La Federazione Toscana del Partito dei CARC esprime la propria solidarietà ai delegati e operai FIOM Piaggio, sospesi dalla CGIL per 10 mesi e minacciati di altri provvedimenti da parte della struttura in seguito agli scontri e divergenze con il segretario provinciale della FIOM di Pisa Comparini; contrasti che sono esplosi in occasione della vertenza per il rinnovo del contratto integrativo, ma quella è stata la goccia che ha fatto traboccare un vaso colmo da tempo.
Abbiamo conosciuto Massimo, Giorgio, Adriana e gli altri “imputati” nel corso degli anni di volantinaggi ai cancelli della fabbrica; al netto di divergenze di opinioni e posizioni, di cui spesso e volentieri abbiamo dibattuto in modo franco e aperto come è doveroso fare fra compagni, ci schieriamo senza riserve dalla loro parte perché è quella di chi si spende per la causa della classe operaia: mettendoci la faccia con un padrone come Colaninno, si sbatte quotidianamente sulle linee per organizzare e mobilitare i lavoratori per far fronte allo sfruttamento e alla morte lenta dello stabilimento. L’attacco a cui sono sottoposti è nei fatti un favore che viene fatto al padrone nel suo (vano) tentativo di far fuori queste avanguardie di lotta dalla fabbrica.
La Piaggio di Pontedera, per effetto della crisi del sistema capitalista, ha perso 300 posti di lavoro soltanto negli ultimi 5 anni ed è l’ombra della grande fabbrica che negli anni ’90 contava circa diecimila operai: di questo dovrebbe preoccuparsi Comparini, dopo aver fatto poco o niente con gli altri soci confederali per impedire la cancellazione dell’indotto (chiusure di Ristori e TMM), che fanno da preludio ad ulteriori ridimensionamenti della “casa madre”. Con tutta la CGIL, si dovrebbe occupare seriamente degli ammortizzatori sociali firmati a scatola chiusa, che tutti noi paghiamo per garantire il massimo della flessibilità “stagionale” alla produzione (nemmeno fosse frutta), così Colaninno e gli azionisti spremono sempre il limone scaricando il peso dei cali di fatturato sulla collettività, oltre che sugli operai con il vergognoso contratto a part time verticale (leggasi 7 mesi di lavoro spesso intenso e i restanti a casa, senza ammortizzatori di sorta) e gli interinali e precari cacciati alla bisogna.
Noi stiamo a fianco di questi operai, che durante l’emergenza Covid-19 hanno promosso scioperi che hanno portato alla chiusura di una fabbrica che non produceva niente di essenziale, 6 giorni di blocco consecutivo e anche questo ci risulta non sostenuto dalla segreteria che, con il suo silenzio, di fatto assecondava la smania del padrone in puro stile Confindustria di tirare avanti il più possibile la produzione, mettendo a rischio ampie fette di territorio toscano (alla Piaggio arrivano operai da Livorno e altre province, oltre che da Pisa).
Noi stiamo al fianco di delegati come Giorgio che vengono esclusi arbitrariamente dai tavoli di trattativa e dai comitati di applicazione dei protocolli per il Covid, come Massimo che sono tempestati di provvedimenti disciplinari con il chiaro intento di buttarli fuori, come gli altri RLS che cercano con i pochi mezzi a disposizione di vigilare sulla salute e la sicurezza loro e dei colleghi. A volte possono essere pure aggressivi nei toni: si tratta di parole e queste non fanno troppo male a nessuno, quindi chi sarebbe il vero “violento”? Chi alza la voce o chi firma CCNL e integrativi a rimessa che hanno ricadute pesanti sulle tasche, la salute (leggi sabati comandati e straordinari) e soprattutto sulla fiducia e volontà di lotta di migliaia di operai? È più pericoloso chi porta fino in fondo le proprie posizioni, anche se discordanti da quelle dei dirigenti, o chi si permette di contestare il comitato degli iscritti di fabbrica, non si presenta alle assemblee (ma a quelle con il padrone c’è sempre), che non fa una piega al taglio delle ferie, allo smantellamento di interi reparti?
La risposta migliore l’hanno data proprio i tesserati, che in massa hanno sospeso il pagamento della tessera dimostrando alla FIOM che, se vuole mantenere un ruolo positivo, deve cambiare marcia oppure rischia di fare la fine dei “colleghi” di Massa: in un anno sono passati da 1200 a 400 tessere. Questa è la base incrollabile su cui poggiano i delegati, che rappresenta un anello del nuovo potere che il movimento operaio e comunista deve ricostruire nelle aziende, è l’organizzazione operaia che andrà avanti a prescindere dalla tessera sindacale di appartenenza, che tiene la barra dritta e deve uscire dai cancelli per unirsi e mettersi alla testa del crescente movimento di resistenza spontaneo agli effetti della crisi. Sono loro, insieme al collettivo di fabbrica della GKN, agli Skatenati della Electrolux e agli altri gruppi di lavoratori che invitiamo a dare la medesima solidarietà a questi operai colpiti dalla repressione “interna”; sono loro quelli che mandano avanti il paese con la loro fatica e i quotidiani sacrifici in posti di lavoro insalubri, spesso e volentieri malpagati, spesso lasciati a sbrigarsela da soli con il padrone. Sono loro i protagonisti del sempre più necessario cambiamento del modo di produzione e degli attuali rapporti sociali, che devono porsi l’obiettivo comune di prendere in mano le redini della produzione e del paese per imporre un proprio governo che faccia fronte alla situazione di crescente emergenza economica, politica e sociale dopo aver fronteggiato quella sanitaria – noi lo chiamiamo Governo di Blocco Popolare ma il nome è secondario – e abbrevi la strada verso il socialismo: la soluzione definitiva ai mali che affliggono loro e noi, dove non avremo più a che fare con padroni e maggiordomi sindacali.
Ribadiamo la solidarietà ai delegati e operai Piaggio sanzionati dalla CGIL e rinnoviamo l’invito agli altri singoli e gruppi di lavoratori di fare altrettanto.
La Segreteria Federale Toscana del P.CARC