[Bergamo] Adesione al presidio antifascista a Dalmine

 

Bergamo, 26 settembre 2020

Comunicato di adesione

 

La sezione di Bergamo del P.CARC aderisce al presidio del prossimo 28 settembre in Dalmine indetto alle 17,30 dalle forze democratiche e antifasciste contro l’approvazione in consiglio comunale della risoluzione che, equiparando l’esperienza comunista alle dittature terroristiche del fascismo e del nazismo della classe borghese al potere, subordina la libera espressione e organizzazione del dibattito popolare mediante l’utilizzo di strumenti a disposizione del patrimonio pubblico alla dissociazione dall’esperienza del movimento comunista.

L’iniziativa degli organismi proponenti concretizza a livello locale e cavalca la risoluzione approvata a larga maggioranza dal parlamento europeo, di simile e anche maggior tenore (invita i parlamenti nazionali ad approvare leggi che bandiscono i simboli della prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e che ne cancellano i riferimenti storici (nomi di strade, monumenti, celebrazioni di ricorrenze, ecc.)) lo scorso settembre 2019, che mostra una volta di più come la Costituzione borghese venga sistematicamente violata dalle stesse forze borghesi. Allora fu approvata all’unanimità dal cartello delle Larghe Intese italiano formato da Lega, Fd’I, FI e PD a dimostrazione che nonostante in Italia essi facciano di tutto per distinguersi gli uni dagli altri, sono Partiti che, con i cespugli che li formano, appartengono al medesimo “ceppo” politico: quello padronale, alle Larghe Intese.

Come al parlamento europeo anche in consiglio comunale di Dalmine la semplice proposta e l’eventuale approvazione della mozione è, prima di tutto, la dimostrazione che il comunismo è ancora l’incubo peggiore per la borghesia e le sue autorità e istituzioni di ogni ordine e grado, una minaccia concreta e incombente. Se il comunismo fosse “morto e sepolto, condannato dalla storia” (come si affrettarono a concludere i borghesi dopo il massacro della Comune di Parigi nel 1871 e dopo il crollo del Muro di Berlino nel 1989), la classe dominante non avrebbe alcun bisogno di bandirne i simboli, di sradicarne il ricordo e, soprattutto, di negare l’enorme e ineguagliato balzo in avanti verso il progresso sociale che esso ha rappresentato per l’umanità intera.

Ben lontana dall’essere efficace strumento contro la rinascita del movimento comunista, l’iniziativa smaschera il vero volto dei parlamenti e delle istituzioni della borghesia, che in realtà non hanno alcuna capacità e volontà (a causa di coloro di cui sono espressione politica) di risolvere i sempre maggiori problemi che la progressiva e inevitabile decadenza del sistema politico sociale diretto dalla borghesia riserva alle varie classi delle masse popolari. Ne abbiamo avuto chiari esempi con la diffusione e gestione della pandemia in corso; ne abbiamo esempio con la gestione dei problemi sociali ed economici che questa sta determinando per la vita delle masse popolari: procedere nella rapina delle conquiste sociali e di progresso fatte con anni di lotte, avanzare con la speculazione finanziaria, privatizzare e demolire i servizi pubblici per trovare nuovi ambiti di valorizzazione dei profitti e a tal fine contrapporre tra loro settori delle masse popolari.

Celebriamo e celebreremo le grandi conquiste della prima ondata del movimento comunista che ha diretto gloriosamente la prima ondata della rivoluzione proletaria mondiale e trasformato milioni di sfruttati analfabeti nei protagonisti della costruzione del futuro. Di quel patrimonio rivendichiamo tutto, anche quegli errori che consentono a noi comunisti del terzo millennio di avanzare su una base solida di esperienze e insegnamenti. Alle celebrazioni giuste e necessarie aggiungiamo un pezzo: imparare dagli insegnamenti e usarli, sperimentare, lottare per organizzare e costruire la rivoluzione socialista in un paese imperialista come il nostro. Essa è per i capitalisti un incubo che cercano di esorcizzare con divieti e messe al bando, mentre per i proletari è un sogno che possiamo e dobbiamo realizzare.

Osare sognare, osare lottare, osare vincere!

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