Nonostante le differenze ideologiche e pratiche, esprimiamo solidarietà e vicinanza al Partito Comunista e a Liberiamo l’Italia per la campagna denigratoria di cui sono oggetto dalla stampa di regime per aver organizzato manifestazioni “antisistema” a Roma il 10 ottobre.
Le Larghe Intese e i loro servi della (dis)informazione di massa cercano in ogni modo di scoraggiare la mobilitazione e l’organizzazione dei lavoratori e delle masse popolari, ma i fatti hanno ampiamente dimostrato che le autorità e le istituzioni borghesi non sono una soluzione all’emergenza sanitaria, economica e sociale, ma sono parte del problema.
Non sottostare alle operazioni di intossicazione e di terrorismo di regime! Organizzare la più ampia adesione e partecipazione allo sciopero generale del 23 ottobre, alle mobilitazioni del 24 ottobre indette dalle Assemblee territoriali dei lavoratori combattivi e alla mobilitazione nazionale a Carrara contro la devastazione ambientale.
Solo gli operai e le masse popolari organizzate possono mettere fine al disastro provocato dalla classe dominante, conquistare la sovranità nazionale e costituire un nuovo sistema di governo e un nuovo sistema di potere nel nostro paese.
Il 10 ottobre si sono svolte a Roma tre distinte manifestazioni. Una era indetta dall’aggregato Liberiamo l’Italia sulla base di parole d’ordine che denunciavano la gestione dell’emergenza legata al Covid-19 da parte della classe dominante e la necessità di conquistare la sovranità nazionale per attuare le parti progressiste della Costituzione, una era indetta dal Partito Comunista (di cui Marco Rizzo è segretario) per dire NO alla UE, all’Euro e alla NATO e per “l’Italia ai lavoratori” e una terza era indetta dal Generale Pappalardo e Forza Nuova per contestare la “dittatura sanitaria”.
Delle tre, le prime due appartengono a pieno titolo al campo della mobilitazione operaia e popolare del nostro paese, la terza appartiene a pieno titolo ai tentativi di mobilitazione reazionaria che la classe dominante promuove, servendosi degli scimmiottatori del fascismo.
Aspetto particolare è che la stampa di regime e alcuni “brillanti intellettuali della democrazia borghese” si sono prodigati nei giorni precedenti per fare confusione e accomunare le tre manifestazioni, addirittura affibbiando alle prime due le rivendicazioni e le parole d’ordine della terza, quella dei fascisti. Pertanto è nato artificiosamente un “pericolo negazionista – fascista” costruito ad arte per oscurare il contenuto delle manifestazioni del Partito Comunista e di Liberiamo l’Italia. In questa operazione di intossicazione si sono distinti gli articolisti de il Fatto di Travaglio (sostenitore del patto PD-M5S), e del Corriere della Sera “La piazza mezza vuota dei negazionisti” di Beppe Severgnini.
Il sistema politico delle Larghe Intese con i suoi mezzi di (dis)informazione ha usato ad arte la manifestazione dello sparuto gruppo di “negazionisti – fascisti” per nascondere tutti i temi che evidenziano l’incompatibilità di interessi fra masse popolari e borghesia imperialista, incompatibilità resa ancora più evidente dalla pandemia e dalla gestione disastrosa della situazione sanitaria (carenza di medici e di assistenza ai malati di Covid e non, estenuanti code per fare un tampone, ecc.). Hanno usato la questione “negazionisti” per aizzare Questura e Polizia a creare un clima di caccia alle streghe e di repressione. Come se dietro il termine “negazionisti” fosse possibile nascondere la realtà dei fatti che queste mobilitazioni portano alla luce. E’ negazionista affermare
– che la pandemia ha provocato più di 36mila morti (ufficiali) a causa dello stato disastroso a cui è stato ridotto il sistema sanitario nazionale da tagli e speculazioni?
– che Confindustria sta approfittando dell’emergenza per portare ancora più a fondo lo smantellamento delle tutele, dei diritti e delle conquiste ottenute dai lavoratori con le lotte dei decenni passati?
