Organizzarsi contro le multe e la repressione Nasce a Milano il Coordinamento Multati Organizzati

Da quando sono in vigore le misure di distanziamento sociale sono state comminate decine di migliaia di multe per la loro violazione. Da quando le misure sono state allentate, a ricevere le multe sono stati soprattutto operai, lavoratori, attivisti politici e sindacali, puniti per aver partecipato a presidi e manifestazioni (indipendentemente dal rispetto o meno del “distanziamento sociale”, sono stati puniti per le mobilitazioni!), mentre non si ha notizia di una sola sanzione comminata ai dirigenti delle tante grandi aziende che hanno riaperto in deroga ai decreti (pur non producendo beni essenziali, come la Whirlpool…), mai controllate da prefetti & co.

Sono multe arbitrarie e illegittime, non devono essere pagate! Anzi, la campagna contro il loro pagamento deve diventare una campagna di denuncia dei responsabili del disastro in cui versa il paese e di organizzazione e mobilitazione per cacciarli!

Il terreno per sviluppare la mobilitazione in questo senso è favorevole (il 29 luglio scorso un giudice di pace di Frosinone ha addirittura accolto il ricorso di una cittadina rispetto ad una sanzione ricevuta per violazione del distanziamento sociale, perché i DPCM da cui tali sanzioni originano sono, a rigor di legge, illegali e anticostituzionali!), ma è necessario che le realtà politiche, i sindacati, i singoli militanti colpiti dalle sanzioni siano decisi a non pagarle e a mobilitare le masse popolari su questo terreno: è questa la via per stroncare l’operazione repressiva messa in campo con il pretesto del Covid-19. In questo senso va la nascita del Coordinamento Multati organizzati di Milano, cui aderiamo e chiamiamo ad aderire, che raccoglie varie realtà che si sono mobilitate nei mesi scorsi e per questo sono state colpite dalle misure repressive.
Di seguito riportiamo uno stralcio del loro comunicato del 9 agosto:

“(…) Facciamo appello a tutti gli organismi, collettivi e singoli che stanno ricevendo queste misure a non pagare le multe, a denunciarle pubblicamente, a organizzarsi con altri anche dal punto di vista giuridico, a istituire una raccolta fondi per le spese legali, a mettersi in contatto con noi, a unirsi per sviluppare un’azione comune e allargare il fronte di chi lotta contro la repressione.
Esprimiamo la nostra solidarietà a chi è stato colpito dalla repressione e da queste multe illegittime e invitiamo tutte le organizzazioni sindacali, i comitati di lotta, i collettivi, gli esponenti politici ed eletti nei consigli comunali e regionali, i parlamentari, gli avvocati e i giuristi a prendere una posizione pubblica su questi temi e a sostenere questa battaglia.
Ci troviamo di fronte a una accelerazione dei processi di riorganizzazione economica, politica e sociale su scala mondiale. Lo scenario che abbiamo di fronte è sempre più caratterizzato da uno “stato di emergenza” permanente che si concretizza in uno “stato d’eccezione” operante in tutti gli ambiti della vita sociale (lavoro, istruzione, sanità e servizi, diritti umani e giuridici). Non è la nostalgia per lo “stato di diritto” ad animare queste riflessioni ma la coscienza che solo la lotta collettiva e organizzata può rappresentare un ostacolo ai processi di disgregazione sociale in atto e una speranza concreta per il futuro. La battaglia contro le multe è un piccolo passo in questa prospettiva.
Multati organizzati – Milano”

Come comportarsi di fronte a queste multe? A seconda della natura del provvedimento, bisogna fare ricorso o al Prefetto per violazione dei DPCM o al governatore della vostra Regione per violazione di ordinanze regionali, preparando una memoria difensiva in cui si indicano come si sono realmente svolti i fatti, con eventuali testimonianze come foto, video o altro.
Nella memoria difensiva si deve chiedere l’annullamento del verbale e l’archiviazione della sanzione pecuniaria. Si può inoltre richiedere anche un’audizione al Prefetto o al governatore per discutere del caso, se venisse accettato può essere occasione per organizzare dei presidi di solidarietà e denuncia. La memoria difensiva va poi inoltrata all’istanza competente tramite raccomandata con ricevuta di ritorno.
Ogni ricorso contro queste multe è individuale, ma è buona pratica promuovere azioni e ricorsi collettivi.
Se il Prefetto o il governatore non annullano la sanzione, serve fare poi ricorso a un giudice di pace.

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