[Toscana] Lettera aperta a Salvatore Catello e Lenny Bottai: le elezioni regionali in Toscana e il ruolo dei comunisti

Firenze, 31 luglio 2020

Al candidato del Partito Comunista Salvatore Catello,

al capolista Lenny Bottai

Cari compagni,

con la presente vi invito a partecipare e a portare il vostro contributo al dibattito che si svolgerà martedì 11 agosto alle 17 in occasione della Festa nazionale della Riscossa Popolare che il nostro Partito organizza a Marina di Massa (al Parco di Ricortola dall’11 al 16 agosto).

Il dibattito che stiamo organizzando si intitola “Come usare le elezioni regionali per costruire il governo nazionale e regionale che prenda le misure necessarie per fare fronte alla crisi”.

Il motivo per cui vi scriviamo anche una lettera aperta (oltre all’invito che vi è già stato mandato) è perché vogliamo porre all’attenzione di tutti i comunisti l’importanza di partecipare a questa iniziativa che vedrà confrontarsi i candidati alle prossime competizioni elettorali per le regionali in Toscana (esclusi, ovviamente, Giani e Ceccardi che non è nostro interesse ascoltare, né tanto meno far parlare) nell’ambito di una discussione a cui stiamo invitando anche comitati popolari che si occupano di sanità, di lotta in difesa dell’ambiente e per un lavoro utile e dignitoso.

L’emergenza sanitaria non è conclusa e quella economica e sociale è appena iniziata. La classe dominante non può e non vuole gestirla negli interessi dei lavoratori e delle masse popolari. E’ evidente da come ha gestito i mesi di lockdown, abbandonando milioni di persone a sé stesse e mandando i lavoratori al macello. Se il bilancio dell’emergenza sanitaria non è peggiore di quanto – tragicamente – è già, è solo perché gli operai delle grandi e medie aziende hanno scioperato in tutto il paese imponendo le misure di sicurezza, è perché i lavoratori della sanità hanno sorretto sulle loro spalle le falle di un sistema sanitario collassato (e oggi pagano con la minaccia di licenziamento le conseguenze delle denunce che hanno fatto), è perché le Brigate volontarie per l’emergenza si sono organizzate per non lasciare nessuno indietro, è perché le famiglie e gli insegnanti si sono fatti in quattro per la tutela di bambini e ragazzi, è perché i lavoratori autonomi, le partite IVA, i commercianti e ristoratori si sono mobilitati per non essere strangolati e per far pressioni affinché fossero applicate dal governo misure economiche di emergenza (anche se si sono rivelate del tutto insufficienti) e questo vale anche per la Toscana la cui gestione targata PD non è di certo più lungimirante di quella del leghista Fontana (basti pensare al servizio sanitario regionale vessato da anni…).

Tutto questo dimostra che soltanto le masse popolari organizzate possono far valere i loro interessi e che per affermarli devono attivarsi e mobilitarsi.

Il ruolo dei candidati e degli amministratori locali che si dicono in rottura con i poteri forti, cioè con i partiti rappresentanti degli interessi delle Larghe Intese (dei padroni, degli speculatori, del Vaticano, dei gruppi imperialisti UE, USA e sionisti, della criminalità organizzata, ecc.) deve essere quello di attivarsi sin da subito, cioè sin dalla campagna elettorale, a sostegno dell’iniziativa popolare. Sostenere però non vuol dire “solo” partecipare alle mobilitazioni dei comitati e dei lavoratori. Infatti, la situazione generale impone una riflessione più profonda e un orizzonte più ampio di quanto possano suscitare le speranze di creare “sponde politiche dei movimenti rivendicativi” nelle assemblee elettive e gli appelli, sacrosanti, alla lotta rivendicativa. Impone che gli organismi operai e popolari si proiettino nella prospettiva di costituire un loro governo di emergenza che adotti le misure di cui i lavoratori e le masse popolari hanno bisogno, che valorizzi e traduca in politiche nazionali su ampia scala quelle esperienze di cui le masse popolari si sono rese protagoniste (per esempio, le Brigate volontarie per l’emergenza) con iniziative circoscritte nel tempo e nello spazio, che raccolga quella spinta alla partecipazione e al protagonismo che, invece, i governi borghesi (quale sia il loro “colore”) cercano di limitare e impedire.

I candidati che si dicono in rottura con i poteri forti, a partire da quelli comunisti, devono lavorare in questa direzione e usare la competizione elettorale con l’obiettivo di alimentare, foraggiare l’organizzazione popolare affinché si dia i mezzi per imporre le misure urgenti che servono al nostro territorio.

In sostanza, noi comunisti dobbiamo concepire la campagna elettorale come una scuola pratica per alimentare la costruzione di nuovi rapporti di forza, cioè alimentare l’organizzazione delle masse popolari affinché siano in grado, siano capaci, abbiano la forza e la fiducia per costituire Amministrazioni Locali d’Emergenza, amministrazioni che rompano con l’asservimento al governo centrale e con il ruolo di esattori e aguzzini a cui sono relegate e inizino ad agire su spinta di una rete diffusa di organizzazioni operaie e popolari che indicano loro, caso per caso, i provvedimenti da prendere e che si mobilitano per la loro attuazione.

Il Partito Comunista in tutto questo può avere un ruolo ed è anche l’unico modo per rendere la competizione elettorale strumento effettivamente utile agli interessi dei lavoratori.

Confidando in una vostra partecipazione.

Silvia Fruzzetti,

Segretaria della Federazione Toscana del Partito dei CARC

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