Non sono i padroni a essere forti, sono gli operai e le masse popolari che devono imparare a far valere tutta la loro forza!
Operai della Whirlpool,
non c’è tempo da perdere! I vertici aziendali hanno confermato la volontà di chiudere entro il 31 ottobre lo stabilimento di Napoli. La chiusura è l’esito di un lungo balletto sulla vostra pelle che dura da due anni a questa parte. Dapprima lo smantellamento previsto nel 2018, poi l’accordo con il governo sul piano industriale subito stracciato, quindi l’ipotesi di riconversione del sito e infine, dopo innumerevoli tavoli al MISE e incontri con le istituzioni nazionali e locali la chiusura. L’unica cosa che ha fino ad ora ha impedito che la fabbrica serrasse definitivamente i cancelli è stata la vostra determinata mobilitazione.
La decisione della direzione aziendale dimostra ancora una volta come agiscono i padroni, i loro amministratori, le loro istituzioni. La vostra vita e il vostro lavoro che per anni hanno garantito al paese una produzione utile e di qualità, vengono sacrificati sull’altare degli interessi di chi, dopo aver ampiamente ingrassato le proprie tasche sulle vostre spalle, decide senza colpo ferire di fare le valigie e scappare.
Bisogna mettere fine a questo scempio con ogni mezzo! Bisogna battere questi sciacalli e impedir loro di raggiungere gli obiettivi criminali che si prefiggono!
Non si tratta di affidarsi alle istituzioni e alle autorità che, al di là delle chiacchiere e delle rassicurazioni, hanno dimostrato di non voler rompere con la sottomissione ai padroni statunitensi. Si tratta di allargare il fronte della mobilitazione e di chiamare al vostro fianco il resto della classe operaia e dei lavoratori della città: dagli operai dell’AVIO, a quelli della FCA di Pomigliano o del Porto di Napoli, dagli OSS e infermieri che lottano per lo scorrimento delle graduatorie dell’ospedale Cardarelli fino ai disoccupati organizzati.
La battaglia per la difesa della Whirlpool non si esaurisce ai cancelli dell’azienda! Essa è un baluardo della lotta più generale in corso in tutto il paese per la difesa dell’apparato produttivo, per la nazionalizzazione dei settori strategici dell’economia, per il diritto a un lavoro utile e dignitoso per tutti!
Compagni e compagne di Napoli,
la vertenza degli operai Whirlpool di Napoli ha assunto un ruolo a livello nazionale anche grazie al sostegno delle forze più sane della città ed è arrivata oggi a un punto di svolta.
Bisogna con ogni mezzo impedire la chiusura dello stabilimento.
Bisogna mobilitare a sostegno di questo obiettivo tutte le forze politiche, sindacali e sociali disponibili. Bisogna costringere gli amministratori locali e il governo a fare tutto ciò che è nelle loro possibilità per difendere i posti di lavoro e l’apparato produttivo.
Occorre unire le forze e mettersi al servizio degli interessi della classe operaia e delle masse popolari! Non basta costruire una grande mobilitazione, un grande evento destinato a rimanere una testimonianza fine a sé stessa. Si tratta di fare tutti insieme un lavoro costante e capillare di mobilitazione e organizzazione in ogni fabbrica, scuola, università, territorio al fine di alimentare la costruzione di una rete di organismi a sostegno degli operai Whirlpool e della classe operaia della città. Non è in gioco soltanto il destino di un’azienda. È in gioco la sovranità nazionale sull’apparato produttivo del paese, contro le scorribande dei gruppi imperialisti e della speculazione finanziaria.
Operai, compagne e compagni,
vincere alla Whirlpool significa conquistare posizioni decisive nella lotta per rompere definitivamente con gli interessi delle multinazionali e degli speculatori e costruire, azienda per azienda, un nuovo sistema di governo del paese basato sul protagonismo degli operai, sulla loro organizzazione e sul loro potere.
Dobbiamo costruire Consigli di Fabbrica, di azienda, di scuola e di quartiere che individuano i principali problemi che affliggono le masse popolari e che si organizzano e si mobilitano per affrontarli e risolverli nel loro interesse. Tali organismi devono via via contendere il ruolo di direzione della società alla classe dominante, perché è da essa che deriva la disgregazione sociale e il degrado materiale e morale che viviamo.
Rafforzare e consolidare il fronte di solidarietà che nei mesi scorsi si è creato intorno alla lotta contro la chiusura della Whirlpool è la strada che abbiamo di fronte. A tal fine dobbiamo:
– costruire nell’azienda un Consiglio di Fabbrica come fu quello della Ignis o dei tanti sorti nelle aziende negli anni’70: un organismo tramite cui gli operai, al di là dell’appartenenza sindacale, possano decidere collettivamente il futuro dell’azienda, chiamando a raccolta tecnici ed esperti e ponendosi come punto di riferimento per i lavoratori e le masse popolari del territorio circostante;
– costruire fuori dall’azienda la rete di organismi capace di mobilitare i lavoratori e le masse popolari a fare fronte con l’autorganizzazione ai problemi più urgenti che vivono e di pretendere dalle istituzioni l’attuazione di tutte le restanti misure necessarie.
Non sono i padroni a essere forti, sono gli operai e le masse popolari che devono imparare a far valere tutta la loro forza!