– che le misure anticontagio imposte dal governo Conte, senza un adeguato sostegno ai lavoratori e alle famiglie, hanno spinto centinaia di migliaia di persone nell’indigenza, nella precarietà e nella povertà?
– che le misure anticontagio, spesso contraddittorie e insensate (guardiamo come sono ridotti gli studenti e le scuole e paragoniamolo al trattamento dei calciatori, tanto per “cavalcare” un esempio semplice!), di fatto espongono a rischi sanitari e medici i lavoratori e le loro famiglie, mentre piccole sacche di “privilegiati” godono di tutele e attenzioni?
– che attraverso MES, Recovery Fund, ecc. le istituzioni economiche e finanziarie della UE operano per imporre un ulteriore cappio alle masse popolari italiane come quello che imposero (allora lo spunto fu la “crisi del debito”) alle masse popolari della Grecia?
Ognuna di queste verità – altro che negazionismo! – sono state oscurate dietro il “pericolo negazionisti”! A che pro? Per alimentare diversione dalla realtà, terrorizzare le masse e fomentare divisione e contrapposizione nel campo delle masse popolari!
“L’emergenza sanitaria esiste. La classe dominante fa uno specifico lavoro di intossicazione dell’opinione pubblica per rendere incomprensibile la situazione alle masse popolari. Contribuiscono a ciò le “dispute fra esperti”, la propaganda di Confindustria (i padroni vogliono che le fabbriche vadano a pieno regime), la schizofrenia della destra reazionaria (per esempio Salvini, che in cerca di popolarità cambia posizione ogni giorno), il paternalismo dei partiti di governo, il ribellismo di qualche improvvisato arruffapopolo (dal Generale Pappalardo ai negazionisti di vario genere e tipo come Briatore), la cieca sottomissione ai dettami delle autorità di chi aspetta e spera che l’emergenza passi da sola, ecc. Tutta questa confusione serve a intorbidire le acque e dalle acque torbide emergono tesi sballate, dannose per la lotta di classe. Fra quelle esistenti, ci soffermiamo su una, quella per cui la pandemia sia una manovra pianificata dalla classe dominante. È indubbio che la classe dominante approfitti dell’emergenza per continuare – e, anzi, accelerare – lo smantellamento delle tutele, dei diritti e delle conquiste che le masse popolari avevano ottenuto nei decenni passati, quando il movimento comunista era forte (processo iniziato ben prima della pandemia), ma è del tutto campata per aria la pretesa che la pandemia sia stata “imposta a tavolino”. (…) L’emergenza sanitaria non è una “macchinazione del potere”, si innesta nel contesto della seconda crisi generale del capitalismo, aggravandone gli effetti e facendo precipitare più velocemente una situazione di declino generale della società che comunque era già in corso.
Chi non vede questo aspetto, chi lo nega, chi “vuole tornare come prima” afferma, al di là delle parole e delle argomentazioni che usa, che prima della pandemia la società fosse rosea, che la crisi non esistesse, che i problemi non ci fossero o che fossero risolvibili con una serie di riforme. Ecco, la pandemia fa franare questa montagna di illusioni e sciocchezze e mette in evidenza tutta la debolezza della borghesia imperialista, una classe dominante ormai incapace anche di garantire alla popolazione le basilari funzioni della società per i circoscritti interessi di un pugno di parassiti.
