[Reggio Emilia] Il revisionismo storico non passerà: sulla mozione toponomastica del Consiglio Comunale a Norma Cossetto

Il giorno 14 settembre 2020, il Consiglio comunale di Reggio Emilia approva una mozione per l’intitolazione di una via, piazza o locale istituzionale a Norma Cossetto. I consiglieri del PD si sono per lo più astenuti, mentre tre di loro, insieme a un consigliere di Reggio è, hanno votato contro: citiamo volentieri questa presa di posizione! Onore al merito!

Di Norma Cossetto è stato scritto molto, da quando il revisionismo storico, figlio del revisionismo moderno, ha corroso la memoria e la storiografia, raggiungendo l’apice con la cosiddetta “caduta del muro di Berlino” e il crollo dei paesi socialisti. Così, man mano che in tutto il mondo il movimento comunista si indeboliva, i revisionisti moderni, in combutta con la destra reazionaria, hanno apertamente abbracciato e foraggiato la tesi della “pacificazione” e in Italia hanno raccolto gli inviti della destra che chiedeva, dopo il processo Priebke, anche giustizia per i cosiddetti “crimini delle foibe”. È su questa linea che, di recente, il Parlamento europeo ha approvato con 535 voti a favore la mozione di condanna dell’uso dei simboli del comunismo, chiedendo la rimozione dei monumenti che in molti paesi europei celebrano la liberazione avvenuta ad opera dell’Armata Rossa, equiparando il comunismo al nazismo. Questa infame mozione è stata votata da tutti i parlamentari del PD, gli stessi che oggi cercano di cavalcare la mobilitazione antifascista. Costoro sono i rappresentanti dell’antifascismo padronale!

Bisogna stare attenti all’antifascismo padronale che è tornato in auge negli ultimi tempi. Esso si riconosce dal fatto che condanna la mancanza di democrazia, la persecuzione degli oppositori democratici, le manifestazioni volgari e incivili del fascismo e le leggi razziali, ma difende e accetta il potere dei capitalisti!

Quanto a Norma Cossetto in particolare, facciamo nostre le osservazioni della storica Claudia Cernigoi, grazie alle cui approfondite e rigorose ricerche impariamo che: l’intera famiglia Cossetto era una famiglia fascista! Ma non fascista qualsiasi! Bensì composta di personaggi che incarnavano il potere del fascismo, con tutto il suo portato di violenza e repressione! Il padre Giuseppe, capomanipolo, si aggregò ad una colonna della milizia triestina che partecipò, a fianco dei tedeschi, al rastrellamento dell’Istria all’inizio di ottobre 1943 per la ripresa del controllo nazifascista sull’Istria (operazione Nubifragio); lo zio Emanuele, ammiraglio, in tempi di “democrazia” sarà implicato nel tentativo di golpe detto “piano Solo”; il fidanzato, Augusto Alberto Jacobacci, comandava il gruppo operativo della ricostituita Decima MAS a La Spezia; la sorella Licia che, con agghiacciante indifferenza, considera l’uccisione di “molti civili” come una semplice operazione di ordine pubblico! Noi invece ricordiamo, oltre ai 2.500 morti dell’Operazione Nubifragio, l’offensiva nazifascista antipartigiana in Istria che, nell’ottobre del 1943, causò la morte di tredicimila persone! Per questo affermiamo che non è possibile analizzare quanto accadde sul confine orientale a seguito della conclusione del secondo conflitto mondiale senza considerare le caratteristiche di contesto di quella zona e senza conoscere fatti come le violenze perpetrate a danno delle popolazioni slovene da parte dell’irredentismo triestino, che erano già note ben prima dello scoppio del primo conflitto mondiale, fatti come il trattamento subito dalle popolazioni slovene da parte dei fascisti italiani che compirono decine di azioni squadristiche in tutta la Venezia-Giulia.

Fascisti e nazisti misero in atto uno sterminio programmato di popoli considerati inferiori come gli ebrei e gli sloveni, così come l’eliminazione degli handicappati, degli omosessuali, dei vecchi invalidi, degli oppositori politici (primi su tutti i comunisti). Nessun paragone può essere fatto con il comportamento dei partigiani, nessun paragone può essere fatto con le forze armate partigiane, jugoslave e italiane, che occuparono per 40 giorni Trieste nel 1945. Non può essere fatto perché i partigiani non avevano in testa pensieri putridi come la pulizia etnica o la purezza della razza! È la nostra storia passata che noi facciamo vivere nella costruzione della storia futura! Avanti, verso il socialismo!

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