A fine maggio è scaduto l’appalto che Solvay aveva con la ditta ISOLFIN, la quale non si è dimostrata interessata a proseguirlo mettendo così in difficoltà i 14 operai impiegati, ai quali ha proposto il trasferimento a Porto Marghera a partire dal 12 ottobre.
L’alternativa per la quale i lavoratori hanno lottato in questi mesi è di essere assorbiti nel nuovo appalto che Solvay ha concluso con un’altra ditta, la TERMISOL, che però non assicura l’assunzione a tempo indeterminato di tutti gli operai! Se il lavoro preso in appalto è lo stesso che svolgeva la ISOLFIN, molto probabilmente si andrà incontro ad un peggioramento delle condizioni di lavoro e di sicurezza degli operai impiegati e questo è un problema che riguarda tutti i lavoratori del Parco Solvay che possono unirsi e coordinarsi perché ciò non accada!
La sezione di Cecina del Partito dei CARC, da solidarietà e sostegno a questi operai che non hanno altre soluzioni se non la mobilitazione, fino ad arrivare a uno sciopero generale di tutto il Parco Solvay.
Facciamo appello alla cittadinanza, alle forze politiche (a partire da PC, PCI, PAP, M5S), sociali e sindacali, alle associazioni del territorio a sostenere questa battaglia, affinché tutti i 14 operai vengano reintegrati nel Parco Solvay dove lavorano da anni e affinché le condizioni di lavoro e di sicurezza siano tutelate!
Nel nostro paese esiste un insieme – oggi disgregato – di forze politiche, sindacali, sociali e associative che hanno un programma comune alternativo a quello della borghesia: la difesa dei posti di lavoro, dei diritti e delle tutele, la difesa dell’ambiente contro le grandi opere inutili e per le piccole opere necessarie, per la difesa e il potenziamento della sanità pubblica, della scuola pubblica, dei trasporti, per la gestione pubblica dei settori decisivi dell’economia nazionale. Bisogna mettersi all’opera per superare le resistenze e le difficoltà che impediscono a queste forze di unirsi e assumere appieno il ruolo di sostegno alla mobilitazione dei lavoratori e delle masse popolari, di coordinamento e rafforzamento degli organismi operai e popolari che già ci sono e di incentivo alla loro creazione laddove essi ancora non esistono.
Che sorgano 10-100-1000 organizzazioni operaie: esse sono la premessa per difendere il diritto a lavorare in sicurezza, per costituire un governo di emergenza popolare che rimedi da subito almeno agli effetti peggiori della crisi, per instaurare il socialismo.
Il Partito dei CARC sostiene e organizza ogni operaio che si mette su questa strada, che decide di prendere in mano il proprio futuro!