Gli effetti disastrosi della pandemia dipendono dal capitalismo. L’emergenza sanitaria coinvolge il mondo intero. Gli effetti più disastrosi (numero dei contagi e vittime) sono concentrati nei paesi capitalisti e nei paesi oppressi dagli imperialisti. Nei paesi socialisti, compresa la Cina che la propaganda borghese indica come “il principale focolaio”, la pandemia è stata circoscritta nel giro di qualche mese e, come nel caso di Cuba, del Venezuela e del Vietnam (nonostante l’inferiore strumentazione, per quantità e qualità che hanno questi tre paesi rispetto ai paesi imperialisti), l’emergenza sanitaria è sostanzialmente “sotto controllo”. Questa è la dimostrazione che le centinaia di migliaia di vittime del Covid-19 avrebbero potuto essere evitate se le autorità avessero messo al centro la tutela della salute della popolazione. Invece, proprio in quei paesi i cui governi hanno fatto di tutto per “continuare come se nulla fosse”, il numero di morti è eccezionalmente alto, come negli USA e in Brasile. La pandemia esiste, ma i suoi effetti distruttivi dipendono interamente dalla classe dominante e dal suo sistema di gestione della società, non dalla “irresponsabilità delle masse popolari”, né dalla pericolosità del virus. Non è secondario, ai fini del ragionamento, che complessivamente i malati e i morti siano esclusivamente membri delle masse popolari: non c’è un magnate del petrolio, un amministratore delegato di una multinazionale, un dirigente di un cartello industriale, un capobastone della speculazione finanziaria (e nessun loro familiare) che sia morto per Covid-19. (…)
Solo le masse popolari organizzate hanno preso misure efficaci e positive. Il futuro è nelle loro mani. Chi si libera dalla narrazione tossica sugli “irresponsabili”, sugli “untori” su “quelli che se lo meritano” e “hanno la responsabilità di un nuovo eventuale lockdown” si rende conto che le uniche misure a tutela della salute pubblica sono state adottate e imposte dalle masse popolari organizzate.
Sono gli operai delle grandi aziende che hanno imposto le chiusure e la sospensione della produzione con gli scioperi spontanei di marzo (anche se poi i sindacati confederali, in combutta con governo e Confindustria, hanno fatto di tutto per farle riaprire). Sono i giovani dei centri sociali, delle associazioni di base, degli organismi territoriali che hanno dato vita alle brigate di solidarietà che hanno impedito che centinaia di migliaia di persone rimanessero completamente isolate e abbandonate dalle istituzioni. Sono gli infermieri che, mentre svolgevano turni massacranti e ricoprivano ruoli che andavano oltre le proprie responsabilità professionali per salvare vite, hanno imposto che negli ospedali, nelle RSA e nelle cliniche venissero adottate misure di sicurezza per loro e per i pazienti. Sono i corrieri che hanno garantito, spesso mettendo a repentaglio la propria incolumità, che milioni di persone ricevessero a casa quanto necessario per affrontare l’emergenza. Sono i commercianti e i bottegai che hanno messo a disposizione generi di prima necessità per chi non aveva i soldi per comprare neppure un chilo di pasta. Quanto c’è stato di positivo, di efficace, di efficiente nelle lunghe settimane di lockdown è stato frutto della mobilitazione delle masse popolari, del coordinamento – spesso casuale, spontaneo – fra operai e lavoratori, commercianti e professionisti uniti – loro sì – nel “mettere una toppa” laddove autorità e istituzioni, invece, mostravano tutta la loro sottomissione agli interessi della borghesia imperialista.
Il compito che abbiamo di fronte è sostenere e rafforzare le organizzazioni operaie e popolari, affinché dal “mettere una toppa” agli effetti della sottomissione delle autorità e istituzioni borghesi agli interessi della borghesia imperialista imparino a diventare esse stesse nuove autorità pubbliche, formino una rete di nuovo potere via via più stabile, solida, ampia e capillare, fino a imporre un loro governo di emergenza, il Governo di Blocco Popolare. ” – da “Tutto il potere alle organizzazioni operaie e popolari! Tutto deve essere meglio di prima” – Resistenza n. 9/2020.
Un inciso. I “democratici” che augurano ai “negazionisti” (veri o presunti) di essere obbligati a rinunciare alle cure mediche in caso di contagio da Coronavirus dimenticano volutamente che le cure mediche (speciali, non quelle dei poveri cristi!) sono state garantite a tutti i principali promotori della distruzione del sistema sanitario nazionale: Berlusconi, Zingaretti, ecc.
Da qui un insegnamento generale: attenzione ai “furbetti” che spacciano la guerra fra poveri come una trovata geniale per educare (o punire) la parte arretrata (vera o presunta) delle masse popolari, fanno sempre e solo il gioco dei padroni!
