impedire agli operai, ai giovani, alle mamme, agli attivisti di ogni genere di organizzarsi per far fronte alla crisi generale. Oggi il nemico non arriva e cerca di colpire con le squadracce, la camicia nera e l’orbace, le fiamme e il bastone ma a colpi di DPCM, circolari e provvedimenti di legge, con cui cerca di ottenere il medesimo effetto. Vogliono ridurci all’impotenza per poter disporre del movimento popolare e operaio di come meglio credono, continuando a spedirci nelle fabbriche, nei capannoni e negli ipermercati ad ammalarci, ammassati su bus e tranvie, in fila per ore al pronto soccorso o alle poste, e finire il lavoro un domani come carne da macello in guerra. Questo è quella che noi chiamiamo guerra di sterminio non dichiarata, che dall’inizio della pandemia ha provocato oltre 36mila morti (senza contare quelli per mancate cure e visite mediche preventive) per il COVID, con i 4 morti sul lavoro quotidiani nonostante il drastico calo di presenze per le chiusure delle attività (di alcune di esse poiché come sappiamo le chiusure delle grandi aziende che fatturano miliardi ai padroni sono state aggirate con i codici ATECO) i suicidi per disperazione ed episodi di violenza generati da questa società patogena.
La realtà ci dimostra ogni giorno di più la necessità di imporre un governo di emergenza (che noi chiamiamo di Blocco Popolare) in cui far convergere le forze migliori del paese, che cominci a invertire il catastrofico corso delle cose: con la requisizione senza indennizzo della sanità privata, l’assunzione del numero necessario di medici e infermieri, la nazionalizzazione di settori produttivi strategici e aziende come la GKN e il Pignone oggi in balia delle multinazionali, riconverta a utilizzo sociale (in primis case popolari) spazi abbandonati come quello dell’ex Meccanotessile.
Un governo che dia a ogni adulto un lavoro utile e dignitoso! Questa è la prima “cura” contro la pandemia sanitaria, sociale ed economica di cui è responsabile il sistema capitalista, giunto alla sua fase di crisi terminale con gli effetti distruttivi sotto gli occhi di tutti. Dalla cura di anziani e bambini alla raccolta porta a porta dei rifiuti e il loro riciclaggio, dalla manutenzione del territorio al raddoppio di mezzi e uomini da dedicare al Trasporto Pubblico Locale, l’elenco è lungo e da arricchire.
La base portante di questo governo, che si declinerà sui territori nelle Amministrazioni Locali di Emergenza, sono le organizzazioni popolari e operaie che dettano e impongono queste misure, si riuniscono nelle case del popolo, nelle sedi di Partito e nelle associazioni per confrontarsi e coordinarsi; sono la sua indistruttibile spina dorsale come lo furono i Soviet per la Russia e che diedero vita ai “dieci giorni che sconvolsero il mondo” di cui tra poco ricorre l’anniversario. Infatti il socialismo rimane la società e l’unica soluzione strategica positiva per i lavoratori e le masse popolari tutte, l’orizzonte per cui lottarono, l’obiettivo con cui pagarono con il sangue i fondatori delle prime case del popolo, che hanno investito soldi e sudore per il loro rilancio e la loro costruzione.
Non permetteremo che questo patrimonio vada perdute per l’arroganza poliziesca, l’incapacità delle istituzioni e l’immobilismo sostanziale dell’ARCI nazionale.
Vi terremo aggiornati sui nostri canali delle iniziative che intenderemo intraprendere nei prossimi giorni, sicuramente parteciperemo – e invitiamo a partecipare – alle manifestazioni di protesta previste per la serata di venerdì 30 ottobre e per il pomeriggio di sabato 31 nel centro della città.
Organizzarsi e coordinarsi per fare delle case del popolo, dei circoli, delle sedi di associazioni e di partito il centro di riferimento politico e organizzativo della classe operaia e delle masse popolari con cui far fronte positivamente alla pandemia!
Che sorgano 10, 100, 1000 brigate di solidarietà, organizzazioni operaie e popolari, di giovani in ogni quartiere, per prendere in mano il proprio destino!
Costruire la rete del nuovo per spazzare via il virus del capitalismo!
La sezione di Rifredi del P.CARC