Nell’ambito della Festa nazionale della Riscossa Popolare che il nostro Partito organizza a Marina di Massa (al Parco di Ricortola dall’11 al 16 agosto), il 14 agosto alle ore 17 si svolgerà il dibattito intitolato “Emergenza Popolare” per discutere delle misure “di emergenza” necessarie per fare fronte alla situazione di crisi che, già esistente, il covid-19 ha aggravato in tutti i campi.
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L’emergenza sanitaria non è conclusa e quella economica e sociale è appena iniziata. La classe dominante non può e non vuole gestirla negli interessi dei lavoratori e delle masse popolari. E’ evidente da come ha gestito i mesi di lockdown, abbandonando milioni di persone a sé stesse e mandando i lavoratori al macello. Se il bilancio dell’emergenza sanitaria non è peggiore di quanto – tragicamente – è già, è solo perché gli operai delle grandi e medie aziende hanno scioperato in tutto il paese imponendo le misure di sicurezza, è perché i lavoratori della sanità hanno sorretto sulle loro spalle le falle di un sistema sanitario collassato (e oggi pagano con la minaccia di licenziamento le conseguenze delle denunce che hanno fatto), è perché le Brigate volontarie per l’emergenza si sono organizzate per non lasciare nessuno indietro, è perché le famiglie e gli insegnanti si sono fatti in quattro per la tutela di bambini e ragazzi, è perché i lavoratori autonomi, le partite iva, i commercianti e ristoratori si sono mobilitati per non essere strangolati e per far pressioni affinché fossero applicate dal governo misure economiche di emergenza (anche se si sono rivelate del tutto insufficienti). Tutto questo dimostra che soltanto le masse popolari organizzate possono far valere i loro interessi e che per affermarli devono attivarsi e mobilitarsi.
La situazione generale impone però una riflessione più profonda e un orizzonte più ampio di quanto possano suscitare le speranze di creare “sponde politiche dei movimenti rivendicativi” nelle assemblee elettive e gli appelli, sacrosanti, alla lotta rivendicativa: impone che gli organismi operai e popolari si proiettino nella prospettiva di costituire un loro governo di emergenza che adotti le misure di cui i lavoratori e le masse popolari hanno bisogno, che valorizzi e traduca in politiche nazionali su ampia scala quelle esperienze di cui le masse popolari si sono rese protagoniste con iniziative circoscritte nel tempo e nello spazio, che raccolga quella spinta alla partecipazione e al protagonismo che, invece, i governi borghesi (quale sia il loro “colore”) cercano di limitare e impedire.
Andiamo verso un periodo che di certo sarà caratterizzato da grandi incertezze per ampi settori delle masse popolari, da mobilitazioni e lotte: riteniamo che questo dibattito possa essere – e vogliamo che sia – uno strumento per “non aspettare l’autunno caldo”, ma per valorizzare quel variegato (e a volte contraddittorio) movimento che è già in atto, uno strumento per definire linee di azione comune e una prospettiva all’altezza della fase storica.
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