La classe dominate teme la mobilitazione delle masse popolari e ha il terrore che esse possano organizzarsi in maniera indipendente dai suoi sindacati, dalle sue associazioni, dai suoi istituti e dalle sue agenzie. Impedire organizzazione e mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari è l’obiettivo principale delle “nuove misure anticontagio” e della crociata terroristica della borghesia. Non si spiegherebbe altrimenti il fatto che sono vietati assembramenti, eccetto quelli che si formano necessariamente nelle fabbriche e nei magazzini della logistica, quelli negli stadi ben tollerati per mantenere l’industria del calcio o quelli sui mezzi pubblici dei pendolari! Ai capitalisti interessa il profitto, non la salute dei lavoratori! Le istituzioni borghesi tutelano il profitto dei capitalisti, non la salute della popolazione!
Non sottostare alle operazioni di intossicazione e di terrorismo di regime! Organizzare la più ampia adesione e partecipazione allo sciopero generale del 23 ottobre, alle mobilitazioni del 24 ottobre indette dalle Assemblee territoriali dei lavoratori combattivi e alla mobilitazione nazionale a Carrara contro la devastazione ambientale.
Serve un cambio radicale di sistema. Solo gli operai e le masse popolari organizzate possono conquistare la sovranità nazionale e costituire un nuovo sistema di governo e un nuovo sistema di potere nel nostro paese.
Un nuovo sistema di governo per rimediare da subito agli effetti più gravi della crisi e attuare le misure necessarie alla massa della popolazione. A partire dalla salvaguardia dei posti di lavoro esistenti, delle aziende e degli stabilimenti che sono depredati dalle multinazionali, dalla creazione di nuovi posti di lavoro utili e dignitosi, dalla difesa e dal potenziamento della sanità e della scuola pubbliche, dalla tutela dell’ambiente, dalle misure per garantire a ogni famiglia una casa dignitosa. La lotta per costituire un governo di emergenza delle masse popolari organizzate è la strada per lanciare su vasta scala la lotta per la sovranità nazionale e, contemporaneamente, è la strada per contendere il potere alla classe dominante fino a scalzarla e instaurare il socialismo.
Un nuovo sistema di potere, cioè cancellare il sistema di potere della borghesia imperialista e instaurare il socialismo, una società basata su tre pilastri: la dittatura del proletariato, la proprietà collettiva dei mezzi di produzione e la crescente partecipazione delle masse popolari alla gestione della società.
Questa è l’unica strada possibile per realizzare quella sovranità nazionale che la borghesia del nostro paese ha ceduto al Vaticano, alla Germania nazista, agli USA e alla NATO e poi alla UE e alla BCE, fino a fare del nostro paese campo di spartizione, speculazione e saccheggio.
È compito dei comunisti operare per promuovere su vasta scala e in modo capillare l’organizzazione della classe operaia e delle masse popolari.
Ci appelliamo ai compagni e alle compagne del Partito Comunista, di Liberiamo l’Italia, agli altri partiti comunisti e democratici, patriottici e popolari per dare forma organizzata a quel fronte contro le Larghe Intese che esiste già nei fatti, ma si muove ancora in ordine sparso, indebolito da elettoralismo e ambizioni di riformismo campate per aria.
Il nemico è comune e l’unità d’azione è la strada che dobbiamo intraprendere.
Stiamo costruendo consigli di fabbrica, di azienda, di scuola e di quartiere che individuano i principali problemi che affliggono le masse popolari e che si organizzano e si mobilitano per affrontarli e risolverli nell’interesse delle masse popolari tutte. Chiamiamo tali Consigli “il coordinamento delle organizzazioni operaie e popolari”, ma il contenuto e la funzione sono gli stessi di quei Consigli che in Russia furono chiamati Soviet e su cui si basava la società socialista. Operiamo affinché tutto il potere sia preso nelle mani dei Consigli: chiamiamo questo sistema di potere che vogliamo costruire e che stiamo costruendo “nuovo potere”. Esso contende il ruolo di direzione della società alla classe dominante man mano che noi comunisti siamo capaci di rafforzarlo e farlo crescere, attingendo dalla resistenza spontanea contro gli effetti della crisi.