La Federazione Toscana del P.CARC aderisce alla giornata di sabato 31 ottobre a Firenze che vedrà presidi sotto la Prefettura, la Regione e la sede di Confindustria (“Facciamoci sentire! Ora basta”).
In queste settimane in molte città d’Italia sono in corso manifestazioni di piazza che palesano la rabbia e l’indignazione delle masse popolari di fronte ai vari DPCM del governo e alle misure restrittive di regioni e amministrazioni locali per l’epidemia da Covid-19. Questa volta le masse popolari hanno ben chiaro che “non andrà tutto bene” se lasciano le loro sorti nelle mani della classe dominante. Di fronte a queste più che legittime proteste che sono partite con Napoli, ma che si sono poi diffuse a Milano, Torino, Trieste, ecc. il governo ha risposto con le due uniche armi che gli sono rimaste: la repressione e l’intossicazione delle coscienze. Repressione poliziesca dei manifestanti nelle piazze, accompagnata dalla tarantella del “c’è dietro la Camorra”, “ci sono infiltrazioni violente dell’estrema destra, ecc.”.
La verità è che in questi giorni in piazza ci sono lavoratori, operai, giovani, studenti, partite IVA, insomma ci sono le masse popolari indignate e in rivolta per l’ennesimo annuncio di lockdown senza uno straccio di misura che sia realmente a sostegno di chi per vivere deve lavorare, di chi ha bisogno di ospedali funzionanti perché non ci si ammala solo di Covid e non tutti possono permettersi di curarsi privatamente, tutelare e far rispettare il diritto all’istruzione e l’attuazione di tutte le parti progressiste della Costituzione.
Ogni forma di lotta rivolta contro il nemico non solo è legittima ma va sostenuta tenendo presente che per imporre misure che vadano nei propri interessi è necessario che le masse popolari imparino anche a fare di ogni lotta una questione di ordine pubblico. Camorristi e violenti sono i padroni che ogni giorno costringono i lavoratori delle aziende private e pubbliche a lavorare in condizioni di igiene e sicurezza che mettono a repentaglio la loro vita e quella dei loro familiari; che licenziano e costringono al precariato migliaia di persone; che smantellano le conquiste di civiltà ottenute con le mobilitazioni; che fanno morire di fame o di malasanità chi non ha i soldi per pagarsi il cibo o le cure; che hanno smantellato l’istruzione e la sanità pubbliche e che inquinano l’ambiente.
Violento è questo sistema che ha ormai reso chiara l’incompatibilità tra gli interessi delle masse popolari e quelli della classe dominante, per tanto ogni atto di ribellione è giusto e va sostenuto.
La classe dominante non ha alcuna soluzione, nemmeno parziale, per far uscire il paese dall’emergenza sanitaria, solo le masse popolari organizzate possono prendere in mano più e meglio di come fanno i padroni la gestione dell’intera società. Lo hanno dimostrato durante il lockdown con la nascita di tantissime Brigate di Solidarietà che, anche a Firenze, hanno provveduto alle necessità materiali e di supporto morale e psicologico a centinaia di famiglie, proletari a cui il governo aveva riservato solo un calcio nei denti! Lo hanno dimostrato disobbedendo al vincolo di fedeltà aziendale e denunciando le condizioni di insicurezza sul posto di lavoro, facendo venire allo scoperto le magagne degli ospedali pubblici e privati che mettevano a repentaglio le vite dei pazienti e degli stessi lavoratori. Lo hanno dimostrato organizzandosi per far riaprire le scuole e le università in sicurezza, quando insegnanti, studenti e lavoratori si sono organizzati spesso in autonomia dalle istituzioni per portare avanti l’anno scolastico. Lo ha dimostrato la classe operaia con gli scioperi di marzo con cui ha imposto l’adozione dei DPI sui posti di lavoro e la chiusura di alcune aziende.
Bisogna far fare a queste mobilitazioni un salto di qualità, sostenere e fomentare la disobbedienza e l’opposizione alle misure, alle decisioni, alle leggi e alle regole delle autorità borghesi e trasformarla in organizzazione delle masse popolari a gestire parti crescenti della loro vita associata (attività e relazioni, soluzioni ai problemi, ecc.), contribuendo così a creare la rete del nuovo potere contrapposta alle attuali autorità centrali e locali della borghesia. Questo è quello che spaventa realmente la borghesia imperialista e le sue autorità, questo quello che come Partito dei CARC e come Carovana del Nuovo Partito Comunista Italiano diciamo a tutti gli operai, i lavoratori, gli studenti, i lavoratori autonomi e tutti quanti in questi giorni stanno lottando per fronteggiare l’emergenza sanitaria ed economica. In questa situazione di misure imposte sempre più restrittive, dobbiamo rompere i divieti imposti dalla classe dominante, non perché “violare è bello”, ma perché contrastare queste misure è l’unico modo per fare gli interessi della nostra classe ed essere responsabili di fronte ad essa.
Dobbiamo rimettere in piedi le Brigate di Solidarietà in ogni quartiere e rafforzare l’azione di quelle che non hanno mai smesso di operare: distribuzione di beni di prima necessità, raccolta alimentare ma non solo, estendere il più possibile l’azione delle brigate per la conquista di posti di lavoro, la difesa di quelli esistenti, la garanzia di un reddito (dignitoso) per tutti. L’azione dei circoli, dei centri sociali e degli spazi di aggregazione delle masse popolari è fondamentale in questo senso. Come durante la quarantena spesso questi luoghi sono stati base e supporto per l’azione delle brigate, altrettanto devono fare adesso, anche violando i divieti dei DPCM: sarà proprio in virtù della mobilitazione sviluppata attorno ad essi che sventerà o farà fronte alle eventuali ritorsioni e repressione!
Dobbiamo far fronte alla repressione sui posti di lavoro e fuori: organizzarsi per contrastare i vincoli di fedeltà aziendale, denunciare ogni situazione di sfruttamento o che mette a rischio l’incolumità dei lavoratori, per far fronte ai licenziamenti e alle misure repressive come i Decreti Sicurezza che vanno a criminalizzare pratiche di lotta come picchetti e blocchi stradali, armi nelle mani della classe operaia, organizzarci in comitati di lotta alla repressione (seguendo il virtuoso esempio dei Multati organizzati di Milano).
Dobbiamo imporre dei piani di assunzione di personale medico e scolastico a tutti i livelli, oltre che nel settore del trasporto pubblico. Nonostante l’esperienza della scorsa primavera, niente è stato fatto per far fronte al molto probabile riacutizzarsi dell’emergenza sanitaria nella quale siamo immersi. È una balla che i soldi non ci sono! Bonomi e Confindustria hanno ricevuto dal governo miliardi di euro per far fronte “alle loro perdite” (e ancora ne chiedono), nonostante continuino a licenziare, sfruttare i lavoratori e delocalizzare le aziende (esemplare è il caso della Whirlpool di Napoli).
In sostanza, solo le masse popolari organizzate possono far fronte all’emergenza, lo possono fare se si mettono nell’ottica di prendere in mano la direzione del paese e di formare un governo che sia espressione dei loro interessi, che sia sorretto da centinaia di migliaia di organizzazioni operaie e popolari che individuano caso per caso che cosa occorre fare per avanzare nella costruzione del socialismo nel nostro paese.
Le masse popolari e il proletariato non hanno permessi da chiedere, né leggi da rispettare ma solo catene da spezzare!
P.CARC, Federazione Toscana