[Lucca] Repressione aziendale alla RSA Villa Laguidara: il comunicato del CSP Versilia

Rilanciamo il comunicato del CSP Versilia rispetto alla repressione aziendale verificatasi all’interno della RSA Villa Laguidara in provincia di Lucca. Si tratta dell’ennesimo attacco ai lavoratori, ai loro diritti e al ruolo che questi tendono ad assumere nella battaglia per la libertà di espressione, organizzazione e rivendicazione di misure di igiene e sicurezza per se stessi e per i propri pazienti, per fronteggiare l’emergenza sanitaria in corso.

Il caso dell’infermiere Marco Lenzoni a Massa, del medico Francesca Perri e i due infermieri di Roma, dei lavoratori del Laguidara e i tanti altri casi di repressione aziendale in giro per il paese devono mettersi in connessione, incontrarsi e unire le forze nella lotta per la violazione e abolizione della legge sull’obbligo di fedeltà aziendale. Facendo rete, confrontando le esperienze e unendo le forze nelle rispettive battaglie contro consigli disciplinari e sanzioni i lavoratori del nostro paese possono spezzare gli effetti di questa legge, fomentarne la violazione in massa e imporne l’eliminazione da codici e regolamenti. Uniti si vince!

***

RSA: emergenza COVID-19

Se la Lombardia ha pianto in Toscana non si è riso!

Il 7 aprile ‘20, l’allora governatore della Regione, Rossi, firmava ordinanze riguardanti le Rsa (Residenze sanitarie assistenziali) nelle quali si delineavano nuove misure atte a contenere i contagi.

Un piano che prevedeva, tra altre cose, cure intermedie per i positivi, cioè norme e assistenza potenziata per residenze per anziani e disabili. Per Rossi “Gli ospiti positivi, saranno d’ora in poi presi in carico dal servizio sanitario regionale, prevedendo per tutti l’assistenza propria delle cure intermedie”. Dunque infermieri, medici e strumentazione adeguata, non solo per i sintomatici – si precisava – ma anche per asintomatici ovvero per chi non aveva i sintomi tipici della malattia.

L’esigenza di isolare i positivi, poteva avvenire all’interno della residenza “se gli spazi consentiranno una separazione senza alcuna commistione, altrimenti i malati dovranno essere trasferiti in strutture diverse … Rsa o Rsd private, d’intesa con il gestore, potrebbero essere trasformate e rivolte alla sola accoglienza di ospiti positivi.”

L’ordinanza affrontava anche il problema del personale: se medici, operatori e infermieri delle Asl non fossero sufficienti, le aziende sanitarie sono autorizzate ad assunzioni con procedura d’urgenza, utilizzando graduatorie ‘Estar’ con ricorso a contratti a tempo indeterminato.

Alla Rsa “Villa Laguidara” a Marina di Pietrasanta (Lu), da gennaio a maggio, vi sono stati 42 decessi dei quali la metà da Covid-19 (accertati dal tampone), gli altri per sindrome respiratoria acuta (tipica del Covid ma non è stato eseguito il tampone), 38 anziani positivi e 20 lavoratori contagiati (14 operatori, un’animatrice, 2 generiche delle pulizie e 3 infermiere).

I Dpi sono stati all’inizio inesistenti e poi inefficaci, mentre i codici di comportamento sono stati forniti con un corso on line a fine aprile, utilizzando la formula di “attività di laboratorio” e le mascherine cucite da anziani risultati positivi, di cui alcuni deceduti. Lo spostamento di personale sia infermieristico che per le pulizie, dalla struttura residenziale a quella per malati psichiatrici (annessa alla Rsa dove i primi contagi accertati sono del 24 marzo), per la somministrazione della terapia, ha contribuito alla diffusione del Covid: anziani deceduti e contagiati, operatori ammalati che, a loro volta, hanno contagiato familiari (tra cui un bimbo di pochi mesi).

Inoltre, si sono verificati gravissimi episodi di mobbing nei confronti di lavoratori/trici che rivendicavano  sicurezza per loro, per i pazienti e i familiari e che hanno fatto sì che 15 infermieri, 5 OSS e 1 educatrice si licenziassero. A ogni richiesta dei lavoratori seguivano richiami per futili motivi, provvedimenti disciplinari fino al licenziamento di 2 O.S.S. e 1 autista (in totale 20 lavoratori hanno perduto il posto di lavoro!).

Lavoratori e lavoratrici operano in situazioni di estremo disagio e con carichi di lavoro insopportabili, visto che alcune delibere regionali stabiliscono tempi ritenuti “sufficienti” per garantire l’assistenza: 2 ore e 23 minuti al giorno per assistenza alla persona, 44 minuti per assistenza infermieristica e 11 minuti per assistenza riabilitativa e animazione.

Qual è stata la tanto sbandierata miglior assistenza garantita ai malati Covid? E il personale sanitario che doveva essere assunto di supporto alle strutture? E i Dpi da distribuire? E le responsabilità del sindaco di Pietrasanta, Giovannetti? Chi ha controllato che a dichiarazioni rispondessero fatti?

La questione Rsa è di grande importanza e l’emergenza Covid-19 conferma che non è salutare delegare a chi questa situazione ha creta e ai loro complici (istituzioni, partiti, dirigenti sanitari, sindacati) la difesa della sanità e della salute, come diritto inviolabile e irrinunciabile di ogni essere umano.

Da anni, il Comitato è impegnato in inchieste, denunce, presidi e mobilitazioni, sul territorio in difesa della sanità pubblica e contro il depotenziamento dell’Ospedale Unico Versilia e dei servizi territoriali, e non intendiamo dimenticare i morti e i contagiati di pazienti e operatori.

La situazione d’emergenza sanitaria ha mostrato la drammaticità di quanto avvenuto e la nefanda scelta di affidare la cura di malati e anziani al privato.                                                     

03. ottobre. 2020

Comitato sanità pubblica Versilia contro il depotenziamento dell’Ospedale Unico e dei sevizi territoriali   

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