In queste ore Francesca Perri, medico del 118 di Roma, è stata sospesa per un mese senza stipendio. La sua colpa? Aver denunciato in un’intervista fatta al quotidiano “Il Tempo” la carenza di DPI e le condizioni di sottorganico che costringono i lavoratori a turni massacranti che mettono a rischio la loro salute fisica e psicologica.
Quello di Francesca non è il primo caso a Roma di lavoratore accusato e sanzionato per lesione dell’immagine aziendale. Infatti, abbiamo visto nei mesi scorsi la sospensione di due infermieri dello Spallanzani e di uno dell’Umberto I e non è neanche il primo caso in Italia. Oltre alla battaglia dell’infermiere Marco Lenzoni che abbiamo seguito sin dal primo momento, abbiamo visto le centinaia di provvedimenti disciplinari a lavoratori della sanità durante e dopo il lockdown, tra i quali in ordine di tempo le decine di lavoratori che hanno perso il lavoro in una RSA della Versilia.
Quello della repressione aziendale è uno dei fenomeni più odiosi per i lavoratori della sanità, un fenomeno dettato da una legge che sancisce l’obbligo di fedeltà aziendale. Una legge chiaramente anticostituzionale che con l’aziendalizzazione e la progressiva privatizzazione della sanità si è trasformata in omertà verso i dirigenti, i manager e i loro padrini politici che vogliono il silenzio rispetto agli sporchi traffici che fanno sulla vita dei cittadini, sulle condizioni di lavoro dei dipendenti costretti a lavorare come muli e rispetto al modo con cui stanno affrontando l’emergenza sanitaria da Covid-19 (arraffa arraffa di fondi pubblici, corruzione, appalti, ecc.).
Quella contro l’obbligo di fedeltà aziendale è una battaglia non solo giusta, ma che richiede il sostegno e la solidarietà incondizionata verso questi lavoratori che non vanno lasciati soli. Richiede l’organizzazione da parte di tutti i lavoratori colpiti e quelli che non lo sono ancora per violare in massa questa legge (il primo passo per abolire una legge è violarla), per tenersi in contatto con gli altri lavoratori e con i comitati popolari che intendono sostenerli; per chiamare in causa il governo e tutti gli eletti in parlamento a denunciare, a schierarsi a favore megafono di questa giusta lotta e intimare in ogni modo possibile a tutte le direzioni aziendali di non punirli e pretendere di accedere alle strutture per verificare il contenuto delle denunce dei lavoratori e far pagare ai direttori, ai politicanti e ai padroni ogni abuso e speculazione fatta alle spalle delle masse popolari.
Questi lavoratori sono i veri eroi, perché non accettano di prestare il fianco a chi specula sulla salute delle masse, ma decidono di attuare nel concreto la Costituzione.
Chiamiamo tutti a esprimere solidarietà e sostegno a questa lavoratrice. Il Partito dei CARC è complice e solidale con tutti questi lavoratori e disponibile a dare visibilità e propaganda a tutte le segnalazioni, anche anonime, che vorranno rendere pubbliche.
Lavoratori della sanità, alziamo la voce!
Organizziamoci per abolire e violare la legge sull’obbligo di fedeltà aziendale. Potere a chi lavora!